Il cda di Banca Carige «ha condiviso l’esigenza di un adeguamento patrimoniale per un importo di 800 milioni di euro» da realizzarsi in parte attraverso la «cessione di asset non strategici e non funzionali all’attività core del gruppo» e, per la parte residua, «attraverso un aumento di capitale da offrire in opzione agli azionisti». L’iniziativa, ha spiegato il cda in una nota, copre anche le esigenze derivanti dall’orientamento della Consob, recepito da Carige «in via prudenziale», in merito alle modalità di contabilizzazione dei profili di fiscalità differita.

Alla luce della modifica, nel bilancio consolidato di Banca Carige «si determina un beneficio economico non ricorrente di 259,3 milioni anziché di 715 milioni» mentre, a livello patrimoniale, il beneficio previsto si riduce da 601 milioni a 259,3 milioni di euro. Il piano prevede anche interventi sulla struttura dei costi e sulla rete distributiva. Tra i principali, ci sono «accantonamenti aggiuntivi a presidio del rischio di credito», l’«aumento delle riserve tecniche e del margine di solvibilità di Carige assicurazioni», la «completa definizione dei contenziosi fiscali pregressi» e l’«impairment degli investimenti in società bancarie e finanziarie inferiori al 10% del loro capitale».

Quanto alla riduzione dei costi, deriveranno dalla revisione della governance e da esodi volontari di oltre 450 dipendenti al 2017; sarà infine razionalizzata la rete distributiva».

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