La crescita del 12% dei premi netti nel 2021 ha fatto sì che UnitedHealth Group Incorporated rimanga la più grande compagnia assicurativa al mondo in base alla raccolta premi, mentre Allianz è in cima alla classifica in base agli asset non bancari.

L’elenco  pubblicato da Reinsurance News delle più grandi compagnie assicurative del mondo, basato sui dati di ricerca di AM Best, classifica le prime 25 compagnie assicurative globali in base alla raccolta premi 2021 e agli asset non bancari.

In realtà, delle 25 società presenti nell’elenco, solo tre hanno registrato una crescita dei premi superiore a quella di UnitedHealth Group nel 2021, mentre la crescita media dell’intera classifica si attesta a poco più del 7% per l’anno.

Centene Corporation è salita di due posizioni, passando al secondo posto nel 2021, grazie a una crescita del 12,1%, che ha portato il PNL a 120,3 miliardi di dollari.

Elevance Health, Inc. completa la top three con una crescita del 12,7% nel 2021 che porterà a un PNL di 117,4 miliardi di dollari.

I tre maggiori assicuratori per raccolta premi nel 2021 hanno tutti sede negli Stati Uniti, mentre le società cinesi Ping An e China Life sono scese rispettivamente dal secondo e terzo posto nel 2020 al quinto e quarto posto nel 2021.

Pur rimanendo positivo, la raccolta premi 2021 di China Life, pari a 115,1 miliardi di dollari, riflette una crescita di appena l’1,1%. Ping An è l’unico assicuratore tra i primi 25 a registrare una contrazione della raccolta premi del 5,7% a 114,7 miliardi di dollari.

Al sesto posto si trova Kaiser Foundation Group of Health Plans, l’unico altro vettore che ha registrato una raccolta premi superiore a 100 miliardi di dollari nel 2021, con una crescita del 3,4% che ha portato a premi per  106,4 miliardi di dollari per l’anno.

La top 10 comprende anche AXA (settima con 95,7 miliardi di dollari), Allianz (ottava con 88,9 miliardi di dollari), People’s Insurance Co of China (nona con 84,5 miliardi di dollari) e Generali (decima con 80,3 miliardi di dollari).

Come si evince dalla tabella, in termini di raccolta premi nel 2021, gli assicuratori sanitari con sede negli Stati Uniti hanno rafforzato la loro posizione.

Nella classifica degli asset non bancari, la tedesca Allianz è ancora una volta l’assicuratore leader, dopo che la crescita del 7,2% nel 2021 ha portato gli attivi non bancari a 1.200 miliardi di dollari.

Berkshire Hathaway di Warren Buffett è salita di tre posizioni al secondo posto, con un aumento delle attività non bancarie del 9,7% rispetto all’anno precedente, fino a 958,8 miliardi di dollari.

Prudential Financial, terza classificata, è una delle tre società della top 10 a registrare un calo delle attività non bancarie nel 2021, anche se solo lieve, pari a -0,3%, a 937,6 miliardi di dollari.

La cinese Ping An rimane al quarto posto con attività non bancarie pari a 936,9 miliardi di dollari dopo una crescita del 3,5%, mentre China Life ha registrato una forte crescita del 13,2% nell’anno, raggiungendo i 900,5 miliardi di dollari, che ha portato la compagnia al quinto posto dall’ottavo dell’anno precedente.

L’assicuratore francese AXA è un altro a registrare un calo delle attività non bancarie nel 2021, in quanto una riduzione del 3,4% a 846,3 miliardi di dollari ha visto l’azienda passare dal secondo al sesto posto.

La britannica Legal & General si colloca al settimo posto con un patrimonio non bancario di 786,1 miliardi di dollari dopo una crescita del 2,1%; MetLife è scesa di due posizioni all’ottavo posto della graduatoria dopo un calo del 4,5% del patrimonio non bancario a 759,7 miliardi di dollari.

Nippon Life Insurance e Manulife Financial completano la top 10. La prima ha registrato una crescita del 3,3%, mentre la seconda è cresciuta del 3,5%. La prima ha registrato una crescita del 3,3% nel 2021 e ha registrato attività non bancarie per 725 miliardi di dollari, mentre la crescita del 10% di Manulife, che ha raggiunto 718,1 miliardi di dollari, le ha permesso di rimanere al 10° posto per un altro anno.

Nella sua analisi, l’agenzia di rating AM Best rileva il calo nella classifica degli attivi non bancari delle imprese con sede in Giappone, che riflette il deprezzamento dello yen.