di Andrea Di Biase

L a Procura di Torino accelera nell’inchiesta sulla passata gestione di Fondiaria-Saiaprendo un nuovo filone di indagine nei confronti di Salvatore Ligresti e della sua famiglia. Ieri gli uomini della Guardia di Finanza di Torino hanno recapitato sette avvisi di garanzia ad altrettanti indagati, tra i quali figurano anche l’ex presidente d’onore del gruppo FonSai e i suoi figli Paolo, Jonella e Giulia. Perquisizioni sarebbero state effettuate anche nelle abitazioni di queste ultime, mentre non sarebbe stato possibile per le Fiamme Gialle accedere a quella di Paolo Ligresti che, al momento, si troverebbe all’estero. Il reato ipotizzato dai magistrati torinesi in questo nuovo filone d’indagine è quello di infedeltà patrimoniale, che si aggiunge a quello di falso in bilancio e ostacolo all’attività di vigilanza. I nuovi accertamenti prendono le mosse dalle numerose querele, una trentina in tutto, presentate da azionisti di minoranza diFondiaria-Sai, in molti casi attraverso le associazioni di consumatori.

Nel mirino dei pm di Torino, Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, sono finite in particolare le condotte gestionali degli indagati in conflitto d’interessi con la società, che avrebbero determinato l’uscita dalle casse del gruppo di decine di milioni di euro. Tra queste ci sarebbero consulenze e contratti di fornitura servizi stipulati da Fondiaria-Saicon alcune società riconducibili alla famiglia Ligresti. Sotto la lente degli inquirenti anche la compravendita di immobili, terreni e fabbricati, in parte di proprietà del gruppoFonSai e in parte della famiglia Ligresti. Oltre che ai figli del patron di Premafin, gli avvisi di garanzia sono stati notificati a manager e componenti del comitato esecutivo del gruppo all’epoca dei fatti contestati, anch’essi già indagati dalla Procura di Torino per falso in bilancio e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza. Si tratta di Emanuele Erbetta, ex amministratore delegato di FonSai, e di Fausto Marchionni, Antonio Talarico e Vincenzo La Russa. Delle persone indagate la scorsa estate, nel nuovo filone di indagini della Procura di Torino non compare soltanto il nome di Massimo Pini, il consigliere di fiducia di Salvatore Ligresti scomparso lo scorso luglio. L’attività investigativa di oggi si aggiunge alle perquisizioni effettuate nei mesi scorsi presso gli uffici di Fondiaria-Sai a Torino e a Milano, negli uffici dell’Isvap di Roma (anche l’ex presidente dell’authority, Giancarlo Giannini, è indagato) e negli uffici dell’information technology di FonSai a Torino, nonché all’analisi della documentazione e all’escussione di testimoni susseguitesi sin dall’avvio dell’indagine.

 

L’iniziativa della Procura di Torino è stata applaudita dalle associazioni dei consumatori e in particolare dall’Adusbef, che ha sollecitato i magistrati a estendere le indagini anche alle autorità di vigilanza e in particolare alla Consob. Va tuttavia sottolineato che proprio grazie al regolamento sulle operazioni con parti correlate emanato dalla Consob nel novembre 2010 è stato possibile far emergere le transazioni immobiliari tra il gruppo FonSai e la famiglia Ligresti al centro delle indagini dei magistrati e per le quali il commissario ad acta della compagnia, Matteo Caratozzolo, si accinge a promuovere nei confronti della passata gestione un’azione di responsabilità. Accuse che lo stesso Salvatore Ligresti ha respinto sottolineando che «le operazioni contestate, peraltro in modo generico, sono sempre state poste in essere nell’interesse di tutti gli stakeholders». (riproduzione riservata)