Aig, il colosso salvato dal collasso durante la crisi grazie a un maxi-prestito da oltre 180 miliardi da parte del governo americano, che ancora controlla il 77% della società, ha registrato nel 2011 un utile netto di 17,8 mld $ (contro gli 8 mld $ nel 2010), grazie a sgravi fiscali e all’uscita dalle riserve per imposizioni future di asset per 16,6 mld. Esclusi questi extra il risultato operativo sale a 1,8 mld, rispetto alla perdita di 898 mln di dollari del 2010.

Il fatturato è in calo del 20% a 64,2 mld di dollari.

Aig  ha inoltre riacquistato 2 miliardi di dollari di titoli di debito a rischio, che erano stati ceduti alla Banca Centrale americana proprio in cambio di un’immissione di liquidità nel 2008 e che facevano parte del cosiddetto Maiden Lane II, il fondo creato dalla Fed di New York nel 2008 nell’ambito degli sforzi per salvare Aig (vi erano confluiti gli asset più rischiosi legati ai mutui). “Ci siamo trovati nella posizione di trovare buoni prodotti a buoni rendimenti”, ha detto l’amministratore delegato di Aig Ben Benmosche.