Con l’avvicinarsi dell’edizione numero 84 della Notte degli Oscar in calendario il prossimo 26 febbraio, si moltiplicano rumors e previsioni su quali film, attori, registi si aggiudicheranno le ambite statuette di Hollywood.

Fireman’s Fund Insurance Company del Gruppo Allianz, la maggiore compagnia assicurativa di Hollywood, ha rivelato le nomination per la categoria “film più rischiosi”, che quest’anno è stata assegnata a “The Girl with the Dragoon Tattoo”, distribuito nelle sale italiane dallo scorso 3 febbraio con il titolo “Millennium – Uomini che odiano le donne” e candidato all’Oscar con 5 nomination (Rooney Mara, Miglior Attrice Protagonista – Miglior Fotografia – Miglior Montaggio – Miglior Montaggio Sonoro – Miglior Missaggio Sonoro). Basata sul best-seller di Stieg Larson, la pellicola di David Fincher è interpretata da Daniel Craig, il giornalista di successo Mikael Blomkvist, e Rooney Mara, la giovane e ribelle hacker Lisbeth Salander, che insieme risolveranno il mistero legato alla scomparsa della nipote di un ricco industriale. Dopo mesi di ricerche, Blomkvist e Salander scopriranno una sconvolgente ed inaspettata verità. Il film prodotto dalla Sony Pictures ha già incassato a livello mondiale circa 200 milioni di dollari.

Le compagnie assicurazione sono attive dietro le quinte dell’industria del cinema, condizionandone a volte anche le scelte artistiche. Ci vuole molta esperienza per valutare il potenziale di rischio di un film. Sono infatti poche le compagnie specializzate nel business dell’entertaiment: le maggiori, oltre a Fireman’s Fund del gruppo Allianz, sono Chubb, Trabelers e Hcc Unsurance Holdings.

“Parte del mio ruolo come consulente sui rischi, è proprio quello di collaborare con gli studi cinematografici analizzando le scene che prevedono la presenza di stunt, esplosioni, inseguimenti, utilizzo di armi ed altro ancora, al fine di garantire le sicurezza del cast e di tutta la squadra” speiga Paul Holehouse entertainment risk consultant di Fireman’s Fund. “Le produzioni cinematografiche stanno diventando generalmente sempre più sicure. Ad esempio, le immagini generate al computer hanno rimpiazzato alcune delle scene più rischiose”.

I ritardi possono però costare alla produzione milioni di dollari. Nel caso di infortunio di un attore del cast, il costo dell’interruzione delle riprese può arrivare, per le produzioni con budget elevato, anche a 250.000 dollari al giorno. Nel 2000, Nicole Kidman ebbe un serio incidente sul set del musical “Moulin Rouge” che provocò il blocco temporaneo della produzione di “Panic room”, che vedeva originariamente proprio la Kidman in qualità di attrice protagonista, poi sostituita nel ruolo da Jody Foster. È per questo che gli studi cinematografici hanno bisogno di un’adeguata copertura contro tutti i rischi, a protezione dei membri del cast, della troupe e di tutti processi di produzione oltre che per il finanziamento. Le major, spesso, pagano un premio annuale per le coperture assicurative di diverse produzioni, a costi variabili da film a film: assicurare il solo cast può incidere fino all’1% del budget totale, ma i costi possono essere anche più alti se a seconda della particolarità della pellicola, dai costumi alla scelta di set pericolosi, ma anche per la scelta dei protagonisti di voler girare in prima persona alcune scene anziché utilizzare gli stuntman. Firemen’s Fund, che da 85 anni assicura le maggiori produzioni cinematografiche di Hollywood, è anche leader a Bollywood, il secondo più grande mercato cinematografico mondiale. Il piano assicurativo di una pellicola può comprendere l’assicurazione del cast – ad esempio in caso di infortunio più o meno grave ad uno degli attori) e della troupe, la bobina e i negativi della pellicola, le attrezzature di scena, guardaroba compreso, e i macchinari per la regia, responsabilità verso terzi e finanziamento. A queste coperture si aggiungono poi particolari strutture finanziarie – completion bonding – a garanzia che il film sarà portato a termine. Strumenti particolarmente rilevanti per le produzioni indipendenti che non hanno alle spalle le grandi Major e devono quindi trovare chi garantisce l’effettiva disponibilità di mezzi finanziari per il completamento del film. Produzioni indipendenti che hanno fatto la storia alla notte degli Oscar con pellicole quali “Il Paziente Inglese” che nel 1996 ottenne 12 nomination di cui ben 9 si tramutarono in Oscar, o ancora “l Signore degli Anelli” che con l’episodio Il Ritorno del Re è, insieme a Ben-Hur e Titanic, il film più premiato con ben 11 Oscar (i tre episodi della Saga di TolKien totalizza complessivamente il paniere più vittorioso della storia ben 17 statuette).