di Francesca Gerosa

Ing delude le attese e corre ai ripari tagliando altri 2.400 posti di lavoro. La più importante banca olandese in termini di asset ha chiuso il quarto trimestre 2012 con un incremento dell’utile netto del 20% a 1,434 miliardi (1,19 miliardi nello stesso periodo dello scorso anno), ma gli analisti si aspettavano profitti per 1,52 miliardi. La crescita dell’utile è stata realizzata grazie alla cessione degli asset bancari e assicurativi di Canada e Malesia, i cui proventi hanno compensato gli effetti negativi del regime fiscale olandese e dei costi della ristrutturazione. Ing ha infatti dovuto procedere al ridimensionamento dei propri asset dopo aver fatto ricorso, in occasione della crisi finanziaria del 2008, agli aiuti dell’Ue. Anche il risultato prima delle imposte è stato peggiore del previsto: 272 milioni, mentre il consenso si aspettava quasi il doppio (437 milioni). L’utile netto dell’intero esercizio 2012 è invece sceso del 32,5% a 3,89 miliardi. A fronte poi di un margine di interesse in leggero aumento nel quarto trimestre all’1,33%, gli accantonamenti per perdite su crediti sono risultati solo leggermente inferiori al previsto a 588 milioni (555 milioni nel terzo trimestre) rispetto 607 milioni attesi. Migliore del previsto, sul fronte patrimoniale, il Core tier 1 ratio all’11,9% a fine 2012: era atteso all’11,1% dal 12,1% del terzo trimestre. Secondo la banca, la flessione dell’utile netto 2012 riflette i costi di ristrutturazione, le perdite di valore degli asset più rischiosi e gli oneri legati ai prodotti a tasso fisso venduti negli Stati Uniti. Comunque per l’ad Jan Hommen, i risultati dell’anno di Ing sono buoni, considerando la crisi del debito sovrano europeo e la debolezza generalizzata dei mercati internazionali. (riproduzione riservata)