L a banca triestina archivia il primo mese dell’anno con una raccolta netta pressoché doppia rispetto al target mensile fissato in 100 milioni per l’esercizio in corso. Un trend che dovrebbe confermarsi anche a febbraio sulla base dell’andamento delle prime settimane. E se non subentreranno elementi ad oggi non ipotizzabili dovrebbe essere superato in modo netto l’obiettivo di 1,2 miliardi del 2013. Crescita a cui contribuirà la strategia di acquisizione dei promotori, che ha già visto il reclutamento di otto nuovi agenti in questo primo scorcio d’anno. Il tutto dopo che il 2012 si è chiuso con masse gestite a 26 miliardi merito anche una raccolta netta di 1,6 miliardi, mentre il conto economico dovrebbe chiudersi con un utile netto prossimo ai 130 milioni. alle pagine 16 e 17

Milano «A ccelerare il percorso di crescita; potenziare l’attività consulenziale; lavorare sul versante della redditività e della solidità patrimoniale, punti di forza oramai storici per il nostro gruppo». Sono queste, puntualizza Piermario Motta, amministratore delegato di Banca Generali, le priorità strategiche a cui stiamo lavorando. Più in particolare, prosegue Motta, «vogliamo continuare a potenziare la nostra capacità di aumentare le masse gestite agendo sul fronte organico e cioè aumentando la base dei clienti facendo leva sulle performance che siamo in grado di garantire merito il modello che abbiamo messo a punto in questi ultimi sette anni. Una piattaforma aperta, costruita per offrire ai nostri clienti partner strategici di assoluto rilievo». Una strategia che negli ultimi sette anni «ci ha permesso di aumentare il totale degli asset «gestiti » dai circa 12 miliardi del 2005, quando sono entrato nel gruppo per assumermi la responsabilità di Direttore Generale, agli oltre 26 miliardi di fine 2012, quando gli asset sono aumentati del 7,6% rispetto all’anno precedente». Crescita, prosegue Motta, «sostenuta anche dall’ottima performance conquistata merito la scelta di non cedere alle tensioni venutesi a creare nei momenti più acuti della crisi di fiducia sul nostro Paese e mantenere quindi le posizioni sui titoli governativi italiani. Questo proprio perché — completa sull’argomento — restiamo convinti che l’Italia ha i fondamentali per superare la crisi e ritrovare il percorso dello sviluppo ». E tutto ciò, aggiunge il Ceo di Banca Generali, «è stato facilitato anche dal lavoro realizzato sulla rete con la finalità di aumentare le masse medie gestite. Aggregato più che raddoppiato negli ultimi sette anni poiché è passato da meno di 6 milioni medi pro capite del 2005 ai quasi 18 milioni medi di oggi grazie anche al turnaround impresso alla rete con la conseguente uscita di circa 1200 promotori con portafogli marginali accanto all’arrivo di oltre 500 nuovi promotori con portafogli decisamente più solidi». Strategia in piena attuazione poiché, come sottolinea Motta, «noi continueremo a rafforzare le nostre quote di mercato anche grazie a quella crescita esogena da attuare tramite l’acquisizione di nuovi promotori. Un percorso sostenuto pure dalle ottime performance che abbiamo registrato sin dalla crisi seguita al fallimento dell’americana Lehman del settembre 2008. Quasi cinque anni nel corso dei quali siamo riusciti meglio di altri a difendere i capitali dei clienti come dimostra la leadership in termini di total return ». Espresso in termini diversi «per noi la crisi è stata una vera opportunità in quanto nel 2008 eravamo «scarichi» sull’azionario e nel post Lehman abbiamo posto il focus sui Paesi emergenti ottenendo ottime performance nel biennio 2009-2010 e poi, quando si sono manifestate con forza le tensioni sui governativi europei abbiamo scelto di rafforzare le posizioni sull’Italia e questa scelta ci ha premiato» come ricordato sopra. Un anno, il 2012, decisamente positivo anche sulla raccolta netta, che segnerà il massimo storico a quota 1,6 miliardi, oltre 2,5 volte i 478 milioni della media del sistema. Risultati che «daranno un contributo importante alla crescita delle masse amministrate lungo un percorso che dovrebbe riproporsi anche nel prossimo futuro ». Questo anche perché, come sottolinea il capo azienda, «il nostro sistema è decisamente arretrato tanto che la quota del risparmio gestito da professionisti del financial advisors rispetto a quella intermediata da banche, assicurazioni e poste: meno del 7% rispetto al 60% degli Stati Uniti ». Di rilievo pure le iniziative sul fronte della consulenza offerta alla clientela poiché, ricorda Motta, «abbiamo messo a punto una piattaforma con gli americani di Morningstar che prevede un ampio livello di analisi e la possibilità di coinvolgere anche i patrimoni custoditi presso altri istituti con un vantaggio competitivo in termini reputazionali». Nel contempo, aggiunge il Ceo di Banca Generali, «abbiamo potenziato i servizi di advisor per la clientela private, quella con i portafogli maggiori; struttura in grado di analizzare il portafoglio dei clienti ottimizzandone l’ubicazione ». E fra i numerosi servizi offerti, completa Motta sull’argomento, «è doveroso segnalare quello relativo ai servizi per i passaggi generazionali ed i prestiti totalmente garantiti concessi a tassi particolarmente vantaggiosi ai nostri clienti; attività che nel 2012 ha messo in luce 400 milioni di prestiti garantiti da «garanzie reali» per 600 milioni». E tutto ciò «è stato e sarà possibile perché abbiamo investito tanto tempo e denaro per sviluppare le piattaforme e il software operativo, oltreché per la formazione dei nostri promotori che devono essere sempre preparati anche per rispondere alle esigenze più complesse in un mondo caratterizzato da continui e repentini cambiamenti (vedere approfondimenti sul sito di Repubblica e sul blog albertonosari.it) ». Iniziative i cui effetti emergeranno appieno nei prossimi anni, ma presenti nei conti in esame. Il 2012 dovrebbe infatti chiudersi con masse complessive in crescita di oltre 2,7 miliardi a quota 26 miliardi circa grazie al contributo degli 1,6 miliardi di raccolta netta e 1,1 miliardi di performance sui titoli in portafoglio. Una dinamica che permetterà ricadute importanti anche a livello di utile netto, che dovrebbe infatti collocarsi in prossimità dei 130 milioni e cioè nella parte alta della forchetta di 115-130 milioni stimata dagli analisti, merito anche dei 24 milioni circa provenienti dalla gestione di 1,3 miliardi di finanziamenti concessi dalla Banca centrale europea. Più complessa l’analisi sull’esercizio in corso in quanto risulta difficile individuare il punto di ricaduta puntuale di un «trend in ulteriore progresso e che dovrebbe vedere la crescita di 3-4 punti al 23% circa della quota degli attivi rappresentati da azioni o fondi flessibili perché siamo convinti che ci siano le condizioni per rafforzare il peso del comparto azionario delle economie emergenti ». Dovrebbe invece ridursi l’esposizione ai governativi e in particolare a quelli italiani perché la loro redditività prospettica è oggi meno favorevole, mentre la rete dovrebbe beneficiare dei nuovi reclutamenti con innesto di 50-60 nuovi promotori all’anno». Nell’esercizio in corso la raccolta netta dovrebbe comunque superare in modo deciso e netto il target degli 1,2 miliardi se verranno confermate le crescite di queste prime settimane considerando che a gennaio la raccolta netta è risultata più del doppio del target di 100 milioni mensili e ci sono i presupposti perché tale trend si configuri anche a febbraio. Inoltre, nelle prossime settimane Banca Generali dovrebbe cogliere i risultati dal reclutamento di nuovi consulenti, di cui otto già entrati nel gruppo in questi primi scorci di 2013. albertonosari.it