di Anna Messia

Banca Fideuram finisce in tribunale per reati tributari. L’udienza preliminare è già stata fissata per il prossimo 9 aprile e la richiesta di rinvio a giudizio, secondo quanto risulta a MF/Milano Finanza, ha coinvolto cinque esponenti di società del gruppo, quattro dei quali sarebbero ex responsabili della società di diritto irlandese Fideuram Asset Management succedutisi nei vari anni, oltre al responsabile della società italiana Fideuram Investimenti Sgr.

Nel mirino dei magistrati, che nell’ambito dell’indagine hanno lavorato a fianco agli uomini della Guardia di Finanza di Roma, guidati da Cosimo di Gesù, sarebbero finite le attività delle società irlandese, cui era stata affidata la gestione sub-delega di un fondo di diritto lussemburghes

Ma secondo i magistrati inquirenti, il sostituto procuratore Mario Dovinola e il procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani, che è anche coordinatore del gruppo reati tributari della Procura di Roma, si sarebbe trattato di un’interposizione fittizia che sarebbe andata avanti dal 2004 al 2006.

Perché di fatto la società di diritto irlandese, che aveva stipulato un contratto di consulenza con la società di gestione italiana, non avrebbe preso autonomamente le proprie decisioni. Anzi, sempre secondo i magistrati inquirenti, le scelte venivano prese in Italia, per cui, come previsto dalla legge, anche le relative tasse (ovviamente più alte rispetto a quelle irlandesi) sarebbero dovute essere pagate nella Penisola.

Le contestazioni riguarderebbero ricavi per circa 500 milioni, mentre l’evasione totale ammonterebbe a circa 160 milioni. L’udienza si preannuncia tra l’altro un appuntamento importante un po’ per tutto il settore del risparmio gestito, nel quale la prassi di creare società di gestione di diritto estero, sia lussemburghese sia irlandese, è molto diffusa, tanto che da anni la vendita dei cosiddetti prodotti «esterovestiti» ha ampiamente superato quella dei prodotti di diritto italiano.

Da parte sua Banca Fideuram ha più volte ribadito di aver chiuso in passato tutte le proprie pendenze fiscali con l’Agenzia delle Entrate. In particolare, nel luglio 2010 lo stesso nucleo di Polizia Tributaria di Roma aveva notificato al gruppo guidato da Matteo Colafrancesco una contestazione che riguardava proprio gli anni 2005 e 2006. In quell’occasione «erano stati formalizzati gli atti di adesione all’accertamento, con il pagamento di circa 17 milioni. In pratica era stato raggiunto un accordo con l’agenzia guidata da Attilio Befera che aveva riconosciuto in parte le controdifese di Fideuram. Un’operazione simile si è ripetuta qualche anno fa, con un nuovo pagamento da parte di Fideuram di 28 milioni. Ma questa volta in discussione c’è l’aspetto penale. (riproduzione riservata)