I revisori dei conti del Lussemburgo non certificano i conti di Starlife, la cassaforte della famiglia Ligresti domiciliata nel Granducato cui fanno capo Sinergia e Imco e il 20% di Premafin, al centro di trattative per la ristrutturazione del debito. Come emerge dal bilancio depositato nei giorni scorsi e consultato da Radiocor, i contabili della Everard & Klein giungono alla conclusione di ‘non poter emettere un’opinione sui conti’ di Starlife per la mancanza di alcune informazioni. La holding ha chiuso il 2010 con un utile consolidato di 29 milioni contro il rosso di 15 milioni del 2009, per effetto di minori costi e con 778 milioni di asset, un centinaio di milioni in meno dell’anno prima. Il debito a fine anno ammontava a 317 milioni di euro (da 360 milioni nel 2009) e le garanzie reali a 244 milioni (da 180 milioni). Le azioni Premafin sono in bilancio a 1,41 euro contro l’attuale quotazione di Borsa di 0,24 euro.

 I revisori spiegano di ‘non avere potuto giudicare se la revisione del bilancio della controllata Sinergia Holding è conforme alle regole internazionali’ e di non aver ottenuto dalla stessa Sinergia alcune informazioni necessarie alla riconciliazione dei mezzi propri da un anno all’altro. Le garanzie reali riguardano le azioni Premafin per 116 milioni, alcuni fondi immobiliari e per 92 milioni la Imco. Il 20% di Premafin, contabilizzato a 117,6 milioni di euro, riflette una svalutazione di 8,5 milioni rispetto al 2009, per ‘un allineamento sul valore dell’attivo netto della quota’, che porta il valore di ognuna delle azioni a 1,4177 euro. Già a fine 2010 la minusvalenza latente rispetto al mercato riportata dal bilancio era di 63 milioni. Anche per gli 1,58 milioni di titoli della Milano Assicurazioni detenuti da Starlife e contabilizzati in base ai valori di Borsa di fine 2010, lo scostamento è forte rispetto alle attuali quotazioni: 1,15 euro contro 0,23. Il patrimonio immobiliare viene contabilizzato per 440 milioni di euro circa, una quarantina in meno del 2009 principalmente di cessioni. Ai ‘Terreni e costruzioni’ dell’attivo immobilizzato per 103 milioni (la tenuta La Cesarina da sola vale 79 milioni), si aggiungono nell’attivo circolante altre proprietà per 58 milioni, prodotti in corso di fabbricazione e commesse in corso per 242 milioni (tra cui alcune strutture dello Ieo per 11 milioni) e prodotti finiti per 35 milioni. I debiti bancari a meno di un anno ammontano a 119 milioni contro i 280 milioni dell’anno prima, già oggetto di una ristrutturazione. I ricavi consolidati ammontano a 241 milioni, 10 in più del 200. A fare la differenza rispetto al 2009 sono gli oneri di gestione, diminuiti a 152 milioni dai 236 milioni dell’anno prima, grazie al crollo della voce ‘prestazione di servizi’ a 76,5 milioni da 167,8 milioni. Voce che comprende una miriade di costi dal funzionamento dei cantieri, alla gestione degli immobili, all’attività’ agricola, all’attività’ di moda e comunicazione, elle consulenze e alle remunerazioni versate ad amministratori, sindaci e, nonostante tutto, revisori.

Fonte: Radiocor