di Andrea Di Biase

I portatori di azioni di risparmio di categoria A di Fondiaria-Sai, dopo un lungo confronto con il vertice della compagnia assicurativa, sono riusciti a ottenere la convocazione dell’assemblea speciale per verificare se le modifiche apportate a questa categoria di titoli (eliminazione del valore nominale e raggruppamento) possano essere in qualche modo lesive dei propri diritti e per esaminare la proposta di frazionamento azionario (177 nuovi titoli per ogni azione rnc A detenuta) avanzata nelle settimane scorse da alcuni azionisti (si veda MF-Milano Finanza dell’8 febbraio).

Il prossimo 23 marzo (il 25 in seconda convocazione o eventualmente il 26 in terza) i titolari di azioni rnc A saranno infatti chiamati a esaminare l’operazione di aumento di capitale «per come concretamente eseguita» e i «profili lesivi degli interessi o dei diritti della categoria», con deliberazioni su iniziative da adottare. I soci di risparmio A, inoltre, saranno chiamati a discutere su una eventuale impugnativa, anche parziale, da parte del loro rappresentante comune, delle deliberazioni dell’assemblea straordinaria dello scorso 27 giugno sull’aumento di capitale da 1,1 miliardi funzionale alla fusione con Unipol, che aveva anche deciso l’eliminazione del valore nominale delle azioni ordinarie e di risparmio, il raggruppamento delle azioni e alcune modifiche statutarie.

La decisione di convocare l’assemblea speciale fa seguito all’interpretazione dello statuto fornita venerdì scorso dalla stessa compagnia assicurativa in relazione alla distribuzione di dividendi alle azioni di risparmio. FonSai aveva spiegato ai soci che, in base al nuovo statuto, alle azioni di risparmio A spetta un dividendo privilegiato di 6,5 euro e a quelle di risparmio B di 0,036 euro.

Il privilegio si distribuisce solo in presenza di utile e con precedenza alle azioni A rispetto alle azioni B e di entrambe le risparmio sulle ordinarie. Il pagamento avviene indipendentemente dalle deliberazioni dell’assemblea in ordine alla distribuzione del residuo utile. Nel caso di esercizio in rosso, inoltre, il dividendo privilegiato (in tutto o in parte) non pagato si accumula e deve essere pagato, assieme al privilegio, nel primo esercizio in cui l’utile è sufficientemente capiente. Nel caso in cui saltasse per un anno la cedola delle risparmio, l’anno successivo le risparmio A avrebbero quindi diritto a 13 euro di dividendo e le B a 0,072 euro. Ad oggi le sole azioni A hanno maturato il diritto al cumulo negli esercizi 2010 e 2011 e dunque, qualora quest’anno fosse conseguito un utile, avrebbero diritto a 19,5 euro. Pagati i privilegi, l’assemblea deve poi deliberare la parte di utile da destinare a ulteriori distribuzioni. A questo punto, sulla base della disciplina dell’articolo 27, è previsto che l’utile destinato a dividendo venga ripartito solo sulle ordinarie fino a che non beneficino di un dividendo di 0,007 euro. Se venisse registrato utile residuo destinato a dividendo, verrà ripartito anche sulle azioni B. Le azioni A, che hanno già incassato il privilegio di 6,5 euro, prima di essere ammesse a ulteriore remunerazione devono aspettare che le ordinarie e le azioni B abbiano incassato una cedola di 1,3 euro.

«L’assemblea appare come un segnale forte da parte degli azionisti di categoria, intenzionati a mettere in discussione sia la delibera dell’aumento di capitale sia la modalità attuale di distribuzione dei dividendi alla categoria», osservano gli analisti di Intermonte, ricordando che lo split proposto 1-177 permetterebbe di equiparare le azioni di categoria A a quelle di categoria B, con un aumento del dividendo complessivo per le prime nell’ordine di 5-7 milioni di euro. Gli analisti di Intermonte considerano la notizia negativa, in quanto potrebbe te complicare o ritardare il già complesso processo di fusione Unipol-FonSai. (riproduzione riservata)