di Anna Messia
Passaggio di consegne in Intesa Sanpaolo Rbm Salute. A quasi due anni da quando Intesa Sanpaolo Vita, a maggio 2020, ha assunto il controllo di Rbm Assicurazione Salute, acquistando direttamente per cassa dal Gruppo RBHold della famiglia Favaretto il 50% +1 azione al prezzo di 325 milioni di euro la società rimette mano alla sua governance. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, dallo scorso 24 gennaio, il nuovo amministratore delegato e direttore generale della società leader nell’assicurazione sanitaria è Massimiliano Dalla Via, che ha preso il posto di Marco Vecchietti. Nella Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo dal 2006, Dalla Via, 47 anni, arriva quindi dal gruppo bancario dove è stato cfo e successivamente responsabile operations di Intesa Sanpaolo Assicura, la compagnia danni dell’istituto, oltre che responsabile del servizio pianificazione e controllo della Divisione Insurance. Poi, dal maggio 2020, era diventato responsabile operations di Intesa Sanpaolo Rbm Salute. A lui è stato ora affidato il timone della compagnia e non è l’unica novità per l’assicurazione che, come presidente, avrà Alessandro Scarfò, già amministratore delegato e direttore generale di Intesa Sanpaolo Assicura.

Gli accordi, al momento dell’acquisizione, nel 2020, prevedevano un piano di incremento della partecipazione di Intesa Sanpaolo fino al 100% del capitale, in modo progressivo dal 2026 al 2029, ad un prezzo di acquisto determinato in base al raggiungimento di obiettivi di crescita prestabiliti, secondo una formula mista patrimoniale e reddituale. Un’operazione che aveva coinvolto premi malattia pari 577 milioni, con una quota di mercato del 18% e che ha subito consentito a Intesa Sanpaolo di diventare il secondo operatore del settore in Italia, con 690 milioni di euro di premi e una quota di mercato del 21,5%. A luglio scorso era poi arrivata la sanzione dell’Antitrust, da 5 milioni, perché secondo il garante per la concorrenza e i consumatori, la compagnia assicurativa specializzata nell’assicurazione sanitaria avrebbe reso onerosa e difficile la fruizione delle prestazioni assicurative. Contestazioni che provenivano in larga parte da aderenti al fondo sanitario Metasalute, dei metalmeccanici e che, come chiarito da Intesa, si riferivano soprattutto al periodo tra il 2088 e il 2020, precedente all’acquisizione della compagnia da parte del gruppo bancario. Ora il cambio della guardia al vertice. (riproduzione riservata)
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