di Marco Capponi
Dopo il 2020 delle chiusure e degli isolamenti imposti della pandemia gli italiani sono tornati a spendere e fare acquisti importanti, cercando di recuperare parte del tempo perduto. Un indicatore di questa tendenza è dato dal volume delle richieste di prestiti censito da Crif nel suo barometro annuale, consultato in anteprima da MF-Milano Finanza. Nel corso dei 12 mesi appena conclusi, dice l’indagine, le richieste di finanziamento sono aumentate del 24% rispetto al 2020, con un significativo incremento (+36,1%) dei prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi come mezzi di trasporto, articoli d’arredamento o d’elettronica ed elettrodomestici. Un valore, quest’ultimo, che ha superato del 18,7% anche il dato del 2019, precedente alla pandemia, a riprova del notevole ritorno della propensione all’acquisto dopo le restrizioni causate dal Covid. In aumento, anche se più moderato, anche i prestiti personali, cresciuti su base annua del 7,1%. «È importante sottolineare che il saldo complessivo è positivo rispetto al 2019, con una crescita dell’1,8%», ha commentato Maurizio Liuti, direttore corporate communication di Crif. A confermare la vivacità del mercato anche l’interesse per prestiti finalizzati «a prodotti per l’efficientamento energetico, che sempre più rappresentano un’area d’interesse per gli italiani», ha proseguito Liuti.

Una dinamica opposta è stata invece rilevata sul fronte degli importi: a fronte di un incremento a 12.909 euro del valore medio dei prestiti personali (+3,3% annuo) è diminuito a 6.249 (-6,8%) quello dei prestiti finalizzati. Un dato che può essere spiegato con la convenienza a chiedere un finanziamento di bassa entità in condizioni d’offerta appetibili: non a caso, i prestiti con valore inferiore ai 5mila euro hanno rappresentato oltre la metà delle richieste, il 53,5%. In questa fascia d’importo rientrano addirittura due prestiti finalizzati ogni tre.

Quanto alla distribuzione anagrafica, le persone più propense a richiedere un prestito sono quelle comprese tra 45 e 55 anni: più di una richiesta ogni quattro (25,2%) è ascrivibile a loro. Anche i più giovani, tra 18 e 24 anni, risultano però sempre più propensi a ricorrere a questo genere di finanziamento. Sebbene la loro quota sia ancora piuttosto contenuta, appena il 5,9% del totale, si è assistito a una crescita relativa su base tendenziale non trascurabile: nel 2020 infatti pesavano sul totale per il 5,6%.

Per il 2022, infine, il contesto appare ancora positivo. «A fronte di uno scenario in miglioramento grazie a ripresa economica in atto e attuazione del Pnrr», ha concluso Liuti, la domanda sarà trainata «dall’accelerazione dei prestiti finalizzati, che continueranno a beneficiare di un costo del denaro e condizioni d’offerta appetibili». (riproduzione riservata)
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