di Marco Capponi e Paola Valentini

Anche le gestioni in titoli e fondi hanno sofferto la flessione dei mercati. Si salvano solo quelle che hanno approfittato della forza del dollaro e dei bond legati all’inflazione. Tutti i risultati di oltre 300 linee | Risparmio gestito, nel 2022 la raccolta si ferma a 19,7 miliardi. Brillano gli azionari
Un anno complicato anche per le gestioni patrimoniali in titoli (gpm) e in fondi (gpf). Le linee hanno archiviato il 2022 con un risultato medio negativo del -10,2%, rispetto al -9,6% dei benchmark. I ribassi in contemporanea di azioni e obbligazioni hanno lasciato ai gestori ben pochi rifugi dove ripararsi. Tanto che sulle oltre 300 linee analizzate soltanto tre sono riuscite a mettere a segno un rendimento positivo nei 12 mesi.

Si salvano dollaro e bond legati all’inflazione
In cima alla classifica ci sono le gestioni che hanno sfruttato la forza del dollaro contro l’euro o quelle che hanno puntato sui bond legati all’inflazione visto il rialzo record dei prezzi. È il caso della gpf Comp. Monetario Dollaro Oicr di Eurizon che ha realizzato nel 2022 una performance del 6,98%, seguita dalla gpm Comp. Obblig. Tv Euro Mista sempre di Eurizon con l’1,2% e dalla gpm Inflation Linked del gruppo Credem con il +0,37%. I dati emergono dall’analisi condotta da MF-Milano Finanza, che ha raccolto i rendimenti ottenuti nei 12 mesi del 2022 dalle gestioni offerte dalle principali banche, sim e sgr. Nelle tabelle è riportata la performance a confronto con i benchmark. Per ognuna è stato indicato se è una gestione patrimoniale in titoli (gpm) o in fondi (gpf) e il tipo di benchmark utilizzato: l’indice di mercato (M) o quello Fideuram dei fondi comuni (F). Quasi tutti gli operatori hanno comunicato le performance al lordo delle commissioni di gestione.

Ecco le strategie adottate dai money manager, e quelle pianificate per i prossimi mesi.

Ritorno al reddito fisso
«La nostra scelta di iniziare il 2023 con un atteggiamento piuttosto guardingo», commentano da Banca Cambiano, «prevede a livello di asset allocation un ritorno verso la componente obbligazionaria, su emittenti ad alta qualità e con una duration media del portafoglio intorno ai tre-quattro anni». Viene confermato, aggiungono, «il lieve sottopeso delle azioni, favorendo l’Europa a scapito degli Usa, scegliendo di pesare in modo preponderante lo stile value e i titoli ad elevato flusso di dividendi».

La strategia di asset allocation messa in atto ha permesso a Roberto Bianchi, head of funds investments e portfolio manager di Banor Sim, di ottenere «risultati migliori sulla parte azionaria, mentre abbiamo incontrato maggiori difficoltà nella componente obbligazionaria, dove quasi tutti i gestori dei fondi che monitoriamo non ha riportato performance migliori dei rispettivi indici di riferimento». Gli unici elementi positivi sul fronte delle linee focalizzate sull’equity, aggiunge, «sono stati energia e materie prime».

Chi gioca in difesa
Ha giocato in difesa sulla parte reddito fisso Stefano Turlizzi, responsabile gestioni individuali e analisi quantitativa di Cassa Lombarda, puntando su «durata media finanziaria contenuta e sovrappeso di titoli legati all’inflazione in area euro». Sommando a ciò «un contenuto peso azionario e un’ottima selezione, le gpm Focus Plus sono riuscite a produrre risultati superiori ai propri benchmark, in alcuni casi in maniera molto ampia». Focus infine sulla linea «Megatrend Pac, linea ad accumulazione azionaria con switch mensile da obbligazionario ad azionario che si è comportata molto bene anche con riferimento alla parte bond».

In termini di posizionamento di portafoglio Marco Galliani, responsabile del servizio di wealth management di Cassa Centrale Banca, ha recentemente «incrementato l’esposizione sulle diverse scadenze del debito dei principali Paesi europei, dati gli interessanti livelli di rendimento offerti dalle obbligazioni governative e dalle obbligazioni societarie di elevata qualità creditizia». Allo stesso modo, «la forte correzione registrata dai mercati azionari ha generato un miglior rapporto tra fondamentali aziendali e valutazioni di mercato, creando occasioni di selezione a livello sia europeo che globale».

Pensare al lungo periodo
Nel corso del 2022, fanno sapere da Euromobiliare Advisory Sim (gruppo Credem), «l’esposizione azionaria è stata gestita in maniera tattica, mantenendo sempre un portafoglio ben diversificato ed equilibrato dal punto di vista di stili, settori e geografie, mentre a livello obbligazionario le gestione è stata conservativa sia sulla parte a spread che su quella governativa». Da segnalare, aggiungono i money manager, «la buona tenuta della linea High Conviction, che ha beneficiato sia di una buona gestione tattica sotto il profilo fattoriale che del contributo positivo derivante dalla selezione di singoli titoli azionari».Pensando in un’ottica di lungo periodo Emilio Bianchi, responsabile Hnwi portfolio management di Eurizon, «dopo aver trascorso i primi sei mesi dell’anno con posizioni corte o neutrali sulle componenti obbligazionarie dei portafogli», da metà anno in poi ha ritenuto razionale «aumentare gradualmente peso e duration dei titoli governativi fino ad assumere nell’ultimo trimestre una posizione di sovrappeso, in primis su Usa e Germania». Il gestore è rimasto invece «neutrale sui Paesi periferici, all’interno dei quali confermiamo la maggior esposizione sull’Italia sul tratto breve della curva».

Recupero di fine anno
Carlo De Luca, responsabile dell’asset management di Gamma Capital Markets, evidenzia «le performance della linea Multiasset Azionaria, premiata per la sua flessibilità». Dal momento che nel corso dei 12 mesi sono scese praticamente tutte le asset class, evidenzia, «questa linea è riuscita a perdere solo il 4% poiché, nel corso di tutto l’anno, siamo passati più volte da un mix di 35% azionario e 65% di liquidità a 100% azionario».

Per quanto riguarda le linee di gestione a vocazione azionaria Silvio Olivero, responsabile ricerca e analisi di Giotto Cellino Sim, ha osservato come abbiano «colto molto bene il rimbalzo, concludendo così l’anno in forte recupero e con ampi differenziali rispetto ai benchmark». Il 2023, prosegue il money manager, «è iniziato all’insegna della prosecuzione del rimbalzo dei mercati azionari e obbligazionari, grazie al quale i nostri portafogli gestiti stanno ulteriormente recuperando, anche in virtù del sovrappeso dei titoli value in campo azionario, la cui sovraperformance rispetto ai titoli growth confidiamo possa proseguire a lungo».

Nella componente obbligazionaria Vittorio Godi, direttore investimenti di Suedtirol Bank, ha continuato «a mantenere una duration relativamente breve per ridurre la sensibilità ai tassi d’interesse comprando marginalmente sulla debolezza l’obbligazionario corporate, sia investment grade che high yield». Lato equity invece Godi ha «mantenuto una allocazione di forte sottopeso, ma con una maggiore esposizione relativa all’area geografica Stati Uniti a cambio aperto rispetto all’Europa e ai Paesi emergenti». (riproduzione riservata)
Fonte: