di Andrea Di Biase

 Il patto di consultazione sull’8% di Fondiaria-Sai tra Palladio Finanziaria e Sator potrebbe allargarsi in futuro anche a uno o più investitori terzi. ?? questa una delle previsioni più rilevanti contenute nel testo dell’accordo tra la società vicentina guidata da Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago e il fondo di Matteo Arpe, depositato nella giornata di ieri, e il cui contenuto è stato anticipato da milanofinanza. it. Per ora, secondo quanto riferito da fonti finanziarie, è prematuro parlare di eventuali nuovi ingressi nel patto; tuttavia Palladio e Sator hanno preso ufficialmente in considerazione questa possibilità, che potrebbe dunque realizzarsi concretamente in un futuro non così lontano. Ma non è tutto. L’accordo che, secondo quanto messo nero su bianco dagli avvocati, non è riconducibile né a un sindacato di voto né a un sindacato di blocco, considerato che attualmente prevede solo il reciproco impegno tra Palladio e Sator a consultarsi su alcune materie rilevanti, potrebbe in futuro trasformarsi in un vero e proprio patto parasociale rilevante ai sensi dell’articolo 122 del Tuf o addirittura prendere la forma di un veicolo societario, al quale i pattisti, che magari potrebbero anche essere cresciuti di numero, conferirebbero le proprie partecipazioni in Fondiaria-Sai. Si tratta di elementi non secondari, sia da un punto di vista strategico, visto che la possibilità di allargare il fronte dei soggetti che si oppongono al progetto di integrazione tra Unipol e FonSai lascia intravedere nuove mosse da parte di Palladio e Sator, sia dal punto di vista regolamentare, considerato che, nel caso in cui l’accordo di consultazione si trasformasse in un patto di sindacato vero e proprio o il pacchetto di azioni della compagnia venisse girato a una newco, i soci pattisti verrebbero considerati come un unico soggetto dall’Isvap e dovrebbero dunque essere autorizzati nel caso decidessero di salire congiuntamente sopra la soglia del 10%. Questa eventualità potrebbe addirittura essersi già realizzata, almeno stando alle indiscrezioni di mercato che danno i due scalatori ormai prossimi, ciascuno per la sua parte, al 9,9% di FonSai, anche se l’annuncio ai sensi di legge potrebbe arrivare solo alla fine della prossima settimana. Proprio per vederci più chiaro su questi aspetti, e in particolare per verificare se già nella sua versione attuale l’accordo possa configurarsi come un patto di sindacato vero e proprio, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni ha chiesto a Palladio e Sator il testo integrale dell’intesa. E già oggi è possibile che i consulenti legali dei due scalatori si rechino all’Isvap per illustrare ai tecnici dell’authority gli aspetti salienti dell’accordo, ribadendo che si tratta solo di un patto di consultazione e che anche l’ipotesi della newco sarebbe stata introdotta solo una «clausola standard di stile». Se l’Isvap dovesse accertare che i due investitori si stanno muovendo già in questa fase in maniera concertata potrebbe condizionare l’eventuale superamento della soglia del 10% in Fondiaria-Sai all’analisi delle eventuali strategie di Meneguzzo e Arpe sul futuro della compagnia attualmente presieduta da Jonella Ligresti. Strategie che, almeno per il momento, non sono ancora stata pubblicamente esplicitate né da Meneguzzo né da Arpe. Nel testo dell’accordo, che prevede già in questa fase un diritto di prelazione nel caso uno dei pattisti decidesse di cedere le proprie azioni della compagnia assicurativa, si parla solo di un «piano di rafforzamento patrimoniale di FonSai», senza specificare però se il riferimento è al prossimo aumento di capitale da 1 miliardo organizzato da Mediobanca nell’ambito dell’operazione Unipol o se invece si tratta di un piano alternativo. Nel caso in cui, invece, dopo gli approfondimenti del caso, l’autorità di vigilanza non dovesse riscontrare alcun profilo di criticità sul testo del patto di consultazione, Palladio e Sator sarebbero liberi di acquistare individualmente fino al 9,9% del capitale di FonSai, arrivando così senza chiedere l’autorizzazione fino a una soglia congiunta del 19,9%. Soglia che potrebbe anche essere superata se, come esplicitamente previsto dal testo dell’accordo di consultazione, il patto si arricchisse di altri partecipanti. Tracciare ora l’identikit di questi nuovi investitori potrebbe essere prematuro. Ieri il ceo di Axa, Henri de Castries, pur non commentando i rumor che indicano il colosso francese come uno dei possibili soggetti interessati a FonSai, ha ribadito l’interesse a fare «affari in buone condizioni» in Italia. Ma secondo fonti attendibili la compagnia francese sarebbe interessata solo ad alcuni asset di Fondiaria-Sai che potrebbero essere messi in vendita, per rientrare nelle soglie Antitrust, nel caso l’integrazione con Unipol andasse in porto. Ieri Finsoe, la holding cui fa capo il controllo della compagnia bolognese, ha confermato l’impegno e sostegno alla realizzazione del progetto con FonSai. (riproduzione riservata)