Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Il ceo di Generali Philippe Donnet punterà forte sui dividendi per cercare il supporto del mercato in vista della prossima assemblea dell’8 maggio in cui si giocherà il quarto mandato al timone del gruppo assicurativo. Dalle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco a Venezia, presentando il nuovo piano strategico con al fianco i manager chiave della compagnia, ha annunciato che nel prossimo triennio saranno pagate 7 miliardi di cedole, quasi il 30% in più di quanto riconosciuto agli azionisti nei tre anni precedenti, con l’obiettivo di un incremento dell’utile per azione tra l’8% e il 10% (tasso di crescita composito annuo). A questi si aggiungerà un piano di buyback per altri 1,5 miliardi, con 500 milioni già previsti per quest’anno.
Per essere riconfermato per il quarto mandato, il ceo del Leone ha puntato quasi tutte le sue fiches su dividendi e buyback: almeno 2 miliardi di euro in più promessi ai soci rispetto a quanto distribuito nel precedente triennio. Per le operazioni straordinarie resta disponibile poco meno di 1 miliardo. E in ogni caso i deal saranno messi a segno solo se più convenienti di un piano di riacquisto di azioni proprie. Dunque, al netto di altro buyback. Lo stesso Donnet ha poi frenato sul nuovo m&a (da valutare con il solito approccio «disciplinato e opportunistico»), perché il Leone arriva già da una stagione di grande shopping, specialmente nell’asset management.
Il 2024 si chiude con la migliore raccolta netta mensile dell’anno per le reti di consulenti finanziari e con il secondo risultato annuale più elevato. A dicembre, emerge dai dati Assoreti, le risorse nette risultano in crescita del 30,3% rispetto a novembre e del 12,4% nel confronto con il medesimo mese del 2023, superando i 6,3 miliardi di euro.

Scatta il danno morale per la morte del cane perché Fido è uno di famiglia. Il rapporto che s’instaura fra l’uomo e l’animale d’affezione costituisce occasione di completamento e sviluppo della personalità individuale: è dunque dovuto il risarcimento dall’autore dell’illecito se il padrone dimostra di aver patito un effettivo pregiudizio in termini di sofferenza per la dipartita del “quattrozampe”. E la prova può essere fornita per presunzioni, mentre sulla liquidazione pesa anche il prematuro decesso del cane. Insomma: non resta che pagare al gestore della pensione, dopo la morte della cagnolina affidatagli in agosto, per non averla curata quando si è sentita male.
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