di Anna Messia

Sono pronti a fare rumore più dei tassisti, anche senza avere clacson a disposizione. Sono gli agenti di assicurazioni che aspettano di conoscere le modifiche all’articolo 34 del decreto Liberalizzazioni e minacciano di non applicare la legge. A meno che il testo non cambi. Si tratta dell’articolo del decreto che affronta il tema del confronto delle tariffe Rc Auto. L’attuale versione, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, prevede che gli agenti siano obbligati a mostrare ai propri clienti tre preventivi diversi, compreso quello della propria compagnia di assicurazione. Ma si tratta di un mero confronto (basta anche mostrare offerte presenti sul web) che tra l’altro non obbliga affatto il venditore a mostrare il prodotto più conveniente. Tutti sono d’accordo sul fatto che ci sarebbe bisogno di rimettere mano all’articolo e nei giorni scorsi l’Isvap, l’istituto di controllo del settore, su richiesta della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha convocato un tavolo tecnico chiamando a raccolta compagnie, agenti e broker, per trovare una soluzione che possa rendere il confronto più semplice da realizzare e soprattutto più utile per i clienti. L’Istituto guidato da Giancarlo Giannini ha presentato le sue proposte in commissioni Industria del Senato, che sta analizzando gli emendamenti. Ma trovare un accordo tra i tanti soggetti interessati sembra più difficile del previsto, al pari di altri argomenti spinosi come quello delle licenze dei taxi o dell’apertura di nuove farmacie. Le difficoltà sono addirittura maggiori, perché al momento l’argomento del confronto delle tariffe Rc Auto sembra essere stato del tutto accantonato e ieri la commissione Industria, che avrebbe dovuto riunirsi in mattinata, ha rinviato (per quattro volte) le votazioni sugli emendamenti al provvedimento, fino a tarda serata. Inizialmente sembrava che un testo condiviso ci fosse: la soluzione ipotizzata prevedeva che i tre preventivi fossero accompagnati da altrettante offerte. Non attraverso il plurimandato (contenuto nella prima versione del decreto) ma grazie a strutture di collaborazione messe in piedi dagli agenti. All’ultimo minuto, però, non si è trovato l’accordo tra Pd e Pdl e al momento in cui MF-Milano Finanza è andato in stampa, la soluzione più probabile sembrava fosse quella di portare in Aula (il passaggio è previsto per mercoledì 29) l’articolo 34 senza modifiche. Un’ipotesi che però rischia di provocare il blackout delle assicurazioni Rc Auto, almeno a sentire il sindacato agenti dello Sna, che conta oggi 7 mila iscritti su 23 mila operanti in Italia. Per far valere le sue ragioni l’organizzazione è pronta «alla disobbedienza civile», come ha dichiarato ieri il presidente Claudio Demozzi. «Se l’articolo venisse licenziato nella sua formulazione originaria», sostengono gli agenti, «ci sarebbe un enorme passo indietro sul terreno delle vere liberalizzazioni e verrebbe smentita la volontà del governo di Mario Monti di dare impulso allo sviluppo e alla concorrenza del mercato assicurativo». E le armi che lo Sna è pronto a mettere in campo per far valere le sue opinioni non hanno nulla da invidiare ai tassisti che hanno bloccato le città per diversi giorni. La prima iniziativa, che sarebbe immediatamente attivata, sarebbe la non applicazione dell’articolo 34 che è già operativo dello scorso 24 gennaio, da quando cioè il decreto Liberalizzazioni è stato pubblicato in Gazzetta. «Gli organismi nazionali dello Sna sono pronti ad autodenunciarsi davanti a Isvap e Ania e a tutte le istituzioni del Paese», spiega Demozzi, «poi verrà data identica indicazione operativa agli enti provinciali dell’associazione e agli esecutivi nazionali del gruppo agenti. Insomma», continua, «circa mille intermediari con la loro azione di disobbedienza renderanno manifesta all’opinione pubblica l’inadeguatezza e l’inapplicabilità delle misure adottate». Tra l’altro accollandosi alti rischi visto che l’articolo 34 prevede che, in caso di assenza di confronto tariffario, il contratto sia nullo e l’Isvap deve sanzionare la compagnia che ha conferito mandato all’agente (obbligato in solido) con una multa compresa tra 50 mila e 100 mila euro. E sono anche pronti a chiudere le agenzie e a restituire i certificati assicurativi alle imprese. (riproduzione riservata)