I DATI INAIL NEL RAPPORTO DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI di Daniele Cirioli
Lo smartworking è un salva vite. Infatti, nel 2020 la riduzione dell’esposizione dei lavoratori al rischio d’infortunio con mezzo di trasporto, dovuta alle misure anti Covid-19 tra cui, appunto, il lavoro agile, ha ridotto non soltanto la frequenza degli infortuni stradali, ma anche i livelli di gravità media e di menomazione. Lo afferma l’Inail nel proprio contributo al «Rapporto 2022» del ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit) con i principali risultati di studi, analisi ed elaborazione dati sull’incidentalità stradale.

L’analisi. L’Inail ha partecipato al rapporto con due contributi (c.d. «pillole informative»): il primo con i dati delle denunce d’infortuni sul lavoro, anche di eventi mortali, nel quinquennio 2017-2021 e primi otto mesi 2022; il secondo con gli indici d’infortunio con mezzo di trasporto coinvolto.

Le denunce d’infortunio. Nel 2021 le denunce d’infortuni sono risultate in calo del 20% rispetto al triennio 2017-2019. Gli infortuni con coinvolgimento di un mezzo di trasporto sono stati 74.940, in calo rispetto ai precedenti anni durante i quali si superavano i 90mila casi. Invece, sono risultate in aumento rispetto al 2020 (+25,6%), anno fortemente condizionato dal Covid. L’incremento di denunce nel 2021 rispetto al 2020 è peculiare per gli infortuni stradali; per il complesso delle denunce, infatti, c’è un calo dell’1,4%, attribuibile alla contrazione di infortuni da contagio professionale da Covid. I dati dei primi otto mesi del 2022 registrano 40.165 denunce d’infortuni con mezzo di trasporto coinvolto, di cui i tre quarti, circa 32mila, avvenuti in itinere nel tragitto di andata e ritorno tra casa e luogo di lavoro. Rispetto allo stesso periodo del 2021 l’aumento è di oltre 4 mila casi (+12,6%), ma il numero di denunce resta comunque inferiore al 2019 ante-pandemia (più di 49mila). Tra gennaio e agosto 2022, i decessi denunciati con mezzo di trasporto sono 182, di cui 95 in itinere.

Nel post pandemia. Con la ripresa delle attività produttive e della circolazione stradale, spiega l’Inail, si è assistito all’incremento degli infortuni con mezzo di trasporto, sia in itinere che in occasione di lavoro. Com’era prevedibile, nel 2021 ci sono frequenze d’infortuni superiori a quelle del 2020. Nella maggior parte delle 14 città metropolitane, la gravità media (rapporto tra numero dei giorni d’indennizzo e numero complessivo d’infortuni denunciati) ha avuto un picco nel 2020 in tutte le città tranne Cagliari e un’inflessione nel 2021, mentre è stata tendenzialmente decrescente fino al 2019. Il picco di gravità media del 2020 è caratterizzato da menomazioni più gravi dell’esito d’infortunio. Pertanto, conclude l’Inail, la riduzione dell’esposizione dei lavoratori ai rischi, dovuta a misure come il lavoro agile è associata a una riduzione degli infortuni stradali con mezzo di trasporto (frequenza), ma anche a livelli di gravità media e di menomazione più elevati (magnitudo).
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