Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Mentre oggi in Italia è a circa 63 anni l’età effettiva di uscita dal lavoro, nonostante un’aspettativa di vita tra le più elevate a livello mondiale, come ha sottolineato l’Undicesimo Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano di Itinerari Previdenziali, con la manovra 2024 il governo Meloni ha stretto ulteriormente quest’anno i prepensionamenti con Quota 103 e Opzione Donna (si veda articolo a pagina 11). L’obiettivo è tenere sotto controllo il debito pubblico del Paese «che a breve potrebbe sfondare la soglia dei 3 mila miliardi di euro», avverte il rapporto curato da Alberto Brambilla.
Quota 103 è stata confermata quest’anno, ma con regole di accesso più severe rispetto al 2023, con il risultato che, anche se la Lega ha ottenuto lo stop a Quota 104, si andrà in pensione più tardi e con assegni inferiori perché i conti dello Stato italiano impongono cautela sulla spesa pubblica. Idem per il canale di pensionamento anticipato riservato alla platea femminile: la cosiddetta Opzione Donna. La manovra sul 2024 ha introdotto tre penalizzazioni per Quota 103 (dedicata appunto a chi nel 2024 compie 62 anni, ovvero i nati nel 1962, e ha 41 anni di contributi versati, quindi ha iniziato a lavorare entro il 1983): la finestra di attesa per accedere alla pensione aumenta di quattro mesi, arrivando a sette mesi per i privati, e cresce di tre mesi, salendo a nove mesi, per i lavoratori pubblici, l’assegno sarà determinato tutto con il metodo contributivo (nel 2023 il sistema era misto) e in terzo luogo fino a 67 anni, età della pensione di vecchiaia, si potrà ottenere un importo fino a quattro volte il minimo Inps (prima era cinque volte), quindi circa 2.450 euro al mese (attorno ai 600 euro in meno rispetto al passato). Mentre Opzione Donna, che prevede sempre il calcolo dell’assegno con il contributivo, è stata limitata alle lavoratrici con 35 anni di contribuiti e 61 anni di età entro il 2023, 60 anni con un figlio e 59 anni con due figli (un anno in più rispetto ai requisiti previsti lo scorso anno), con la conferma delle condizioni già in vigore: dal 2023 infatti, non si tratta più di una misura aperta a tutte, ma a coloro che si trovano in condizioni specifiche (invalide almeno al 74%, care giver, lavoratrici o disoccupate di aziende in crisi).
I rialzi più sostenuti nell’ultimo mese sono arrivati dal comparto banche-assicurazioni. In particolare Unicredit – con una capitalizzazione di 45,5 miliardi di euro (quinto posto) – è passata dai 24,3 euro per azione del 19 dicembre ai 26,5 euro della chiusura di venerdì 19 gennaio. Il balzo, dunque, è del 9,6%. Ma il rally della banca guidata da Andrea Orcel, che a breve nominerà il nuovo cda, è ancora più evidente su base annuale: in questo caso il rialzo è dell’80%, il più elevato nella top ten delle più capitalizzate. Dopo Unicredit c’è Intesa Sanpaolo. L’istituto guidato da Carlo Messina ha guadagnato il 5% in un mese e il 22,5% in un anno. In mezzo, appunto, Generali, che è salita del 6,5% su base mensile e del 16% in 365 giorni.
  • Il risveglio del Leone
La compagnia di Trieste torna a 20 euro, soglia che (a parte la fiammata del 2022) non vedeva da 16 anni. Il mercato apprezza le acquisizioni di Libertu e Conning, così il ttolo accorcia le distanzedai rivali Allianz e Axa. Quanto durerà?
Balza improvvisamente in primo piano la questione della Banca Popolare di Sondrio al diffondersi di notizie sul rastrellamento di azioni dell’istituto da parte della Goldman Sachs per un ammontare che arriverebbe al 10%. Di qui la ricerca del soggetto per conto del quale sarebbero effettuati gli acquisti. Si ipotizzano interessati, a seconda dei pareri, l’Unicredit – che però smentisce, anche se con ragionamenti sulle strategie di aggregazione che qualche tenue dubbio potrebbero pur lasciare – e i fondi, in previsione della prossima assemblea annuale nella quale – opina qualcuno – vorrebbero incidere sulla composizione dei vertici. Quanto all’Unicredit, vi è pure chi immagina che possa ora dichiarare di non essere interessato solo perchè la manovra è venuta allo scoperto. Ma sarebbe la seconda volta di un indietreggiamento per tali motivi, dopo quello rispetto al Banco Bpm e, conoscendo le capacità del ceo Andrea Orcel, sembra difficile che di ciò si tratti. Qualche altro tira in ballo un presunto interesse di Bnp Paribas, senza per ora reazioni.
Presentando l’ultimo piano industriale il ceo di Mediobanca Alberto Nagel ha lanciato un messaggio chiaro al mercato: nel prossimo triennio il wealth management sarà la divisione con il maggior tasso di crescita organica e diventerà il principale contributore alle commissioni del gruppo. Cardine di questa strategia sarà Mediobanca Premier, il nuovo progetto focalizzato sulla gestione di grandi patrimoni ed evoluzione di quella che finora era stata CheBanca!. Dell’iniziativa ha parlato con MF-Milano Finanza Lorenzo Bassani, direttore generale di Mediobanca Premier.
  • La modularità di Zurich MultInvest Flex
La polizza si affida al mix di Linee Guidate ben diversificate in merito ai fondi, con una quota di gestione separata

L’anno scorso il mondo web3, evoluzione dell’attuale modello di internet caratterizzato da maggior equità e inclusività, ha subìto un’importante trasformazione a partire dal settore criptovalute (+110% su base annua) grazie anche allo sviluppo degli Etf su bitcoin. In tale contesto aziende e p.a. di tutto il mondo hanno proseguito lo sviluppo di progetti basati su blockchain. E’ quanto emerge da una ricerca effettuata dal Politecnico di Milano, secondo cui nel 2023 sono stati creati 297 nuovi progetti, il 19% in più rispetto all’anno precedente, che portano a 1.300 i casi complessivamente censiti dal 2016 a oggi.
Il funzionario comunale, coordinatore interno della privacy, è responsabile delle violazioni privacy commesse in comune e sanzionate dal Garante: anche se non è un dirigente deve rimborsare le somme pagate dall’ente. Nulla deve, invece, il sindaco, che fa affidamento sul personale tecnico. Così ha deciso la Corte dei conti di Bolzano, con sentenza n. 1 del 9/1/2024, che addossa tutta la colpa, per omessa vigilanza, al dipendente, anche non di vertice, investito del compito di organizzare le attività di adeguamento al Regolamento UE sulla privacy 2016/679 (Gdpr). La sentenza mette in allarme chiunque nelle pubbliche amministrazioni o per le stesse si occupa della protezione dei dati: la pronuncia, infatti, estende a macchia d’olio la responsabilità erariale per violazioni della privacy anche a chi ha solo incarichi di raccordo.

 

corsera

Il Financial Stability Board ammonisce l’Italia sulla «mina» dei crediti deteriorati e invita il governo a «continuare a monitorare il mercato secondario degli Npl e a promuoverne un solido sviluppo in assenza di Gacs» (le garanzie pubbliche sulle cartolarizzazioni di prestiti in sofferenza, la cui proroga è scaduta nel maggio 2022). Inoltre il Fsb invita a «opporsi a misure che comprometterebbero i successi ottenuti in passato» mentre «Fratelli d’Italia dovrebbe continuare a rafforzare la propria supervisione sulle entità sottoposte a vigilanza, compresi i servicer». Il riferimento è alla bozza del dl sugli Npl e alle proposte che possono essere avanzate dai parlamentari. A citare l’analisi è stato anche il Financial Times. Dal picco di 360 miliardi di euro nel dicembre 2015, i crediti deteriorati lordi sono scesi a 63 miliardi di euro a giugno 2023, con il tasso dei crediti deteriorati lordi sceso dal 16,5% dei prestiti totali al 2,8% nello stesso periodo.