«Nessun contatto» c’è stato tra la famiglia Ligresti e la cordata composta da Palladio Finanziaria. A ufficializzare la posizione comune degli attuali azionisti di riferimento di Premafin è stato il presidente della finanziaria Giulia Ligresti che, ieri, al termine di uno dei tanti incontri tra le varie parti interessate al progetto di salvataggio del polo assicurativo Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni è uscita allo scoperto con le agenzie stampa. Una dichiarazione formale che fa il paio con quanto trapela da ambienti vicini alla famiglia siciliana trapiantata da decenni a Milano e ora ricompattata a sostegno dell’opzione di salvataggio targata Unipol. Una vicinanza e una comunione d’intenti quella tra i Ligresti e la compagnia bolognese guidata da Carlo Cimbri che con ogni probabilità emergeranno chiaramente anche domani durante il consiglio d’amministrazione di Premafin convocato appositamente per prendere visione e valutare la proposta di aumento del capitale fino a 450 milioni (50 milioni in più di quanto messo sul piatto da Unipol) avanzata dal tandem Matteo Arpe (Sator) e Roberto Meneguzzo (Palladio Finanziaria) ma condizionata all’accettazione da parte delle banche creditrici della finanziaria dei Ligresti. E siccome tra gli istituti esposti complessivamente per 368 milioni, la parte del leone la fanno Unicredit (110 milioni) e Mediobanca (75 milioni) che appoggiano apertamente la soluzione-Unipol, ecco che il tentativo di scalata di Arpe e Meneguzzo (alla quale non aderirà Leonardo Del Vecchio («Per l’amor di Dio, non c’entro niente», ha dichiarato ieri il patron di Luxottica) si fa sempre più arduo. Per questa ragione le due finanziarie che insieme già posseggono ufficialmente l’8% di FonSai hanno chiesto un incontro urgente con le sette banche esposte (oltre a Mediobanca e Unicredit, nell’elenco figurano Cariparma, Bpm, Banco Popolare, Ge Capital e Intesa Sanpaolo) proprio in vista del cda di domani e della nuova riunione in calendario per lunedì 5 marzo. Ieri, intanto, sul progetto di fusione e ristrutturazione di FonSai targato Unipol è tornato il presidente della compagnia, Pierluigi Stefanini, per il quale l’aggregazione «mira a creare le condizioni perché il settore assicurativo possa essere più europeo, più moderno e più rispettoso dei propri interlocutori, a partire dagli assicurati». E per raggiungere questo obiettivo, secondo Stefanini, l’unica soluzione è la crescita delle masse e delle strutture anche «per essere più influenti nel mercato, fare economie di costi, determinare economie di competenze nelle imprese». Ma c’è anche un aspetto sociale nel piano di Unipol ed è quello di «portare nel mercato i nostri valori e le nostre competenze ». Infine, per rafforzare la sua tesi il manager ha precisato come la discesa in campo di Unipol sia legata alla volontà «di dare una risposta a un problema di un’azienda (FonSai, ndr) che è in grave difficoltà e quindi favorire un salvataggio in un settore come quello assicurativo che è molto importante per il Paese». Ovviamente, anche «il gruppo emiliano, i suoi interlocutori, gli azionisti, gli agenti e tutti i lavoratori ne trarranno vantaggio», ha concluso Stefanini. Intanto sull’anomalo andamento del titolo Premafin (ieri ha perduto il 12,5% dopo il balzo del 20% di lunedì) la Consob continua a vigilare con grande attenzione anche perché sul trend di borsa delle azioni della finanziaria dei Ligresti nel periodo che va dal dicembre 2011 al gennaio 2012 è in corso un’indagine della Procura di Milano. Nel frattempo, gli uomini della Commissioni presieduta da Giuseppe Vegas stanno analizzando il rapporto (patto di consultazione) ufficializzato a metà febbraio tra Sator e Palladio Finanziaria. (riproduzione riservata)