di Luca Gualtieri
Nel nuovo anno il consolidamento del sistema bancario italiano riguarderà soprattutto gli istituti commerciali, ma anche alcune realtà specializzate potrebbero cogliere opportunità per crescere in alcuni segmenti specifici e arricchire la propria offerta. Una strategia in questa direzione è quella di Banca Finnat, il gruppo romano controllato dalla famiglia Nattino e attivo storicamente nella gestione patrimoniale e nella consulenza finanziaria. Già negli anni scorsi l’istituto ha esplorato opportunità mirate di m&a, dal rafforzamento in InvestiRe sgr al tentativo d’acquisto di Banca Cesare Ponti, consolidando la presenza non solo nella capitale, ma anche nelle regioni del Nord. «Oggi la strategia rimane quella di fare operazioni in modo chirurgico. I target possibili non sono tantissimi visto che noi guardiamo solo a realtà con alto grado di specializzazione, ma anche in questa fase osserviamo con grande attenzione il mercato alla ricerca di opportunità di investimento», spiega a MF-Milano Finanza il condirettore generale di Banca Finnat, Giulio Bastia. Nel frattempo il gruppo capitolino è al lavoro su molteplici progetti e nei due anni di pandemia la strategia è stata ulteriormente affinata. Particolare rilevanza per esempio sta assumendo il segmento delle piccole e medie imprese, come dimostrano le molteplici operazioni di finanza strutturata messe a segno sinora: «Nel corso del 2021 abbiamo realizzato deal per un controvalore di 120 milioni tra i quali vorrei menzionare un green bond da 72 milioni con il produttore di energia da fonti rinnovabili Green Lucca (operazione realizzata con Popolare del Lazio) e un basket bond da 13 milioni con Cdp e Mcc sottoscritto da tre aziende quotate sull’Euronext Growth Milan», spiega Bastia. Vale la pena osservare che quello dei basket bond è un ambito di particolare interesse per banche e imprese in una fase in cui la volontà comune è quella di diversificare la struttura del passivo e ridurre la dipendenza dal credito tradizionale: «il nostro obiettivo», illustra Bastia, «è quello di spingere su questa tipologia di prodotti, arrivando entro la fine del 2022 a un target di 50 milioni». Un’ulteriore area di attività è quella dei prestiti subordinati: «Qui Banca Finnat è stata attiva con due operazioni, una con Itas Assicurazioni e l’altra con Net Insurance, per un controvalore complessivo 40 milioni complessivi», spiega Bastia. Il banchiere è ottimista anche sull’attività di capital markets che vede l’istituto romano particolarmente dinamico da anni sul listino Euronext Growth Milan: «Nel 2021 abbiamo seguito circa 4 deal e sono in pipeline diverse operazioni per quest’anno. Registro peraltro che da parte delle pmi oggi c’è un approccio molto più attento alla quotazioni. Le società vogliono raccogliere capitale per passare poi ai listini maggiori. Anche la dimensione media è cambiata e, come dimostrano casi recenti, non vediamo più solo piccole realtà affacciarsi a questo mercato». La forte attenzione per queste aree non sta penalizzando l’impegno di Finnat nel private banking: «Tutte le banche oggi stanno cercando di ampliare il proprio raggio di attività nella gestione del risparmio, anche se noi facciamo questo lavoro da molto tempo e con risultati riconosciuti. Proprio questo interesse da parte del mercato potrebbe accelerare il consolidamento del settore, aumentandone il livello di concentrazione. Un trend di cui Banca Finnat potrebbe approfittare». Novità in vista nei prossimi mesi? «Continueremo a presidiare i settori in cui siamo presenti, perfezionando dove possibile l’offerta. Stiamo per esempio ragionando su fondi di minibond e prodotti molto specifici nell’ambito della gestione dei crediti non performing, sfruttando le capacità della nostra sgr e la robusta dotazione di capitale», conclude Bastia. (riproduzione riservata)
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