Sempre più Far East nel business di Pioneer Investment. La società di gestione del gruppo Unicredit, al termine di un processo di revisione strategica, ha individuato quale opzione primaria la crescita organica, con un’attenzione particolare ai mercati orientali, accantonando il progetto di creazione del polo nazionale con Eurizon-Fideuram. L’obiettivo del business plan quinquennale è l’aumento medio annuo delle masse in gestione dell’8%, partendo da una base di 162 miliardi (il dato del 2011). La crescita, ha spiegato Roger Yates, ad di Pioneer Global Asset Management, «sarà modesta nei primi due anni, in base a previsioni prudenziali per l’attesa di un contesto di mercato ancora difficile, e più sostenuta nel triennio successivo». Lo sviluppo internazionale porterà a una diminuzione dell’attività captive sul totale, con la previsione di passare dall’attuale 52% al 40%, mentre gli attivi raccolti fuori dai canali proprietari dalla banca diventeranno il 60%. «L’Asia dovrà diventare molto più importante», ha sottolineato Yates, rilevando che sulla scia dei buoni risultati a Taiwan, dove Pioneer ha raccolto nel 2011 oltre 700 milioni di euro diventando per dimensioni il sesto gestore del Paese, «il gruppo punterà sulla Corea ». Inoltre «è prevista la creazione di una struttura commerciale a Singapore». Attenzione sarà posta sul mercato Usa, «dove esistono potenzialità di crescita sia sul fronte degli investitori istituzionali sia nei fondi comuni». Mentre in Messico «lo sviluppo avverrà con la clientela istituzionale».