VITO DE CEGLIA

Dopo un 2011 pesante sul fronte degli eventi catastrofici, il naufragio della Costa Concordia è il primo importante disastro del 2012 che avrà senza dubbio una effetto imponente sul mercato delle assicurazioni e riassicurazioni, con richieste di indennizzi che potranno arrivare, e addirittura superare, il miliardo di dollari. Almeno è questa la stima provvisoria riportata da Moody’s nel suo consueto Weekly Credit Outlook, nel quale si legge che «le perdite relative alla Costa Concordia non peseranno tanto sulle compagnie né a livello di redditività né a livello di capitale, ma contribuiranno alla percezione degli investitori che le riassicurazioni non riescono a coprire i costi del capitale».
In sostanza, la società di rating si sofferma su un problema, quello delle riassicurazioni, che il naufragio della Concordia ha riportato a galla. Un disastro che di fatto contribuirà a deprimere ulteriormente i prezzi delle riassicurazioni ormai da oltre tre anni sotto il valore di libro, ma soprattutto costringerà la compagnie assicurative a rivedere i loro tradizionali rapporti. A questo punto, diventa emblematico il caso della Costa Concordia: la nave è stata assicurata per 395 milioni di euro (corrispondenti a 507 milioni di dollari), secondo quanto riferiscono fonti industriali, e sono almeno 28 le compagnie che potrebbero risultare impegnate nella copertura finanziaria del disastro.
In attesa di capire come evolverà la situazione, su un punto tutti gli operatori del settore sono d’accordo: il naufragio della Concordia rivoluzionerà il mercato assicurativo e riassicurativo, in particolare quello relativo al segmento marittimo. Già ora, i segnali che arrivano non sono incoraggianti: mentre gli assicuratori sono alle prese con il più costoso incidente della storia navale, alcune compagnie infatti stanno mettendo in dubbio la possibilità di offrire copertura finanziaria in un mercato estremamente competitivo e rischioso come quello marittimo, che offre poche o addirittura nessuna opportunità di guadagno. A finire nel mirino, però, non sono solo le compagnie da crociera ma anche le navi merci e le navi che trasportano materie prime come ferro e carbone. Un’ulteriore conferma di questo trend negativo arriva da un documento dell’International Union of Marine Insurance, che sottolinea come l’assicurazione destinata agli scafi, che copre i danni materiali all’imbarcazione, non è riuscita nel complesso a generare profitti per 15 anni consecutivi. Risultati migliori ha avuto il settore dell’assicurazione cargo, che ha però subito forti perdite nel 2011.
Resta ora da decifrare quali ricadute concrete avrà sull’intero comparto l’incidente del Giglio, considerato che quello marittimo non è l’unico segmento di mercato finito sotto pressione negli ultimi mesi, a causa di disastri naturali e non. Intanto, una prima indicazione sullo stato di salute del mercato si può evincere da un recente report pubblicato da Marsh, società specializzata nel brokeraggio e nella consulenza sul rischio, nel quale si legge che «nel quarto trimestre del 2011 i tassi assicurativi mondiali hanno continuato ad aumentare in molte delle aree geografiche e linee di business che hanno subito perdite. Ciononostante, vi sono anche molti rami in cui è possibile ottenere delle riduzioni di premio».
Marsh puntualizza: «A dispetto del record di perdite assicurative a causa di catastrofi, che hanno superato i 100 miliardi di dollari, la capacità nel mercato assicurativo mondiale resta abbondante e in generale non si nota una crescita dei tassi. Tuttavia — aggiunge la società — gli assicuratori stanno rispondendo alle perdite record cercando di incrementare i tassi sui clienti con perdite ed esposizione a catastrofi ingenti». Per esempio, quasi le metà dei clienti di assicurazione property di Marsh Us hanno visto un incremento dei tassi per i rinnovi durante la seconda metà del 2011, rispetto al 31% dei clienti nella prima metà. La maggior parte di questi incrementi sono comunque applicati a programmi con esposizioni significative a catastrofi, mentre i clienti con livelli di esposizione bassi o non esposti sono stati in grado di ottenere una riduzione dei tassi nel secondo semestre dell’anno.
«Il mercato assicurativo mondiale resta ben capitalizzato e generalmente competitivo — afferma Dean Klisura, U. S. risk practices leader di Marsh — Le perdite record legate alle catastrofi registrate quest’anno determinano un cambiamento nei prezzi per clienti che hanno avuto sinistri nel ramo, ma non ci sono cambiamenti in generale nei prezzi di mercato. I fondamentali restano infatti generalmente solidi».
Secondo il report di Marsh, i paesi colpiti dai maggiori eventi catastrofici nel 2011 hanno visto la più alta crescita dei tassi per la copertura property da catastrofe nel trimestre: in Giappone ad esempio i rinnovi di programmi con rischi da terremoto sono cresciuti fino al +50%. In Tailandia, dove si stima che le perdite da inondazione vicino Bangkok supereranno i 10 miliardi di dollari, i rinnovi hanno registrato incrementi fino al +30%. In generale, i costi di Employee Benefit sono cresciuti in modo rilevante durante il trimestre a seguito dell’aumento dei costi medici: in India, ad esempio, i tassi hanno registrato un +20%. I tassi per coperture D&O in Cina e negli altri grandi mercati emergenti, come Brasile e India, continuano a crescere, mentre negli altri mercati principali restano stabili o scendono.