LEGAMBIENTE: IL 30% DELLE SCUOLE NECESSITA DI INTERVENTI STRAORDINARI. PEGGIO SUD E ISOLE
di Emanuela Micucci
Nonostante, dal 2017 al 2021, il 59,3% degli edifici scolastici abbia beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria, il 30,6% delle scuole necessita ancora di interventi straordinari, dato che al Sud sale al 36,8% e nelle isole al 53,8%. È quanto emerge dall’ultimo Ecosistema Scuola, l’annuale rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi (www.legambiente.it).

Il report fa il punto al 2021 sullo stato di salute di 5.616 edifici scolastici di 94 capoluoghi di provincia, tra materne, primarie e medie, e denuncia che la strada per la sicurezza della scuola italiana è ancora lunga, visti i forti ritardi sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici e sull’efficientamento energetico, accompagnati da un divario crescente tra le scuole del Nord, del Sud e delle isole.Nel periodo considerato, risultano eseguite indagini diagnostiche dei solai solo nel 30,4% degli edifici, dato che scende nelle isole al 18,8%. Mentre interventi per la loro messa in sicurezza sono stati realizzati appena sul 12% degli edifici. Non va meglio sul fronte dell’adeguamento sismico.

Se il 53,8% dei comuni capoluogo di provincia dichiara di aver realizzato questa tipologia di intervento negli ultimi 5 anni, i lavori hanno interessato solo il 3,1% degli edifici scolastici. In Sicilia si è intervenuto in 5 anni in solo 2 scuole, una a Messina e una a Catania.

Anche questo anno il rapporto dedica un capitolo sul rischio ambientale indoor rilevando ancora una volta «la scarsa capacità da parte delle amministrazioni di fornire informazioni relative al rischio ambientale». Nello specifico, nel caso del rischio amianto, sulle 94 amministrazioni che hanno partecipato alla ricerca, solo 70 hanno fornito i dati. Tra queste, il 92,9% dichiara di aver realizzato nel 2021 monitoraggi per rilevarne la presenza.

Sul rischio radon sono soltanto 68 le amministrazioni ad aver fornito dati. Tra queste, solo il 45,6% dichiara di aver realizzato monitoraggi per rilevarlo. Tuttavia, l’indagine di Legambiente limita la ricerca del rischio ambientale indoor al solo inquinamento da amianto e radon, con i relativi monitoraggi, e alla presenza di wi-fii e reti cablate nelle scuole.

Nulla sulla più ampia tematica della qualità dell’aria interna. Neppure nel capitolo dedicato all’emergenza covid-19 nelle scuole, sebbene il virus che ha contrassegnato gli ultimi anni si trasmetta principalmente per via aerea. Secondo Legambiente dati positivi arrivano dagli interventi previsti con gli speciali fondi covid per realizzare nuove aule, potenziare i trasporti e la rete internet. Ma si tratta di numeri ancora troppo bassi per indicare un cambio di marcia.

Nel 2021 si sono realizzate 544 aule, di cui 321 nuove e 223 recuperate da spazi precedentemente non utilizzati. Il 62,5% dei comuni ha adottato misure specifiche per l’organizzazione del trasporto pubblico, con il 32,5% che offre la possibilità di avere il trasporto scolastico gratuito. Inoltre, il 69% dei comuni ha realizzato interventi per potenziare la rete internet per la dad.

Non ci si sofferma sugli interventi per migliorare la qualità dell’aria interna delle scuole. Né emergono tra gli interventi di sicurezza o di efficientamento energetico quelli riguardanti la ventilazione meccanica controllata. Una strada in salita, quindi, questa anche per un’organizzazione sensibile a certe tematiche. Che nel report, ad esempio, denuncia il peso dei ritardi sull’efficientamento energetico.

Sebbene a livello nazionale l’81% delle amministrazioni ha dichiarato di aver realizzato questi interventi, nelle scuole, spiega, i lavori sono stati rivolti solo al 17% degli edifici scolastici, dato che sale al Nord al 21,2% mentre nelle isole riguarda appena il 5,8% delle suole. A oggi appena il 10,8% delle scuole è nelle prime tre classi energetiche, mentre ben il 74,8% è fermo nelle tre ultime classi, il 39% addirittura in classe G.

Passi in avanti si registrano, invece, sulla presenza di impianti da energia rinnovabile nelle scuole: dal 2011 al 2021 gli edifici scolastici che li possiedono sono passati dal 12,4% al 21,8%. Tuttavia, osserva Legambiente, se si continuasse con la stessa progressione ci vorrebbero almeno altri 80 anni per avere tutte le scuole con fonti rinnovabili.
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