A differenza del libro di Milan Kundera, nel quale tra le righe si diceva che le scelte che ognuno di noi compie nella sua breve o lunga vita appaiono irrilevanti davanti allo scorrere inevitabile delle nostre vite e in ciò risiede la loro leggerezza, in futuro a essere evanescente sarà sicuramente l’entità della pensione; tema tornato alla ribalta da quando il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero ha reso fattive le sostanziali modifiche al calcolo delle pensioni, passando dal sistema retributivo a quello contributivo e innalzando l’età del pensionamento (si veda a tal proposito l’articolo a firma di Domenico Comegna nella pagina successiva). In tempi non sospetti, a maggio 2011, la Covip nella sua relazione annuale sottolineava la necessità, per conciliare l’adeguatezza delle prestazioni con la sostenibilità della spesa, di intervenire sull’età effettiva di pensionamento e sul periodo contributivo necessario per acquisire il diritto al trattamento pensionistico. E queste valutazioni scaturivano da alcune determinanti rilevazioni, quali l’allungamento della speranza di vita e il conseguente ampliamento del periodo di erogazione delle prestazioni (si veda al riguardo la rubrica Portafoglio a pagina 40); il rallentamento della crescita economica, che continua a frenare l’espansione della massa contributiva e le difficili condizioni in cui versavano le finanze pubbliche. Ciò emergeva anche dalla Consultazione realizzata dalla Commissione europea del Libro verde «Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa». E proprio la Commissione europea, a Bruxelles lo scorso 16 febbraio, ha presentato alla stampa il Libro bianco «Un’agenda dedicata a pensioni adeguate, sicure e sostenibili », evidenziando come l’invecchiamento della popolazione rappresenti uno dei principali problemi dei sistemi pensionistici in tutti gli Stati membri. «Se uomini e donne», si legge nel documento, «che vivono più a lungo, non restano anche in attività più a lungo e non risparmiano in misura maggiore per la pensione, l’adeguatezza delle pensioni non potrà essere garantita: l’aumento previsto delle spese si rivelerà infatti insostenibile. Entro il 2060, la speranza di vita alla nascita dovrebbe aumentare, rispetto al 2010, di 7,9 anni nei maschi e di 6,5 anni nelle femmine. Ciò significa che le persone di età superiore a 60 anni aumentano ogni anno di circa 2 milioni, quasi il doppio cioè rispetto alla fine degli anni 90 e all’inizio del decennio successivo. Al contrario, il numero di persone in età lavorativa primaria (20-59) si ridurrà ogni anno nei prossimi decenni». E l’attuale crisi economica e finanziaria non farà che acuirne le conseguenze. László Andor, commissario Ue responsabile per l’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione, ha quindi sottolineato la necessità che si sviluppino e si attuino strategie globali per adeguare i regimi pensionistici all’andamento della contingenza economica e demografica, definendo essenziale una riforma dei regimi pensionistici e delle pratiche di pensionamento. E i primi passi, in Italia, sono stati compiuti. Il Libro bianco è chiaro poi nell’individuare alcune importanti sfide rappresentate dalle pensioni: garantire la sostenibilità finanziaria dei regimi pensionistici, tenuto conto che le pensioni rappresentano una parte assai ampia e in aumento della spesa pubblica, ovvero in media attualmente oltre il 10% del pil e probabilmente il 12,5% nel 2060; mantenere l’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche, prolungando ad esempio la vita attiva dei lavoratori, opzione auspicata anche dai cittadini come recentemente rilevato dall’Eurobarometro della Commissione europea, aumentando anche la partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei lavoratori più anziani fornendo adeguate condizioni. Tra le raccomandazioni della Commissione poi, scaturite dalle analisi annuali di crescita (Annual Growth Surveys – AGS) effettuate dalla Commissione di recente, si sottolineava la necessità di promuovere il risparmio a fini di pensioni complementari per migliorare evidentemente i redditi dei pensionati. Sì, perché Manovre, Riforme e Decreto Salva- Italia non basteranno a rendere il sistema pensionistico pubblico sufficiente al mantenimento del livello di vita abituale degli italiani, visti gli attuali tassi di sostituzione (il rapporto tra l’ultimo reddito e l’entità della pensione pubblica). Continuerà a essere necessario integrare la pensione pubblica con una forma di previdenza complementare, che però agli italiani sembra non piacere. Un po’ per paura, forse, e un po’ per ignoranza, perché il tema della pensione sembra così lontano da far rimandare qualsiasi relativa scelta finanziaria. Eppure, ormai si dice da tempo quanto costi, in euro parlando, rimandare le proprie decisioni. Basti pensare che queste considerazioni sono anche contenute nell’annuncio che il sopraccitato ministro Fornero ha pubblicato nella prefazione del libro Guida alle pensioni integrative, uscito sabato 18 febbraio, che individua nella famigerata «busta arancione» dell’Inps, rendiconto dei contributi versati sul conto previdenziale di ciascun lavoratore, e nell’educazione finanziaria i primi due strumenti utili agli italiani per compiere scelte consapevoli per il proprio futuro. Quanto al tema dell’alfabetizzazione finanziaria fino ad oggi qualcosa è stato fatto ma, come rimarcato dall’Ocse, è importante che gli interventi realizzati in materia non vengano dispersi. Si fa quindi un richiamo a un impegno comune tanto degli Stati membri quanto all’interno di ciascuno di questi di politiche omogenee e coordinate dagli organi competenti. Nel frattempo, in tale contesto, promotori finanziari e Anasf stanno facendo la loro parte: i primi nel contatto quotidiano con i risparmiatori, rappresentando un veicolo interessante per i prodotti del comparto previdenziale oltre che di conoscenze in ambito di educazione finanziaria; la seconda in termini di alfabetizzazione finanziaria degli studenti attraverso l’iniziativa «Economic@menteTM – Metti in conto il tuo futuro». E ancora in arrivo ci attendono alcuni importanti appuntamenti in materia: il primo in ordine cronologico è il convegno di Primavera di mercoledì 29 febbraio a Roma, presso la Sala conferenze della Cassa Forense, dal titolo: «La sostenibilità finanziaria delle promesse pensionistiche », organizzata da Itinerari previdenziali, che proporrà anche una riflessione su Casse di previdenza e fondi pensione (che oggi gestiscono oltre 120 miliardi di euro dei quali pochi investiti nel Paese) considerabili come una importante risorsa per il Paese che può produrre significative ricadute economiche sul tessuto produttivo innescando una spirale virtuosa che porterebbe in ultima analisi a un miglioramento complessivo del tasso di crescita del pil (si veda nel servizio l’intervista ad Alberto Brambilla). Insomma, il messaggio che proviene da tutti è: non perdiamo tempo.