Una scheda informativa del Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit), recentemente pubblicata sul sito dell’Inail, espone le modalità di decontaminazione di impianti e dispositivi utilizzati nel comparto sanitario

La possibilità di contrarre una malattia infettiva in seguito all’esposizione ad agenti biologici, durante lo svolgimento del proprio lavoro in strutture ospedaliere e socioassistenziali, rappresenta un pericolo molto concreto.
In questo senso, la valutazione del rischio biologico rappresenta una priorità per l’individuazione e l’attuazione di misure di prevenzione per evitare esposizioni ad agenti patogeni ed il manifestarsi di malattie correlabili. Gli strumenti di contrasto delle infezioni si sono dimostrati d’importanza fondamentale per contenere e limitare il diffondersi di patologie infettive negli spazi adibiti a cura, diagnosi ed assistenza dei pazienti. Il periodo della pandemia da Covid-19 ha messo maggiormente in luce la necessità di attuare una corretta attività di disinfezione degli ambienti sanitari, attraverso l’impiego di impianti, dispositivi, apparecchiature o manualmente.

Incremento delle infezioni lavorative in ambito sanitario

Il fact sheet segnala l’incidenza crescente delle Infezioni Correlate all’Assistenza (Ica) nel numero dei decessi nella Sanità, che si attestavano anche nel periodo precedente la pandemia intorno alle 10 mila unità all’anno a livello nazionale, come riportato dai dati del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC). Le Ica possono coinvolgere sia gli operatori che qualsiasi tipologia di utenti delle strutture sanitarie ed assistenziali.  L’aumento di tali infezioni è strettamente legato alla difficoltà di debellare gli agenti infettivi responsabili, che risultano resistenti anche ai farmaci di ultima generazione.

L’esposizione ad agenti patogeni è un pericolo correlato all’esercizio delle attività clinico-diagnostiche, terapeutiche, assistenziali e sociosanitarie. Gli articoli 271 e 272 del decreto legislativo n.81 del 2008 prevedono di individuare le condizioni di rischio di esposizione ad agenti biologici nell’ambiente di lavoro per i diversi soggetti coinvolti. Tale valutazione è intesa come uno strumento necessario per l’identificazione e l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione.

La scelta dell’idonea attività di disinfezione

Tra le attività di sicurezza, la disinfezione è quella prioritaria per la tutela della salute delle persone presenti nelle strutture sociosanitarie. È necessario, quindi, individuare la modalità più adeguate di decontaminazione dei dispositivi e degli impianti presenti negli ambienti sanitari. Inoltre, è richiesto di dimostrare la verifica di efficacia delle procedure di disinfezione effettuate in relazione ai diversi fattori di rischio biologico a cui utenti e personale sanitario possono trovarsi esposti, in conformità alle relative norme tecniche europee di settore e di impiego.

Una panoramica sulle modalità di decontaminazione di impianti e dispositivi

La nota contiene una descrizione accurata delle diverse modalità di attuazione della disinfezione, intesa come misura di sicurezza, per gli endoscopi, per l’impianto idrico e per la decontaminazione dell’aria in ambienti confinanti nelle strutture di cura. Nel trattare tali argomenti, il documento si sofferma non solo sull’esposizione tecnico-scientifica delle procedure, ma anche sull’innovazione tecnologica e sugli adempimenti previsti dalla normativa europea e nazionale vigente.