DI ALESSANDRA SCHOFIELD Lo scorso 3 febbraio lo Sna è stato ascoltato dalla X Commissione permanente del Senato. In questa occasione, il Sindacato degli agenti ha trasmesso una serie di proposte di emendamento all’art. 34 del dl n. 1 del 24/1/2012, volte a rendere realisticamente applicabili i principi legislativi che hanno ispirato il Decreto Cresci Italia, per quanto attiene al settore assicurativo. «Il fatto che al Sindacato sia stata concessa con tanta tempestività l’audizione», afferma Claudio Demozzi, presidente nazionale Sna, «fa onore alla Commissione, poiché dimostra nei fatti la dichiarata disponibilità a considerare con la giusta attenzione le osservazioni e i suggerimenti di tutti i soggetti che risultano essere i primi destinatari dei provvedimenti legislativi posti in essere». Il Sindacato sposa completamente gli obiettivi che si pone il decreto; la realizzazione di un mercato maggiormente libero e competitivo è però – secondo gli agenti – realizzabile solo attraverso l’adozione di precise regole normative che ne impediscano l’eccessiva concentrazione, l’ingessatura operativa, l’isolamento internazionale e l’allontanamento, dagli standard auspicati, in termini di qualità ed efficacia del servizio, nei confronti dei consumatori. Il settore assicurativo italiano rappresenta senza dubbio un esempio di mercato che necessita di interventi di liberalizzazione che vadano nella direzione della apertura e della concorrenzialità: pressoché immobile, diviso fra pochi, grandi gruppi, è separato dagli profondo gap, sia sotto il profilo della ricchezza e dell’innovazione del catalogo prodotti sia sul piano tariffario. «L’offerta delle imprese nostrane è limitata ed inadeguata rispetto alle esigenze vecchie e nuove dei consumatori », precisa Demozzi, «le coperture per i rischi legati le polizze sanitarie sono pressoché introvabili, in alcune aree del Paese le garanzie incendio e furto per i veicoli a motore sono assenti, quando non rifiutate dalle compagnie qualora richieste, la polizza “kasko” per danni accidentali al veicolo è poco diffusa e i prodotti per il segmento famiglia molto rari. Come è noto, i livelli tariffari sono poi estremamente europea, anche se ci paragoniamo a Paesi tradizionalmente paragonati al nostro». I provvedimenti Bersani, nel 2007, avevano individuato nel plurimandato la strada per uscire da questa situazione di stallo, slegando il mondo dell’intermediazione agenziale da quello delle compagnie attraverso la possibilità, per l’agente, di offrire alla clientela un ventaglio di prodotti appartenenti ad Imprese diverse. «In questa opportunità abbiamo riposto molte speranze: per noi significa il riconoscimento del ruolo dell’agente quale professionista in grado di coniugare le legittime aspettative di redditività delle imprese rappresentate con gli obblighi – deontologici, ma non solo – di trasparenza, correttezza e informazione nei confronti della clientela », spiega il presidente Sna. È necessario infatti ricordare che l’adozione del Codice delle Assicurazioni e dei conseguenti Regolamenti attuativi Isvap ha imposto agli agenti una serie di adempimenti volti a tutelare il diritto del cliente a sottoscrivere un prodotto effettivamente adeguato alle sue esigenze, in piena trasparenza e consapevolezza; di fatto, ciò ha costituito il passaggio della figura dell’intermediario agenziale da semplice rappresentante dell’Impresa assicurativa al duplice e contemporaneo ruolo di rappresentante dell’Impresa e consigliere/ consulente del cliente. In quest’ottica, il plurimandato si configura senz’altro come la naturale ulteriore evoluzione di questo percorso. La politica di contrasto alla Legge 40/2007 adottata dalla quasi totalità delle compagnie italiane, ha tuttavia ostacolato l’adozione del modello plurimandatario su vasta scala. «Attraverso una sorta di “cartello”, alcuni tra i più importanti gruppi assicurativi nazionali hanno in fatti diversificato il trattamento – economico, ma non solo – riservato agli agenti che decidevano di intraprendere la strada del plurimandato rispetto a quelli che mantenevano il legame esclusivo con l’impresa. Non è un caso che questi ultimi, nonostante il divieto imposto dalla legge, rappresentino a tutt’oggi il 70% della totalità degli agenti italiani», afferma Claudio Demozzi, per inciso agente plurimandatario. L’industria assicurativa nazionale ha, insomma, vissuto in maniera destabilizzante l’apertura e il confronto con la concorrenza; ma l’incapacità di cogliere le opportunità che un mercato finalmente libero potrebbe offrire va a detrimento di tutti gli attori, compagnie e intermediari, e soprattutto danneggia il cliente «Tuttavia noi restiamo convinti che la condivisione delle linee guida commerciali delle compagnie con i professionisti dell’intermediazione sia la strada percorribile per il miglioramento del livello di servizio erogato ai clienti, per l’aggiornamento del contenuto dei prodotti e per la definizione di moderni standard di efficienza, basati sul principio di una maggiore libertà imprenditoriale ed operativa dell’agente, contribuendo in maniera sostanziale al rilancio di un settore che negli ultimi anni ha perso qualsiasi slancio di crescita. La nostra disponibilità ad una costruttiva collaborazione rappresenta un invito alle imprese e a tutti gli intermediari, comunque organizzati, ad assumere collettivamente l’impegno di tornare a testa bassa a lavorare, per individuare la nostra specifica strada di progresso e di sviluppo, compatibile con le disposizioni sopranazionali, con le strategie delle singole imprese ma anche e soprattutto con la particolarità del nostro modello nazionale di riferimento di agente professionista indipendente », conclude il presidente nazionale Sna. © Riproduzione riservata