È LA STIMA (FONTE IIA) DEGLI INVESTIMENTI DELLE ASSICURAZIONI IN TECNOLOGIA PER IL 2022
di Anna Messia
La lista delle start up insurtech straniere sbarcate in Italia si allunga mese dopo mese: dal colosso tedesco Wefox, che ha avuto il via libera dell’Ivass per operare nella Penisola, agli inglesi di Zego, specializzati nei servizi alla mobilità, dai francesi di Wakam, che continuano ad espandersi, agli svizzeri di Dacodoo, focalizzati sul business salute. La dimostrazione che, anche in Italia, la spinta ad innovare nel settore assicurativo è forte. Tanto che nel 2021, come rilevato dall’Investment index che Italian insurtech association ha realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Fintech e insurtech del Politecnico di Milano, nonostante la pandemia, gli investimenti complessivi in insurtech sono schizzati a 280 milioni di euro. «Si tratta un trend positivo che rappresenta una crescita del 460% rispetto ai 50 milioni di investimenti registrati nel 2020», osserva il presidente dell’Italian Insurtech Association, Simone Ranucci Brandimarte con un’accelerazione mese dopo mese: nel solo quarto trimestre ci sono stati 140 milioni di euro di investimenti, sulla scia della forte crescita già riscontrata nel terzo trimestre, che si era chiuso con 80 milioni di euro, contro i 60 milioni di euro che hanno caratterizzato i primi sei mesi dell’anno. A questo punto le stime per il 2022 sono addirittura di un quasi raddoppio a 500 milioni e il traguardo di 1 miliardo di investimenti che l’Associazione aveva indicato come obiettivo per il 2023, al momento della sua costituzione, nel 2021, non sembra più così lontano, aggiunge Ranucci Brandimarte che sottolinea come «il volume degli investimenti raccolti nel 2021 sia significativo del circolo virtuoso che si è innescato nel Paese».

Insomma la macchina dell’innovazione digitale nel mondo delle polizze si è messa in moto anche in Italia anche se il divario rispetto agli altri Paesi europei resta ampio: la stima degli investimenti in insurtech da parte della Francia per il 2021 è di 1,3 miliardi di euro, mentre Gran Bretagna e Germania arriveranno a superare 1,5 miliardi di euro. Il gap principale si registra proprio negli investimenti in start up insurtech, dove a livello mondiale, nel 2021 sono stati investiti 15 miliardi di dollari, mentre in Europa la cifra si aggira intorno ai 3,5 miliardi di dollari sull’intero anno e in Italia nell’ordine di meno 20 milioni di euro. Gli investimenti in insurtech realizzati in Italia hanno riguardato invece principalmente lo sviluppo dell’offerta di prodotti e servizi (40%), la distribuzione di polizze (25%), gli investimenti in tecnologie e piattaforme tech (25%) e da ultimo la gestione sinistri (10%). Va poi sottolineato che a trainare gli investimenti in insurtech in Italia Paese sono solo 6 compagnie su 10, particolarmente attive a perseguire progetti di innovazione. In pratica si tratta delle più grandi mentre le medio piccole fanno più fatica ad investire in digitalizzazione «ed è proprio questo uno dei principali ostacoli da superare per far decollare gli investimenti in insurtech e accelerare il processo di innovazione dell’intero settore assicurativo nel Paese», conclude Ranucci Brandimarte. (riproduzione riservata)
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