Pagine a cura di Daniele Cirioli  

Un regalo per la laurea del figlio? Mamma e papà potrebbero pensare al riscatto contributivo per la pensione. Oggi, infatti, il riscatto degli studi universitari (laurea e laurea breve) può essere richiesto anche prima di aver trovato la propria sistemazione lavorativa. In tal caso si paga un onere ridotto, il Fisco dà una mano a chi sostiene il costo partecipando alla spesa per il 19% (quant’è la detrazione fiscale riconosciuta) ed è possibile il pagamento rateale fino a 10 anni senza interessi.

A conti fatti, oggi la spesa per quattro anni di riscatto è di circa 20 mila euro, con uno sconto fiscale (da recuperare su 730 o Unico) di circa 4 mila euro e una rata di 170 euro circa mensili per dieci anni (120 rate).

 

Un valido aiuto alla pensione. Il riscatto è un’opportunità a disposizione del lavoratore, mediante cui può ottenere a proprie spese il riconoscimento di periodi della vita durante i quali è «scoperto» dal punto di vista previdenziale. Ci sono periodi nella vita per i quali non si versano contributi, perché non c’è obbligo e, dunque, di tali periodi non si terrà poi conto nel calcolo della pensione. Tali sono, per esempio, i periodi di studio, di formazione, di astensione per maternità e paternità, di lavoro all’estero.

Per questi periodi, però, con il riscatto ai lavoratori è data la possibilità di acquistare il diritto ad essere conteggiati per intero, sia ai fini del diritto che della misura della pensione.

 

I periodi riscattabili. Il riscatto è possibile per il corso legale di laurea a condizione che l’interessato abbia conseguito il titolo di studio. Si possono riscattare, in particolare: i diplomi universitari (corsi di durata non inferiore a due anni e non superiore a tre); i diplomi di laurea (corsi di durata non inferiore a quattro e non superiore a sei anni); i diplomi di specializzazione che si conseguono successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni; i dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge; gli altri titoli accademici relativi di «laurea» dopo un corso di durata triennale e di «laurea specialistica» al termine di un corso di durata biennale cui si accede con la laurea. Invece, sono esclusi dalla possibilità di riscatto: i periodi di iscrizione fuori corso; i periodi già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto. Infine, per quanto riguarda i diplomi rilasciati dagli istituti di alta formazione artistica e musicale possono essere riscattati i corsi attivati dall’anno accademico 2005/2006 che prevedono il conseguimento dei seguenti titoli di studio: diploma accademico di primo livello; diploma accademico di secondo livello; diploma di specializzazione; diploma accademico di formazione alla ricerca (equiparato al dottorato di ricerca).

 

Quando chiedere il riscatto. Il riscatto può essere chiesto in qualsiasi momento; può riguardare tutto il periodo o singoli periodi. Attenzione, però: il costo del riscatto, che è a totale carico del richiedente, aumenta quanto più vicina è la data della pensione. Ciò suggerisce pertanto di accelerare la valutazione dell’opportunità di chiederlo e di non aspettare il tempo della quiescenza. Peraltro, dal 2008 la facoltà di riscatto della laurea può essere esercitata anche dai soggetti non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza che non abbiano iniziato l’attività lavorativa in Italia o all’estero. La domanda di riscatto va presentata in via telematica; è previsto un’apposita area dedicata del sito Inps.

 

L’onere del riscatto. Il costo varia in base all’epoca cui si riferiscono gli anni da riscattare. Se si tratta di periodi anteriori al 1° gennaio 1996, l’onere del riscatto sarà calcolato con il sistema retributivo che si basa su alcuni dati variabili. La base matematica per determinare il costo del riscatto è costituita da particolari tabelle, che considerano i fattori demografici e previdenziali, e la cosiddetta riserva matematica ovvero dalla quantità di denaro necessaria per coprire l’impegno finanziario che l’Inps dovrà sostenere per corrispondere la pensione maggiorata dal riscatto. Se i periodi da riscattare sono successivi al 1° gennaio 1996, l’importo è determinato con il sistema contributivo, calcolato sulla base dell’aliquota contributiva obbligatoria applicata alla retribuzione lorda (33% per i dipendenti) moltiplicato il numero degli anni da riscattare. Se gli anni da riscattare sono in parte precedenti e in parte successivi al 1° gennaio 1996, il calcolo sarà misto: retributivo per la parte anteriore alla data e contributivo per la parte successiva.

 

Quanto costa se si è inoccupati. La facoltà di riscatto, come accennato, è esercitabile anche da parte di chi, al momento di presentare la domanda, non risulti essere stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza, inclusa la gestione separata, e che non abbia iniziato l’attività lavorativa, in Italia o all’estero. In tal caso, il costo (l’onere dei periodi da riscatto) è costituito dal versamento di un contributo, per ogni anno da riscattare, pari al livello minimo imponibile annuo degli artigiani e commercianti moltiplicato per l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell’assicurazione generale obbligatoria (vigente nell’anno di presentazione della domanda). Per l’anno 2012 il reddito minimo annuo da prendere in considerazione ai fini del calcolo del contributo dovuto dagli artigiani e commercianti è pari a euro 14.927,00; a questo importo va applicata l’aliquota del 33% e si ottiene il costo di un anno di riscatto. Pertanto, chi volesse riscattare il periodo di laurea come inoccupato presentando domanda nel corso di quest’anno dovrebbe pagare, per un anno di corso riscattato, un importo pari a euro 4.925,91 (per quattro anni, dunque, euro 19.703,64).

Il contributo è versato all’Inps che lo tiene parcheggiato in apposita evidenza contabile separata, provvedendo anche a rivalutarlo secondo le regole del sistema contributivo, con riferimento alla data della domanda. Il montante maturato è trasferito, a domanda dell’interessato, presso la gestione previdenziale nella quale l’interessato si iscrive. La norma non prevede un obbligo di presentazione della domanda di trasferimento all’atto dell’iscrizione alla prima gestione previdenziale obbligatoria. L’interessato potrà quindi inoltrare la richiesta anche in un momento successivo indicando, nel caso di diverse gestioni presso le quali sia stato iscritto, quella di preferenza.

 

Come si paga il riscatto. La somma da versare per i periodi da riscattare viene comunicata dall’Inps e può essere pagata in unica soluzione o in forma rateale, in quest’ultimo caso con una rateazione fino a 120 rate senza applicazione di interessi. Diverse le modalità di pagamento: utilizzando il bollettino Mav; online sul sito internet dell’Inps (www.inps.it) utilizzando la carta di credito; telefonando al numero verde gratuito 803.164, utilizzando la carta di credito; rivolgendosi ai soggetti aderenti al circuito «Reti Amiche», utilizzando il numero della pratica e il proprio codice fiscale.

 

Lo sconto fiscale. L’importo del riscatto, che è a totale carico del richiedente, è deducibile dal reddito complessivo ai fini fiscali. In tal caso, dunque, lo «sconto» fruito è dato dall’aliquota marginale Irpef che è pagata dall’interessato. Se, invece, il costo del riscatto non è sopportato dal diritto interesso lo sconto è pari al 19% dell’importo del riscatto, in quanto è detraibile dai familiari dai quali l’interessato risulti fiscalmente a carico.

© Riproduzione riservata