ASSONIME ANALIZZA LE RESPONSABILITÀ DEGLI AMMINISTRATORI PREVISTE DALLA DIRETTIVA DDS
di Bruno Pagamici
Gli investimenti in termini di sostenibilità e digitalizzazione avranno impatti sui doveri e sulle responsabilità degli amministratori di società. L’attività delle imprese dovrà essere condizionata ad un sistema di due diligence per la prevenzione e la mitigazione degli impatti negativi sull’ambiente, con uno sguardo attento anche alla sicurezza dei sistemi informatici, specie quando si ricorre all’outsourcing.

È quanto emerge dallo studio 1/2023 dell’Assonime «L’evoluzione dell’organo amministrativo tra sostenibilità e trasformazione digitale», che analizza le disposizioni della direttiva Corporate sustainability Due diligence (Dds), adottata dalla Commissione europea il 23 febbraio 2022. In base alla nuova disciplina, sul piano dei doveri e delle responsabilità, nelle decisioni da assumere i soggetti che hanno in mano la governance delle imprese dovranno tenere conto delle conseguenze in termini di sostenibilità.

Seppure il regime degli obblighi riguardi solo le grandi imprese (con più di 500 dipendenti e più di 150 milioni di fatturato) e le pmi quotate, i cambiamenti interessano anche le imprese medie e piccole, in ragione della crescente domanda di informazioni sulla sostenibilità per l’accesso ai canali di finanziamento tradizionali e della partecipazione a catene di valore delle imprese di grandi dimensioni.

In altri termini la direttiva Dds prevede un articolato sistema di obblighi procedurali in capo alle suddette imprese per individuare, prevenire, mitigare gli impatti negativi, effettivi o potenziali, sull’ambiente derivanti dalla propria attività, dall’attività delle controllate ma anche dall’attività di tutti quei soggetti che rientrano nella catena del valore, tra cui le pmi.

Per queste ultime si tratta quindi di una sorta di «effetto trascinamento» che a cascata comporterà un mutamento dei profili di rischio in termini di responsabilità da parte dell’organo amministrativo

Doveri e responsabilità degli amministratori. Il mutamento dei doveri di comportamento degli amministratori incide anche sui profili di responsabilità. Le disposizioni nazionali sulla violazione degli obblighi a loro carico si dovrebbero applicare anche al dovere di tener conto delle conseguenze in termini di sostenibilità delle decisioni da assumere. Gli amministratori sono chiamati a trovare un equilibrio di tutti gli interessi in gioco, compreso quello degli stakeholder considerando che anche all’interno di questa categoria possono esserci posizioni di interesse in conflitto tra loro. Sarà quindi necessaria un’attività di ponderazione discrezionale tra i vari interessi coinvolti nella decisione. Al riguardo, viene in rilievo il diritto al risarcimento dei danni dei terzi direttamente danneggiati da atti dolosi o colposi degli amministratori, peraltro già previsto dal codice civile.

Per quanto riguarda gli aspetti legati alla digitalizzazione particolare attenzione va riservata all’outsourcing che può determinare un mutamento del sistema di controllo interno. Occorre quindi che gli amministratori valutino i rischi operativi, reputazionali e di concentrazione che sono caratteristici dell’esternalizzazione delle attività d’impresa.

I riflessi sui rapporti bancari delle pmi. L’introduzione a livello normativo dei temi di sostenibilità determina effetti per l’intero mondo delle imprese con particolare riguardo alle pmi. Tutte le pmi, sia in quanto clienti di banche per la provvista di finanziamenti, sia in quanto appartenenti a catene del valore di imprese soggette a obblighi di due diligence relativamente ai profili ambientali, saranno sempre più tenute a considerare questi profili nello svolgimento delle loro attività. Tutte le imprese di minori dimensioni, infatti, quando sono inserite nelle catene di valore di società di grande dimensione, potrebbero essere tenute al rispetto di garanzie contrattuali che impongono l’adozione di adeguate misure per gestire gli impatti negativi, effettivi o potenziali in campo ambientale. Secondo Assonime, l’impatto indiretto della direttiva Dds sulle pmi sarà dunque significativo.
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