Quali sono i rischi che le imprese temono maggiormente per il 2012? La situazione economica, cioè i rischi collegati alla congiuntura negativa e alla crisi finanziaria. Al secondo posto, il timore di subire un’interruzione dell’attività, e al terzo posto i danni provocati dalle catastrofi naturali. La top ten dei rischi imprenditoriali è stata elaborata da uno studio Allianz condotto da AGCS, il centro di competenza del gruppo per l’assicurazione “large corporate” e “Specialty” presente in più di 150 Paesi. In Italia, Allianz ha condotto sondaggi sui peggiori rischi di business in collaborazione con i Giovani Imprenditori di Confindustria e, già dal 2010, la crisi economica è risultata essere la principale preoccupazione per il 42% degli imprenditori intervistati. La compagnia, guidata dall’amministratore delegato George Sartorel, ha stretto una partnership di medio periodo con il Movimento Giovani di Confindustria sui temi del risk management.

Il sondaggio è stato condotto nella seconda metà del 2011 tra gli esperti di AGCS per identificare i rischi maggiormente temuti dalle imprese per il 2012. I risultati evidenziano come la principale preoccupazione delle aziende sia legata ai “rischi economici”: il 21% degli intervistati ha infatti identificato in questa categoria i peggiori rischi per l’anno appena iniziato, includendo sia gli effetti della incombente recessione sia la crisi dei debiti sovrani, sia il rialzo delle materie prime che le oscillazioni sul mercato dei cambi.  Il secondo peggiore rischio – indicato dal 14% degli intervistati – è quello dell’interruzione dell’attività: processi di centralizzazione degli acquisti, l’outsourcing e la flessibilità produttiva hanno da un lato ridotto i costi produttivi, ma dall’altro hanno lasciato più esposte le aziende a una maggiore vulnerabilità collegata ad interruzioni della produzione.

Al terzo posto tra i rischi più temuti dalle imprese, secondo lo studio Allianz-AGCS, figurano le catastrofi naturali: uragani, terremoti, alluvioni, piogge torrenziali ed altre manifestazioni climatiche estreme hanno provocato danni sempre maggiori con l’evoluzione dello sviluppo economico e del progresso tecnologico. Negli ultimi trent’anni, le stime dei danni assicurati provocati dai soli fenomeni climatici sono cresciute esponenzialmente da 5 a più di 40 miliardi di dollari Usa.

Rischi strettamente interrelati producono reazioni a catena.

Ciascun rischio rappresenta individualmente una minaccia per un’attività produttiva. Tuttavia, è diventata sempre più importante la loro interrelazione. Nel mondo di oggi, globalizzato e sempre più interconnesso, i rischi sono strettamente intercollegati tra loro e producono effetti a catena. Per molte imprese, il 2011 ha rappresentato la “tempesta perfetta” con il verificarsi simultaneo di rischi di diversa natura: le catastrofi naturali hanno provocato danni immensi e l’interruzione delle attività per molte aziende in tutta la regione Asia-Pacifico. Ma gli effetti si sono sentiti anche in Europa, dove le produzioni sono state bloccate temporaneamente per effetto della interruzione della supply chain dalle regioni asiatiche. Contemporaneamente, la crisi del debito sovrano nell’area dell’euro ha causato un deterioramento delle condizioni economiche in molti Paesi occidentali ed ha avuto impatti negativi pesanti sulle vendite in molti settori produttivi.

Differenze regionali: l’Asia teme di più le catastrofi naturali

Lo studio globale condotto dagli esperti Allianz-AGCS ha evidenziato anche delle differenze regionali. Il rischio di catastrofi naturali è risultato più sentito nelle regioni dell’Asia Pacifico, tristemente colpite dal terremoto e dallo tsunami in Giappone e dalle alluvioni che hanno devastato la Tailandia. Le imprese in queste regioni hanno espresso maggiore preoccupazione anche in relazione ai rischi politici, includendovi politiche protezionistiche e altri interventi governativi. In Europa, sono risultati più sentiti altri rischi: le imprese in Germania hanno indicato tra le maggiori criticità i rischi legati a progetti industriali molto complessi, nei quali eventuali difetti nella progettazione o inadeguati sistemi di controllo interno possono compromettere l’intero processo produttivo e causare ingenti perdite. In Gran Bretagna, le imprese si sono dette maggiormente preoccupate per i rischi legati alle variazioni regolamentari o normative.

In tutto il mondo, sono risultati ancora poco sentiti i rischi collegati all’IT. In realtà, però, i rischi informatici – che possano derivare da attacchi di hacker o da carenze di processi interni – possono determinare per le imprese costi e perdite nell’ordine di milioni di euro.