Le interruzioni non pianificate alle linee di comunicazione e all’uso della tecnologia IT sono la minaccia numero uno delle imprese, secondo un’indagine condotta dal Business Continuity Institute. Seguono le violazioni della privacy e l’eventuale furto di informazioni confidenziali, gli attacchi cyber, le avverse condizioni meteo e l’interruzione delle utenze (acqua, gas, elettricità, smaltimento dei rifiuti).

Il sondaggio, “Horizon Scan 2012”, ha visto la partecipazione di 458 organizzazioni in 49 Paesi, alle quali è stato chiesto di valutare il livello di rischio per ciascuna delle 28 minacce indicate, sulla base dei sistemi di risk assessment interni. Le prime cinque minacce sono risultate le seguenti:

Interruzioni non programmate delle comunicazioni e delle tecnologie IT– 74%
Violazione delle informazioni (es. perdita o furto di informazioni confidenziali) – 68%
Attacchi informatici (es. malware, rifiuto d’accesso) – 65%
Avverse condizioni meteorologiche (es. tornado, inondazioni, siccità) – 59%
Interruzione delle utenze (es. acqua, luce, gas, smaltimento dei rifiuti) – 56%

I risultati sono stati pressoché analoghi a livello globale, con due eccezioni.

Gli intervistati indiani hanno citato disagi legati alla rete di trasporto, disordini sociali e incendi come le prime tre minacce. In Giappone, invece, al primo posto figurano il rischio terremoto e tsunami, al secondo posto il rischio di incidente ambientale e al terzo l’interruzione delle utenze.

Anche a livello di settore non c’è stata grossa differenziazione. Tuttavia, gli intervistati del settore manifatturiero hanno indicato l’interruzione della catena produttiva come prima preoccupazione, seguita dall’interruzione improvvisa delle linee di comunicazione e dagli incidenti legati alla sicurezza del prodotto.

Il sondaggio ha chiesto ai partecipanti anche di esprimere una valutazione rispetto al livello di investimenti previsto al fine di mitigare tali rischi. Il 10% degli intervistati ritiene che gli investimenti diminuiranno, il 53% ritiene che gli investimenti rimarranno gli stessi, mentre il 25% ritiene che aumenteranno.

Lyndon Bird, direttore dello sviluppo tecnologico presso il BCI, ha notato un trend positivo nei risultati della ricerca. “L’approccio che guarda alla continuità dell’attività aziendale viene applicato più che in passato”, ha detto Bird. “Questo conferma che c’è un riconoscimento da parte del management dell’importanza di adottare una strategia all risks che tenga in considerazione tutti gli aspetti dell’attività aziendale, al fine di ridurre al massimo i rischi da interruzione dell’attività”.

 

Risultati completi a disposizione sul sito: http://www.bcifiles.com/BCIHorizonScan2012.pdf

Fonte: Commercial Risk Europe