Nel 2011 si è ridotta del 30% la capacità assicurativa che copre i danni da interruzioni dell’attività per le imprese minerarie. A sostenerlo è un rapporto curato dal broker Willis Group.

Secondo le stime, la capacità globale si attesta a 1,25 mld di dollari (940 mln di euro), in calo rispetto a 1,75 mld (1,32 mld di euro) riportati a inizio anno. Nel 2011 l’industria assicurativa attiva nel settore minerario ha subito perdite per 2,7 mld di dollari (2,03 mld di euro) dovute catastrofi naturali, a cui si sono sommate perdite operative per 835 mln di dollari (692 mln di euro).

Le perdite totali, che, sempre secondo i dati riportati da Willis, hanno raggiunto un totale di 3,5 mld di dollari (2,6 mld di eruo), hanno provocato una contrazione della capacità assicurativa nel settore.

Anche se non si raggiungeranno i livelli di hard market del 2001, si legge ancora nel rapporto, si prospetta un anno difficile per i rinnovi contrattuali delle imprese minerarie, che dovranno affrontare tre rischi principali: l’esposizione alle catastrofi, la possibile interruzione della catena produttiva e la globalizzazione.

A questi rischi bisogna aggiungere il rischio della nazionalizzazione delle risorse e una tassazione punitiva, questioni che non interessano più solo i mercati emergenti, ma anche le economie più sviluppate come gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia, che hanno adottato, ad esempio, misure restrittive agli investimenti cinesi e trattamenti fiscali pesanti per l’industria estrattiva.

Inoltre, gli eventi naturali del 2011, come terremoti, tsunami e inondazioni, hanno alzato la soglia di attenzione degli assicuratori rispetto ai rischi specifici corsi dal settore minerario. Terremoto e tsunami in Giappone, ad esempio, hanno posto le possibili interruzioni della catena produttiva al centro delle preoccupazioni degli operatori dell’industria mineraria. Molte aziende giapponesi, in seguito alla catastrofe, hanno deciso di delocalizzare la produzione all’estero, come in Tailandia, Paese che poi è stato colpito dall’alluvione.

Tre sono i fattori critici che hanno causato la riduzione della capacità assicurativa nel settore minerario e il parallelo aumento dei premi: “Innanzi tutto le perdite subite dall’industria negli ultimi 12 mesi”, ha detto Steve Higginson, practice leader della divisione mineraria di Willis, “in secondo luogo, l’esposizione alle catastrofi naturali, soprattutto terremoti e inondazioni; in terzo luogo, l’aggregazione dei rischi dovuto alla globalizzazione della catena produttiva”.

Tuttavia, ha aggiunto Andrew Wheeler, della divisione mineraria di Willis, le imprese che avranno adottato misure di prevenzione e gestione del rischio innovative e un approccio pro-attivo finalizzato a minimizzare i rischi da catastrofe naturale, potranno comunque sperare in termini contrattuali favorevoli da parte degli assicuratori.

Fonte: Insurance Insight