Pagina a cura di Mari Pada  

Premi scontati in cambio di maggiori e più penetranti controlli da parte delle compagnie assicuratrici. È questo in sostanza il principio a cui si ispirano le novità del decreto liberalizzazioni n. 1 del 2012 approvato nei giorni scorsi. Le compagnie dovranno vigilare maggiormente sul cliente e ridurre i costi per abbassare i premi; i periti, i medici e gli agenti assicurativi dovranno essere più ligi ai propri doveri a pena di ricevere multe salate; i cittadini potranno risparmiare rinunciando a un pezzo della propria libertà di scelta. Le principali compagnie interpellate da ItaliaOggi Sette sono ancora restie a dare un giudizio sulle nuove misure del decreto, in attesa della legge definitiva.

Novità quelle del dl che, a leggere bene, lo sono solo in parte. Alcune norme, infatti, rispolverano leggi già esistenti che o non sono mai state applicate o non hanno avuto il successo sperato. Sono state almeno tre le riforme del settore negli ultimi vent’anni e tutte e tre hanno portato ad aumenti. Gli ultimi dati diffusi a dicembre dal Centro studi auto aziendali mostrano che negli ultimi vent’anni i premi dell’Rc auto sono aumentati quasi del 500%. Gli incrementi maggiori si sono verificati in seguito alla liberalizzazione delle tariffe introdotta il 1° luglio 1994, che, al contrario, avrebbe dovuto garantire una maggiore concorrenza sul mercato e dunque prezzi più equi. Altro momento di svolta doveva partire dalla «lenzuolata» di liberalizzazioni di Bersani dell’allora governo Prodi che ha introdotto nel 2007 gli articoli 149 e 150 del Codice delle assicurazioni private sul risarcimento diretto, dando la possibilità di essere risarciti direttamente dalla propria compagnia di assicurazione, che in questo modo avrebbe potuto vigilare maggiormente sul sinistro. Ma i premi sono lievitati anche per chi incidenti non ne ha mai causati. E oggi è arrivato un nuovo provvedimento che riprende molte norme già esistenti dalla scatola nera a bordo al risarcimento in forma specifica.

Analizzando il decreto (articoli 29-34) si chiede alle compagnie di dare una stretta ai controlli, dal momento della sottoscrizione della polizza al risarcimento dei danni arrivando a gestire anche la parte delle riparazioni. La contropartita per il cliente: riduzioni del premio e agevolazioni. Vediamo come.

Tre preventivi, ma chi li sceglie? Acceleratore sulla concorrenza in fase di selezione e sottoscrizione della polizza. Gli intermediari assicurativi, oltre a dover informare il cliente, in modo «corretto, trasparente ed esaustivo», sulla tariffa e sulle altre condizioni contrattuali, sono obbligati a proporre altri due preventivi di altre compagnie assicurative non appartenenti a medesimi gruppi anche recuperando le informazioni sui siti internet. Il resto è tutto da capire. Il dl non dice se deve trattarsi di preventivi dal costo minore, potendo l’agente scegliere anche tra i più costosi del mercato per spingere il cliente a sottoscrivere il primo preventivo. «C’è da chiedersi quale beneficio potrà mai avere l’utente se, oltre al preventivo della compagnia rappresentata dal suo interlocutore, ne avrà a disposizione altri due con tariffe o condizioni non necessariamente migliorative», ha affermato Claudio Demozzi, presidente nazionale del Sindacato agenti (Sna).

Grande fratello su quattro ruote. Come accade per le assicurazioni mediche, prima di sottoscrivere la polizza, l’assicurato dovrà dichiarare da quali «malattie» è affetta la sua auto. Le compagnie potranno infatti chiedere di ispezionare il veicolo, ma poi dovranno applicare un premio ridotto non si sa bene di quanto. Altri sconti cumulativi, ma le compagnie viaggiano ancora a vista, potranno arrivare nel caso in cui l’assicurato decida di installare una «scatola nera» che registri i movimenti a bordo. La check box è una soluzione prevista dall’attuale normativa e già offerta da diverse compagnie, ma la novità starebbe nella gratuità della sua installazione, sempre che le compagnie non vadano a includere il costo dentro al premio. In questo caso, anziché un risparmio si avrebbe un rincaro. «Le motivazioni per cui la scatola nera non ha ancora riscontrato successo in Italia sono molteplici e molte risiedono nella difficoltà fino a ora riscontrata di ottenere in sede legale il giusto supporto istituzionale in caso di contenzioso», spiegano da Direct Line.

Meno 30% al risarcimento in denaro. Entrando nel vivo del funzionamento di una polizza, il governo Monti ha deciso di dare nuova linfa al risarcimento in forma specifica. Le società assicuratrici già dal 2007 offrono polizze che, in alternativa ai risarcimenti per equivalente, ovvero al rimborso del denaro per pagare la riparazione dell’auto in caso di incidente, a fronte della riparazione del mezzo in officine convenzionate scontano il premio del 5-10%. Con il decreto legge n. 1/2012, invece, si evince che tale clausola, anziché essere prevista a monte, potrà essere applicata in alternativa a un risarcimento per equivalente, accompagnata da idonea garanzia della compagnia sulle riparazioni, di validità non inferiore ai due anni per tutte le parti non soggette a usura ordinaria (articolo 29).

L’assicurato che pretenderà il pagamento, anziché la riparazione, riceverà però un risarcimento decurtato del 30%. «Trasparenza, carrozzerie convenzionate, tariffazione personalizzata sono da sempre principi e strumenti utilizzati da Direct Line per la creazione di un prodotto e servizio ad hoc per ogni cliente», spiegano dalla compagnia, «siamo tuttavia scettici nel giustificare la decurtazione del 30% del risarcimento del danno qualora il cliente scelga di rivolgersi al proprio carrozziere».

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