di Andrea Di Biase

Gli azionisti di risparmio di categoria A di Fondiaria-Sai bussano alla porta del cda della compagnia per ottenere lo split di questa categoria di azioni in modo da allinearne il valore nominale, oggi pari a 100 euro, alla parità contabile dei titoli rnc di categoria B, che è invece pari a 0,565 euro.

Della questione, apparentemente tecnica ma che se accolta dal board di FonSai potrebbe avere importanti effetti in termini di remunerazione delle rnc A, sarebbe stato investito l’avvocato Dario Trevisan, dallo scorso luglio rappresentante comune dei soci di risparmio, che starebbe dialogando con la società per capire se la richiesta possa essere o meno accolta. Il tema non è affatto secondario. Sulla carta lo statuto di FonSai (ma anche quello della nuova Unipol-Sai) attribuisce un rendimento pressoché analogo alle rnc A e alle B. Le prime hanno diritto a un dividendo privilegiato di 6,5 euro per azione, mentre per le seconde questo è pari al 6,5% della parità contabile di 0,565 euro e dunque uguale a 0,03672 euro. Considerato che, in termini di parità contabile, ogni titolo A corrisponde a 177 titoli di categoria B, i portatori di questa seconda categoria di azioni otterrebbero lo stesso rendimento (177×0,03672 = 6,5 euro). Il problema emerge però quando sarà pagato anche il dividendo per le azioni ordinarie. In questo caso alle rnc A spetterà un dividendo massimo cumulato di 5,2 euro in più dell’ordinaria, mentre alla rnc B il 5,2% della parità contabile in più dell’ordinaria. È facile intuire che in questo caso la cedola per la rnc A non supererà mai i 6,5 euro. Perché ciò accadesse l’azione ordinaria dovrebbe distribuire un dividendo superiore a 1,3 euro. Ma è una cosa praticamente impossibile, visto che attualmente il titolo FonSai ordinario quota a poco più di 1 euro. Al contrario la cedola per la rnc B potrebbe aumentare più facilmente. Ipotizzando il valore dell’ordinaria a 1 euro e che questa distribuisse il 5%, la rnc B prenderebbe 0,05 euro maggiorato del 5,2% e cioè 0,05+0,02938=0,07938 euro, che moltiplicato per 177 darebbe 14,05 euro contro i 6,5 della rnc A. In pratica il dividendo della rnc A è destinato a rimanere fisso a 6,5 euro, mentre quello della B potrebbe invece crescere anche in modo sensibile. Di qui la richiesta, che dovrebbe essere già stata formalizzata al cda di FonSai di splittare i titoli A in ragione di 1 a 177. In questo modo il valore nominale dell’azione scenderebbe da 100 euro a 0,565 euro mentre la cedola privilegiata da 6,5 euro a 0,03672 euro. Se ciò accadesse gli azionisti di categoria A potrebbero godere a pieno, al pari dei soci B, della politica dei dividendi che la nuova Unipol-Sai intenderà mettere in atto negli esercizi successivi la fusione. (riproduzione riservata)