di Marcello Bussi

Il Dipartimento di Giustizia Usa ha fatto causa per oltre 5 miliardi di dollari a Standard & Poor’s, accusandola di avere deliberatamente tenuto alti i rating dei mutui immobiliari alla base dei derivati finanziari che fecero esplodere la crisi del 2007, nonostante fosse consapevole che sarebbero dovuti essere più bassi.

Si tratta della cifra più alta mai chiesta per un procedimento legale di questo tipo collegato alla crisi finanziaria. Quella avviata dal procuratore generale di New York, Eric Holder, è una causa civile contro l’agenzia e la sua controllante McGraw-Hill. La scelta della causa civile invece di quella penale è stata dettata dal fatto che così l’onere della prova sarà più basso, aumentando le possibilità di successo dell’azione contro l’agenzia di rating. Secondo Standard & Poor’s, il procedimento sarebbe «totalmente privo di base fattuale o legale» perché «sfortunatamente, come chiunque altro, non potevamo prevedere la velocità e la severità dell’imminente crisi e come la qualità del credito sarebbe stata fondamentalmente colpita». Per Floyd Abrams, legale di McGraw-Hill, il Dipartimento di Giustizia ha intensificato l’inchiesta su Standard & Poor’s dopo che l’agenzia di rating ha declassato il merito di credito degli Usa nel 2011, facendogli perdere la tripla A alla prima economia mondiale. Difficile però che la difesa di Standard & Poor’s venga bene accolta dall’opinione pubblica. Dallo scoppio della crisi finanziaria, il clima è decisamente cambiato e ieri perfino alcuni importanti esponenti del partito Repubblicano hanno lodato l’iniziativa della Casa Bianca. E da quando è stato rieletto per il secondo mandato Obama ha moltiplicato le iniziative per fare finalmente decollare la tanto attesa riforma della finanza. Lo ha dimostrato, fra l’altro, la scelta di aver messo a capo della Sec (la Consob americana) un’ex procuratore, Elisse B. Walter, per garantire che le nuove regole del settore finanziario vengano davvero attuate e applicate. (riproduzione riservata)