Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha parlato di «sentenza storica». Per quello dell’Ambiente, Corrado Clini, si è trattato di un passo «giusto e inevitabile ». Ieri i giudici della prima sezione del Tribunale di Torino hanno condannato a 16 anni gli ex vertici della Eternit accusati di disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche: il magnate elvetico Stephan Schmidheiny, 65 anni, e il barone belga Louis De Cartier De Marchienne, 91 anni. Il pm Raffaele Guariniello aveva richiesto una condanna a 20 anni. Il processo piemontese è stato il più grande mai celebrato in Europa nel filone dei danni causati dall’amianto: tra i capi d’accusa figurava un elenco di quasi 2.200 morti e altri 665 malati di patologie causate dall’amianto. Una pioggia di risarcimenti è stata poi imposta a favore delle parti civili: 25 milioni spettano al Comune di Casale Monferrato, 20 milioni alla Regione Piemonte e 4 milioni al Comune di Cavagnolo. Alle centinaia di familiari delle vittime in causa andrà un risarcimento tra 30 e 50 mila euro. Nel complesso gli indennizzi raggiungono 80 milioni. Mentre la difesa dei condannati ha già preannunciato ricorso, il pm Guariniello ha detto che per quanto riguarda il filone Eternit bis (che riguarda le morti successive al 2008) è già allo studio l’ipotesi di procedere per omicidio. (riproduzione riservata) Arcangelo Rociola