di Francesco Ninfole

Non c’è nessuna «deferenza » del governo dei professori verso il mondo della finanza. Il concetto è stato chiarito ieri con forza dal premier, Mario Monti, nell’incontro a Piazza Affari con circa 450 top manager italiani. Una critica severa è stata rivolta proprio al salotto buono della finanza: «Dispiace andare contro la nozione elegante, ma pensiamo che qualche volta in passato il salotto buono abbia tutelato il bene esistente e impedito la distruzione creatrice schumpeteriana, consentendo la sopravvivenza un po’ forzata dell’italianità di alcune aziende, non sempre facendo l’interesse di lungo periodo». Le parole di Monti hanno fatto effetto perché sono state pronunciate, come lui stesso ha sottolineato, proprio «nell’epicentro dei poteri forti», ovvero a Palazzo Mezzanotte, sede della borsa. Come esempio dell’azione già intrapresa, Monti ha ricordato il provvedimento del governo che impedisce la presenza simultanea in più cda di banche e assicurazioni: «Abbiamo ritenuto che fosse opportuno, per la vivacità e per il tono competitivo del sistema italiano». L’incontro di Monti con la comunità finanziaria di Piazza Affari, che segue gli analoghi appuntamenti a Londra e New York, è stato comunque applaudito dalla platea. Innanzitutto perché assieme al polso fermo, il premier ha mostrato capacità d’ascolto, anche nella riunione riservata con una ventina di manager prima del discorso pubblico (si veda articolo a pagina 3). «La nostra posizione si potrebbe riassumere così: guardare in faccia tutti, non guardare in faccia a nessuno», ha puntualizzato Monti. «Cerchiamo di essere sensibili, sul piano intellettuale, a tutte le argomentazioni. Allo stesso tempo ci sforziamo di essere insensibili alle pressioni». L’intervento del premier è stato apprezzato anche perché identica risolutezza è stata manifestata nei confronti di altre forze, a cominciare da quelle sindacali, che possono ostacolare il piano Monti per la crescita. A tal proposito, il primo ministro ha sì auspicato l’accordo con i sindacati riguardo alla riforma del mercato del lavoro (una delle priorità, secondo gli imprenditori), ma ha aggiunto che «si andrà avanti comunque, entro marzo, anche se non si troverà l’intesa». Dichiarazioni che hanno suscitato le reazioni del leader Cisl, Raffaele Bonanni. «Non cerchiamo il consenso, siamo una breve parentesi che durerà al massimo fino alla prossima primavera», ha ribadito il presidente del Consiglio. Una larga parte del discorso di Monti è stata dedicata al tema della crescita. I tagli sembrano per il momento alle spalle, anche in caso di economia bloccata e tassi alti quest’anno. «Non ci sarà bisogno di una nuova manovra perché nelle previsioni di bilancio sono incorporati margini di prudenza». Monti, al contrario, ha annunciato che, grazie agli introiti generati dalla lotta all’inflazione, sarà possibile varare riduzioni fiscali per le fasce più deboli. «Venerdì il Consiglio dei ministri esaminerà il pacchetto di semplificazioni fiscali», ha detto. Resta fermo, invece, il no alle Olimpiadi di Roma del 2020. Sempre in tema di crescita, Monti ha rivendicato l’efficacia delle norme sulle liberalizzazioni e, ricordando un’analisi Ocse, ha assicurato che porteranno «una crescita del 3,5% del pil in 10 anni ». Un contributo allo sviluppo economico potrà arrivare anche dalla borsa («le quotate in media crescono di più e Piazza Affari può dare un contributo fondamentale, in un momento in cui il credito delle banche tende a contrarsi»), dalla giustizia («stiamo scoprendo che si possono fare molte cose») e dalla certezza delle regole («la decisione di aumentare le tariffe autostradali è stata sgradevole, ma cambiare gli accordi sarebbe stato negativo sul piano del mercato internazionale»). Quanto ai privilegi della politica, Monti ha riconosciuto che non è stato fatto ancora abbastanza, ma ha invitato i castologi a considerare anche i progressi fatti: da oggi, ad esempio, saranno pubblicati online i redditi dei ministri. Nessuna novità in arrivo in tema di authority: «Non è in programma la riforma». La crescita, però, non dipende solo dall’Italia. Monti ha ricordato gli sforzi che deve fare l’Europa (si veda articolo a pagina 5). Il premier, intanto, ha voluto rassicurare gli investitori esteri per il lungo termine: «Sono convinto che bisogna avere fiducia: gli italiani hanno saputo digerire interventi pesanti come quello sulle pensioni. Si possono fare riforme in Italia». Il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha sottolineato l’impegno per attrarre più capitali esteri e anche quello per valorizzare il patrimonio immobiliare: «C’è l’intenzione di procedere bene. I tentativi fatti in passato non sono stati un successo». Infine Monti ha precisato di sostenere la tassa sulle transazioni finanziarie soltanto a livello europeo e non nazionale. L’intervento di Monti è stato a lungo applaudito dai presenti, tra cui c’erano anche rappresentanti delle istituzioni. «Mi è sembrato un discorso incoraggiante, tenendo conto che lo sforzo di tutti è cercare di rilanciare il mercato delle piccole e medie imprese. Il governo sta andando in un’ottima direzione», ha detto il presidente della Consob, Giuseppe Vegas. Apprezzamenti anche dal mondo dell’industria. «È estremamente positivo che Monti abbia voluto incontrare la comunità finanziaria italiana», ha osservato l’amministratore delegato di Cir, Rodolfo De Benedetti. «Sono importanti anche gli sforzi del governo per riformare il mercato del lavoro e mi auguro che questo obiettivo possa essere raggiunto con la massima coesione sociale». La riforma del lavoro «è estremamente importante» anche per il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè: «Il governo ha mostrato in questo periodo non solo senso di attenzione, ma disponibilità ad ascoltare», ha detto. Positivi anche i commenti di Gabriele Galateri, Piergaetano Marchetti, Giuseppe Recchi, Alberto Meomartini e Luigi Abete. «Ora l’Europa deve fare la sua parte, l’Italia ha già fatto la sua», ha detto il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini. «Siamo certi che l’incontro contribuirà a rafforzare la fiducia degli investitori sulle prospettive dell’economia italiana», ha commentato il padrone di casa Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana. (riproduzione riservata)