Il settore dell’edilizia, nel biennio 2021-2022 ha dato un forte impulso all’incremento del prodotto interno lordo, ma è anche al primo posto per frequenza degli infortuni più gravi

Il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, aggiorna l’analisi relativa all’Edilizia, un settore di attività caratterizzato da alti livelli di rischio, che nel biennio 2021-2022 ha dato un forte impulso all’incremento del prodotto interno lordo.
Se circa un terzo dell’incremento del prodotto interno lordo negli anni 2021-2022 è attribuibile, secondo l’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), alle costruzioni, gli
investimenti nel settore sono stati trainati dagli incentivi fiscali messi a disposizione dal
governo. Superbonus, bonus, cessione del credito tramite lo sconto in fattura hanno
contribuito ad importanti interventi di riqualificazione degli immobili situati nella metà dei casi nel Nord del Paese.
Gli investimenti iniziano a ridursi già del secondo trimestre 2023 (-4,8% su base annua secondo l’Istat), con un forte decremento nelle abitazioni, inferiore nei fabbricati non residenziali. E il Pil, nello stesso periodo, fa registrare un rallentamento (+0,4%), sintesi non solo di una prima inversione di tendenza degli investimenti, ma anche di una persistente inflazione, un rallentamento dei consumi, un continuo incremento dei tassi di interesse.
L’inflazione, nonostante su livelli più bassi, continua a ridurre il potere di acquisto delle famiglie e i progressivi aumenti dei tassi di interesse rendono più difficile l’accesso alla concessione dei mutui, con il risultato che nel secondo trimestre 2023 si registra una flessione del mercato immobiliare (-12,5% secondo l’Ance).
In generale il comparto coinvolge il 7,8% degli addetti e l’11,3% delle aziende nazionali operanti nell’Industria e servizi, pari nel quinquennio 2017-2021 a una media di circa 500mila imprese e un milione 350mila lavoratori. Esaminando i dati dell’archivio statistico delle imprese attive (Asia), reso disponibile dall’Istat, emerge anche che le aziende edili sono piccole, con meno di 10 lavoratori, come la maggior parte delle imprese nazionali, e sono dedite principalmente a lavori di costruzione specializzati.
In particolare, nel corso dei 5 anni in esame si registra una crescita pari al 3,9% del numero di aziende e all’11,4% del numero di addetti, massima nell’ultimo anno (rispettivamente 4,5% delle imprese e 7,6% dei lavoratori).

Aumento degli infortuni in linea con la crescita dell’occupazione

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