di Gabriele La Monica MF-DOWJONES

Potrebbe passare dalla conversione di una parte del debito di Premafin in strumenti finanziari «quasi-equity» la soluzione per rinegoziare l’esposizione delle banche nei confronti della holding destinata a fondersi con Fondiaria-Sai, Milano Assicurazioni e Unipol Assicurazioni. Le trattative fra la compagnia bolognese e le banche creditrici dei Ligresti per ottenere un alleggerimento dell’indebitamento delle società che saranno coinvolte nella fusione stanno procedendo in maniera serrata e sembra che la soluzione preferita dai creditori sia proprio quella di convertire parte del debito di Premafin non in capitale ma in strumenti equiparabili. L’ipotesi, circolata nei giorni scorsi, di procedere con una conversione in equity di circa un terzo dell’indebitamento di Premafin (superiore ai 300 milioni) avrebbe infatti trovato freddo il fronte bancario. Da un lato, infatti, le banche sarebbero preoccupate dei possibili impatti sui propri conti della conversione, seppur parziale, dei crediti in capitale. Poiché Premafin sarà fusa in una nuova compagnia assicurativa che rimarrà quotata, i titoli ottenuti saranno oggetto di una valutazione mark to market. C’è dunque il rischio che, nel caso questi titoli dovessero deprezzarsi, ci possa essere un impatto diretto sui conti delle banche. Ci sarebbe poi un secondo elemento che sconsiglierebbe di procedere su questa strada. In cambio della rinuncia a parte del credito, Mediobanca, che è esposta per circa 75 milioni verso Premafin, si troverebbe azionista, seppur con una quota minoritaria, della nuova compagnia assicurativa e, in virtù del ruolo di primo azionista delle Generali, potrebbe essere costretta dall’Antitrust a cedere forzosamente sul mercato le azioni. È oggetto di riflessione anche l’indebitamento di FonSai. In particolare, al tavolo delle trattative si sta ragionando, fra l’altro, sul prestito subordinato da 1,05 miliardi concesso da Mediobanca alla compagnia. Unipol vorrebbe ridurre l’ammontare attraverso un rimborso parziale. Intanto Axa, che indiscrezioni avevano indicato come pronta a contrastare Unipol nelle sue mire su FonSai, sta alla finestra. Secondo fonti accreditate, nelle settimane scorse alcuni rappresentanti della compagnia francese hanno incontrato i vertici di Mediobanca in una riunione del tutto interlocutoria. In realtà, spiegano fonti finanziarie, i francesi non avrebbero alcuna ambizione di prendere tutta la preda, ma sarebbero interessati solo ad alcuni asset. Oggi si riunirà il cda di Unipol per convocare l’assemblea dei soci che dovrà varare l’aumento di capitale da 1,1 miliardi e per nominare gli advisor legale e finanziario a supporto dell’operazione. (riproduzione riservata)