di Andrea Bassi
Quasi fuori tempo massimo ma alla fine la proroga è arrivata. E anche in un modo inusuale, attraverso un comunicato stampa che blocca il pagamento e rimanda a un successivo provvedimento la formalizzazione del rinvio. Come anticipato da milanofinanza. it, oggi banche e sgr non dovranno effettuare il pagamento della prima rata della nuova tassa dell’1% per il 2011 e dell’1,3% per il 2012 sulle attività scudate. La data del versamento, probabilmente, slitterà di solo poche settimane e non di due-tre mesi come chiedevano le banche. Con il provvedimento, come spiega il comunicato di via XX Settembre, «sarà disposto che i versamenti non effettuati fino alla data di entrata in vigore della disposizione di proroga non configureranno violazione in materia di versamenti». Il Tesoro ha giustificato la decisione con le «obiettive difficoltà operative rappresentate dagli intermediari finanziari ». E in effetti le pressioni delle banche e delle sgr sul ministero sarebbero state pesanti. Il problema riguarderebbe soprattutto i capitali rientrati con il primo scudo fiscale, quello del 2001. A oltre dieci anni di distanza, alcune banche che avevano fatto rientrare i soldi sono scomparse, altre sono state oggetto di fusioni e acquisizioni (come Intesa e il Sanpaolo o Unicredit e Capitalia). «Il calcolo delle imposte dovute», ha spiegato a MF Milano Finanza, Vittorio Salvadori di Wiesenhoff, socio del gruppo Tax di Freshfields Bruckhaus Deringer, «è decisamente complicato e le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate per il versamento sono arrivate solo due giorni prima della scadenza». Ma perché non inserire lo slittamento della scadenza nel Milleproroghe approvato ieri con la fiducia in Senato e invece rinviare a un altro provvedimento (il decreto fiscale)? Contro la proroga si sarebbe schierato il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, che dalla tassa sullo scudo conta di incassare circa 1 miliardo solo quest’anno. Solo dopo le pressioni dell’Abi avrebbe acconsentito a un breve rinvio. Il decreto fiscale con la proroga dello scudo dovrebbe vedere la luce nel prossimo cdm. All’interno del testo dovrebbero trovare spazio anche numerose altre misure. Mario Monti si è messo alla caccia di 4 miliardi per evitare che il prossimo mese di ottobre scatti il doppio aumento dell’Iva (dal 21% al 23% e dal 10% al 12%) previsto dalla clausola di salvaguardia per il pareggio di bilancio. In realtà Monti si accontenterebbe di riuscire a limitare lo scatto a un solo punto per ognuna delle due aliquote. Intanto ieri le Entrate hanno emanato l’attesa circolare sulla nuova disciplina fiscale per i fondi immobiliari. Gli investitori istituzionali, per esempio Stato o enti pubblici ma anche organismi d’investimento collettivo del risparmio ed enti di previdenza, potranno fruire del regime fiscale agevolato di tassazione dei redditi che derivano dalla partecipazione al fondo immobiliare, che consiste nell’applicazione di una tassazione definitiva del 20%. Agli investitori diversi da quelli istituzionali che detengono una partecipazione al fondo immobiliare superiore al 5% si applicherà, invece, il regime di tassazione per trasparenza che comporta l’imputazione dei redditi conseguiti dal fondo, indipendentemente dalla loro effettiva percezione, con conseguente obbligo di dichiarazione da parte del partecipante. Gli stessi soggetti, inoltre, saranno tenuti al pagamento di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi pari al 5% del valore medio delle quote detenute alla data del 31 dicembre 2010. I fondi immobiliari in cui almeno un partecipante non istituzionale possedeva una quota superiore al 5% alla data del 31 dicembre 2010 potevano essere messi in liquidazione entro il 31 dicembre 2011. In tal caso sarà dovuta un’imposta sostitutiva pari al 7% del valore netto del fondo, risultante dal prospetto redatto al 31 dicembre 2010. Il 40% dell’imposta andrà versato dalla società di gestione del risparmio entro il 31 marzo 2012, il resto in due rate di pari importo da corrispondere entro il 31 marzo 2013 e il 31 marzo 2014. La sgr dovrà applicare, inoltre, sui risultati conseguiti dal 1° gennaio 2011 e fino alla conclusione della liquidazione, un’imposta sostitutiva delle imposte Irap nella misura del 7%. Questa imposta andrà versata dalla società di gestione del risparmio entro il 16 febbraio dell’anno successivo rispetto a ciascun anno di durata della liquidazione. La nuova tassazione sui fondi immobiliari è stata duramente criticata dagli operatori del settore, che hanno imputato alla stretta la fuga dei capitali stranieri dal mattone italiano.