di Luca Gualtieri

La Grecia pesa sul bilancio del Crédit Agricole, che può consolarsi soltanto con le attività della controllata italiana Cariparma. Nel 2011 il gruppo francese guidato da Jean-Paul Chifflet ha visto drasticamente calare l’utile da 3,6 miliardi a 812 milioni a causa della crisi della Grecia e di consistenti costi di ristrutturazione. La banca ha infatti aumentato gli accantonamenti sulle perdite sui titoli di Stato greci dal 60% al 74% del valore nominale e la percentuale di copertura contro i crediti in sofferenza della controllata ellenica Emporiki (acquisita nel 2006) al 54%. In tutto Atene è costata 2,4 miliardi. La controllata transalpina ha registrato una perdita netta consolidata di 1,47 miliardi, contro un utile di 1,26 miliardi nel 2010. «I fondamentali dell’Agricole, insieme alla rapida attuazione delle misure previste dal piano di adeguamento, daranno al gruppo i mezzi per far fronte al nuovo modello economico e quadro finanziario », ha spiegato Chifflet. Sono stati migliori i risultati di- Cariparma, la controllata italiana guidata da Giampiero Maioli. Il gruppo ha realizzato un risultato netto di 200 milioni e un roe del 5,8% (normalizzato rispetto agli oneri legati al processo di integrazione). Gli impieghi ammontano a 34,8 miliardi e la raccolta diretta a 35,6 miliardi. I coefficienti patrimoniali sono migliorati: il core tier 1 ora è all’8,3%. (riproduzione riservata)

La perdita di Dexia si allarga a 11,6 mld

 

Un rosso record di circa 11,6 miliardi. È quanto ha registrato nel 2011 la banca franco-belga Dexia, la cui pessima performnace è legata soprattutto al portafoglio di titoli di Stato greci, ma anche ai fallimentari investimenti in Belgio, Francia e Lussemburgo. Il risultato è che l’istituto non ha più liquidità, e alla fine del 2011 il suo capitale risultava negativo per 320 milioni di euro. In un comunicato pubblicato ieri la banca ha sottolineato l’impossibilità di pagare dividendi ma soprattutto che l’evoluzione del business dipende da «fattori esterni sui quali Dexia non ha alcun controllo», come il piano di salvataggio che è ancora in attesa dell’approvazione da parte della Commissione europea. La banca ha anche comunicato che in futuro potrebbe servire un’ulteriore iniezione di capitale. Va ricordato che nell’ottobre scorso, proprio a causa del cattiva situazione finanziaria dell’istituto, è stato deciso lo smembramento del gruppo, La spezzatino ha visto le autorità del Belgio acquisire per 4 miliardi il business nazionale di banca al dettaglio, mentre la francese Caisse des Depots ha preso il controllo della controllata Dexia Municipal Agency, molto attiva nel finanziamento degli enti locali francesi. Ancora in cerca di acquirenti le controllate di Dexia in Lussemburgo e Turchia. (riproduzione riservata)