Sarà Generali Immobiliare Italia sgr a gestire gli immobili del fondo pensione di Unicredit, un portafoglio del valore di 500 milioni di euro. Con la vittoria nella gara indetta dal fondo previdenziale di Piazza Cordusio (assistito da Kpmg in qualità di advisor), salirà a 5 miliardi il patrimonio gestito dalla sgr immobiliare, di cui 2 miliardi per conto di investitori terzi. Prende così corpo la nuova strategia del Leone di Trieste nel real estate, avviata lo scorso dicembre con la revisione della struttura organizzativa del gruppo assicurativo nel comparto. Una vera rivoluzione, che oltre a concentrare in Italia tutte le attività immobiliari del gruppo sotto il coordinamento della nascente Generali Real Estate (pienamente operativa dal prossimo 1° luglio) guidata da Giancarlo Scotti, aggiorna al rialzo i target di crescita del patrimonio immobiliare gestito dalla compagnia: il 6% l’anno da qui al 2016, passando dagli attuali 28 miliardi di euro (sparsi in 11 Paesi del mondo) a quota 36 miliardi, in buona parte grazie all’aumento degli asset gestiti per conto terzi. Oggi non più del 10% del patrimonio in gestione fa capo a investitori diversi dal gruppo assicurativo: la percentuale dovrà man mano portarsi verso il 15-16%. Più in dettaglio, Generali Immobiliare Italia sgr, la controllata del gruppo triestino specializzata nella gestione di fondi real estate, dovrà istituire e gestire quello promosso dal fondo pensione Unicredit, veicolo in cui confluiranno una parte degli stabili dell’ente previdenziale di Piazza Cordusio, del valore appunto di 500 milioni. Il fondo pensione continuerà invece a seguire direttamente la gestione degli immobili residenziali, che valgono circa 220 milioni. «Ma la vittoria di Generali Immobiliare Italia assume grande importanza anche per molti altri motivi», spiega Giovanni Paviera, capo della sgr immobiliare fin da sua nascita sei anni fa. «Nella gara a inviti, di natura competitiva, ci siamo affermati rispetto alle altre principali società di gestione italiane, e non solo sulla base dell’offerta economica. Con quest’operazione diventiamo inoltre la seconda sgr immobiliare italiana. Infine, il fondo pensione Unicredit, oltre a essere un nome di prestigio, risponde al profilo ideale dei nostri investitori istituzionali, essenzialmente di natura assicurativa e previdenziale: quindi orizzonte di lungo termine, basso rischio, rendimento ordinario importante». Ma se il primo obiettivo è stato raggiunto, la strada verso i target di crescita è ancora lunga. «Pensiamo di aumentare la partecipazione alle gare», continua Paviera, «ma ciò non esclude la crescita attraverso l’istituzione di nuovi fondi immobiliari, sempre con investitori del nostro profilo, quindi di lungo periodo. Privilegeremo comunque la crescita diretta, anche se il consolidamento in atto del settore, dovuto all’eccessivo numero di gestori e di fondi immobiliari, potrebbe offrire ulteriori opportunità. Allo stesso modo, ma anche in questo caso è difficile stimare tempi e modi, buone opportunità potrebbero arrivare dalla valorizzazione e dismissione del patrimonio pubblico, processo che seguiamo con grande attenzione». Oggi la società di gestione guidata da Paviera conta sette fondi immobiliari riservati a investitori istituzionali, che diventeranno otto con quello del fondo pensione Unicredit, investiti per lo più in uffici, anche se non manca una piccola quota nel residenziale (5%), nel comparto commerciale (il 2%) e nella logistica (1%). (riproduzione riservata) Teresa Campo