Alessandro Proto è stato arrestato ieri dalla Guardia di Finanza di Milano. Il finanziere, che si divideva tra Italia, Svizzera, Inghilterra, Spagna, Francia e Usa, era accusato di manipolazione del mercato e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza. La richiesta di arresto, firmata dal gip Stefania Donadeo, è stata avanzata da procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Isidoro Palma.

L’attività investigativa «ha consentito di individuare numerose comunicazioni al mercato rivelatesi all’esito delle indagini non attendibili». A Proto «viene contestato anche il reato di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza per aver omesso di comunicare alla Consob puntuali informazioni in ordine alle operazioni di compravendita aventi ad oggetto titoli quotati su mercati regolamentati». La principale motivazione per cui il Gip Stefania Donadeo ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere è quella del pericolo di fuga all’estero. Dopo mesi di indagini e dopo che la Consob aveva avviato accertamenti sui presunti investimenti in borsa (in particolare sui titoli Rcs e Tod’s, anche se aveva millantato acquisti su Unicredit, Fiat,FonSai, Rcs, L’Espresso), il cerchio attorno a Proto si è chiuso proprio all’indomani della comunicazione dell’acquisto (per 400 mila euro) del quotidiano Pubblico, lanciato e poi subito chiuso dal giornalista Luca Telese. Il finanziere tra l’altro aveva avviato i contatti con la famiglia Aliberti di Reggio Emilia per l’acquisto del 16,26% del Fatto Quotidiano inviando tre differenti offerte (3,5, poi 4,5 e infine 6 milioni) e dicendosi pronto a rilevarne altre. Non contento, proprio ieri aveva annunciato una manifestazione d’interesse per l’acquisto della sede del Corriere della Sera di via Solferino, forte di un mini-patto che aveva rilevato il 3% del capitale di Rcs. Peccato che di tre dei quattro componenti il patto non vi sia traccia alcune in Rete.