Qualche crepa nel sistema delle Coop di fronte all’opportunità di acquisire Fondiaria Sai soprattutto di fronte all’ingente esborso 500 miliardi da mettere sul piatto dell’aumento di capitale di Finsoe per finanziare a cascata la ricapitalizzazione di Unipol e l’acquisto della compagnia dei Ligresti? Qualche dubbio di fronte al nuovo scenario dove sono apparsi la Palladio e la Sator? O, più semplicemente, bisogno di tempo per vedere come mettere assieme queste risorse?
Di certo si sa che l’assemblea della Finsoe avrebbe dovuto tenersi la scorsa settimana a Bologna, ma invece è stata rinviata
dagli stessi soci, cioè dalle cooperative. Difficile però pensare che Unipol si sarebbe imbarcata in un’operazione del genere se i soci non fossero stati, almeno nella stragrande maggioranza, convinti fin dall’inizio della bontà e dell’utilità dell’operazione.
In effetti, da ciò che trapela a Bologna, la ragione del rinvio sarebbe la difficoltà pratica di trovare un accordo su come fare la ricapitalizzazione. Si sa infatti che non tutti gli azionisti di Finsoe hanno le stesse disponibilità finanziarie. Ma, allo stesso tempo, nessuna cooperativa dovrebbe diluirsi o uscire dall’azionariato. L’idea cui si sta lavorando è quella di far sì che le coop più “ricche” diano una mano a quelle più “povere” mediante la sottoscrizione pro tempore di nuove azioni Unipol con un’opzione call per restituirgliele quando i bilanci di queste ultime lo renderanno possibile. Le coop più ricche sono azioniste dirette, da quelle di consumo (Coop Adriatica, Nordest, Estense, Tirreno, Lombardia, Liguria e Novacoop) ad altre realtà del sistema emiliano come il consorzio Ccpl, Finbon e Coopitalia. (a.b.)