Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Responsabilità dell’ente coi paletti: è quanto emerge dalla sentenza dell’11 gennaio 2023, n. 570, con cui la Cassazione, pronunciandosi in tema di responsabilità degli enti ex dlgs 231/2001 e infortuni sul lavoro, ha evidenziato la necessità di non confondere la “colpa di organizzazione” con quella della persona fisica imputata per il reato.
Il blogger che non rimuove tempestivamente un messaggio lesivo dell’altrui reputazione potrebbe rispondere, in sede penale, di diffamazione aggravata in concorso con l’autore dello scritto.
In questi casi, infatti, l’amministratore dello spazio online è responsabile anche per i commenti denigratori pubblicati da terzi quando, una volta venuto a conoscenza degli stessi, non provveda subito alla loro cancellazione, atteso che tale condotta equivale alla consapevole condivisione del contenuto offensivo e consente l’ulteriore diffusione dei commenti offensivi.
Lavoro domestico meno irregolare, anche se ancora nettamente in cima alla classifica dei settori più critici, con un tasso di irregolarità del 52,3% (il secondo, l’agricoltura, si attesta poco sotto al 25%). Gli aumenti retributivi non fermano la crescita del comparto, che tra datori e operatori (regolari e irregolari) coinvolge oltre 4 milioni di persone, con una spesa superiore ai 15 miliardi per le famiglie. Sono alcuni dei numeri contenuti nel quarto rapporto annuale sul lavoro domestico realizzato dall’associazione Domina e presentato il 20 gennaio al Senato.
Nonostante il 2022 sia stato un anno difficile per le criptovalute, non rallentano i progetti blockchain a livello globale. Lo scorso anno sono state identificate 278 iniziative, con un +13% rispetto alle 245 del 2021. Anche in Italia il trend è positivo, gli investimenti hanno raggiunto quota 42 milioni di euro, con un aumento del 50% rispetto al 2021. Sono gli esiti della ricerca dell’osservatorio Blockchain and distributed ledger della School of management del Politecnico di Milano, presentata nel corso del convegno dal titolo “Blockchain & Web3: time to build”.
Sull’applicazione della privacy gli stati dell’Unione europea vanno in ordine sparso. Da quando è diventato operativo il Gdpr (regolamento Ue sulla protezione dei dati n. 2016/679), e cioè dal 25 maggio 2018, ci sono paesi con un’altissima sensibilità, dove le segnalazioni ufficiali delle violazioni sono tantissime (oltre 117 mila in Olanda), e paesi dove il numero è stato bassissimo (si consideri la Bulgaria con 434 notificazioni di data breach); ci sono nazioni con un cospicuo numero di sanzioni irrogate (567 la Spagna) e altre con un numero decisamente basso (per la Francia se ne contano 33).

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  • Frodi, furti e crac improvvisi Il grande bluff delle criptovalute
Tutti i falsi miti sul mondo sommerso dei Bitcoin e delle monete digitali con enormi guadagni per pochi a spese di milioni di piccoli investitori. Sono tra i più insicuri strumenti finanziari soggetti a oscillazioni rapide e violente E anche la tecnologia blockchain non li mette al riparo dagli hacker

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  • Meno Btp per le assicurazioni c’è il rischio che scendano ancora
Le compagnie detengono quasi il 10% del debito pubblico italiano ma negli ultimi anni l’hanno ridotto di parecchio a causa della volatilità dei titoli. Al loro posto Bonos spagnoli e fondi d’investimento. Hanno in pancia quasi il 10 per cento dell’intero debito pubblico italiano, che ammonta a circa 2.700 miliardi di euro. E ogni anno comprano svariati miliardi di titoli di Stato alle aste del Tesoro. Non è una novità. Da sempre le assicurazioni sono state in prima fila, insieme alle banche, nell’acquisto di Btp, Cct & C. Una garanzia per il Tesoro. Ma da qualche anno a questa parte qualcosa è cambiato: le compagnie hanno cominciato a ridurre lentamente, ma inesorabilmente, la quota di questi titoli a favore di altri strumenti, a cominciare dalle obbligazioni di Stati stranieri. Per il Tesoro questo significa perdere parte dell’apporto di investitori istituzionali storicamente molto attivi. E visto che, nel 2023, lo Stato italiano potrebbe emettere nuovo debito pubblico fino a 206 miliardi, questa non è una buona notizia. Al contrario delle assicurazioni, le banche hanno invece mantenuto pressoché inalterata la loro quota di Btp & C., che si mantiene intorno alla soglia dei 400 miliardi: erano esattamente 400 a fine 2021, e sono diventati 420 a ottobre 2022 (dati Banca d’Italia).
  • L’invecchiamento globale farà impennare il debito
Secondo uno studio S&P la media dell’esposizione salirà al 102% del Pil nelle economie avanzate e al 155% in quelle emergenti. E l’Italia è già oggi fuori misura. L’invecchiamento della popolazione non pesa solo sulla spesa pensionistica e su quella sanitaria: per far fronte alle sempre maggiori esigenze, in mancanza di risorse sufficienti dato che ci saranno sempre meno giovani lavoratori a versare tasse e contributi, gli Stati si dovranno indebitare molto più di quanto sia avvenuto finora. Un’indagine di S&P Global Ratings, “Global Aging 2023: The Clock Ticks” (Invecchiamento Globale 2023: il tempo scorre), calcola che, al 2060, «in assenza di azioni politiche volte a ridurre la spesa legata all’invecchiamento, il debito pubblico netto mediano salirà al 102 per cento del Pil nelle economie avanzate e al 155 per cento del Pil in quelle emergenti».

  • Pensioni a mille euro? Un’altra zavorra sui giovani
Tutti coloro che hanno a cuore la sostenibilità di lungo termine del sistema pensionistico, che significa onorare il patto intergenerazionale e garantire ai giovani di avere tra 20-30 anni una pensione adeguata, non possono che guardare con scetticismo alla proposta di Forza Italia di portare le pensioni minime a mille euro al mese, aggravata ulteriormente dalla richiesta di azzerare la contribuzione previdenziale per tutte le nuove assunzioni. Se queste proposte venissero accettate si rischia di mettere in grande difficoltà i conti dell’Inps (Istituto nazionale di previdenza) nel breve volgere di qualche anno e i calcoli che seguono lo dimostrano. Già il Governo Meloni ha premiato i percettori di assegni sociali e di pensioni minime. Molti di loro sicuramente versano in difficoltà economiche visto il riaccendersi dell’inflazione, ma dobbiamo avere il coraggio di dire che tra loro ci sono moltissimi ex lavoratori in nero, evasori ed elusori (magari non per loro colpa). Tutti questi ex lavoratori hanno beneficiato di una generosa rivalutazione dell’8,8% dell’assegno e di un aumento della rendita a 600 euro per gli over 75. Per coprire le maggiori uscite previdenziali, però sono stati colpiti gli ex lavoratori con rendite che vanno dai 2.100 euro lordi al mese in su, linite non particolarmente elevato, che godranno di un minore adeguamento degli assegni alla corsa dei prezzi. Nessun taglio agli sprechi nella spesa pubblica, ma si toglie a qualcuno per dare a qualcun altro senza un attenta considerazione della situazione reddituale italiana.

  • Dall’Ungheria alla Germania, chi resiste al calo delle nascite