Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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Il principio, sancito nella decisione assunta il 26 maggio 2021 n. 5337 dalla Corte distrettuale de l’Aja, nell’accogliere la richiesta presentata da 7 Ong e 17mila cittadini olandesi contro la multinazionale petrolifera Royal Dutch Shell, potrebbe costituire un precedente molto importante, anche in considerazione del fatto che le emissioni di Co2, prime responsabili dei drammatici cambiamenti climatici, sono imputabili alle attività inquinanti delle imprese, sul cui operato anche i giudici nazionali possono intervenire, giudicando se gli impegni assunti dalle aziende siano attendibili e realistici.
È possibile la registrazione di provvedimenti giudiziali a debito senza contemporaneo pagamento delle imposte, ai sensi dell’art. 59 Dpr n. 131 del 1986, laddove l’atto preveda un’ipotesi di condanna al risarcimento danni prodotti da fatti costituenti reato.
Si tratta del canone adottato dalla Ctr di Torino nella sentenza 806/04/2021 del 14 ottobre scorso.
La tassazione agevolata prevista dal dlgs n. 252/2005 vale anche per le pensioni complementari integrative, per le quali rileva la disciplina vigente al momento di erogazione e non di maturazione.
Si tratta del canone oggetto della sentenza n. 1866/02/2021 emessa dalla Ctp di Lecce depositata lo scorso 30 dicembre.
Fare un acquisto pagando direttamente dal proprio conto corrente. O monitorare la propria attività, dalle fatture a tutti i conti, da un unico punto di contatto. O, ancora, ottenere un piccolo prestito in modo semplice e veloce facendo richiesta tramite app. Sono solo alcune delle applicazioni pratiche della cosiddetta open finance, diretta evoluzione dell’open banking: finanza aperta, si potrebbe tradurre, perché l’apertura e la condivisione dei dati ne sono la caratteristica principale. E se nel 2019 si parlava di anno zero, nel 2022, quindi solo pochi anni dopo, per l’open finance si parla già di consolidamento fino a diventare, secondo le previsioni, nel 2026, un settore dominante, con un mercato stimato in oltre 40 miliardi di euro (46 miliardi di dollari), con un tasso annuo di crescita del 24%.

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  • Cambia il risparmio degli italiani, ma i rendimenti latitano ancora
La Consob rileva che in due anni sono salite dal 30 al 34% le famiglie che partecipano ai mercati finanziari. Le risorse accantonate in banca o a tassi bassissimi restano però elevate. Un problema che con l’inflazione si aggraverà. Le famiglie non vanno spinte ad investire in attività rischiose senza incentivi e formazione adeguate. Va creato un contesto per favorire scelte consapevoli
  • Per le famiglie welfare da 136 miliardi si spende in salute e non in cultura
Per il Cerved la cifra usata dai nuclei familiari è aumentata dell’11% dopo il calo del 2020 ma la necessità come le emergenze sanitarie e l’assistenza mettono l’istruzione in coda. La totalità del welfare è aumentata del 6,8% dal 2017 al 2018, ha subito una contrazione con il Covid (-14,6% dal 2018 al 2020), per poi tornare a crescere nel 2021 dell’11,4%

  • L’inedito Derby: il leone conteso tra azionisti italiani. Ma senza un accordo perde il mercato
Tutto sommato è un derby italiano. Il futuro di Generali, una delle poche, vere e ultime multinazionali del nostro Paese, è legato alla contesa aperta tra due schieramenti nazionali. Evviva. Se si confrontano sul mercato, con le regole di mercato, una Commissione per la Borsa (la Consob) che il mercato controlla (in questo caso molto poco) e un’autorità come l’Ivass che fa il suo mestiere, ne siamo tutti lieti. Eppure non è così semplice. Nonostante parlino tutti la stessa lingua. Una volta tanto non siamo preda. E non c’è nemmeno l’alleato straniero, spesso infido, chiamato a sostenere una delle parti di tante e infinite faide, non solo finanziarie, della Penisola. Non c’è, per esempio, un Vincent Bolloré, uno degli innumerevoli cavalieri stranieri attratti dalle ricorrenti divisioni dei soci storici della banca d’affari milanese. Un tycoon che in Francia incoraggia la candidatura di Eric Zemmour ed esprime una cultura personale e politica assai lontana da quella di Enrico Cuccia o Adolfo Tino. Né una figura che si avvicini tanto per fare un esempio – all’imprenditore rampante ceco Petr Kellner, morto tragicamente lo scorso anno, che arrivò ad avere il 2% del Leone ma consentì a quest’ultimo di rafforzarsi nel suo novecentesco mercato con base a Praga. Franz Kafka, ricordiamo, fu un dipendente di Generali. Kellner non fu l’unico azionista interessato più al patrimonio immobiliare che allo sviluppo del gruppo finanziario e assicurativo. Più alle operazioni con parti correlate che allo sviluppo complessivo. Non c’è una Lazard con il suo stizzoso patriarca, Antoine Bernheim, per due volte su indicazione di Mediobanca, e anche in età pericolosamente avanzata, presidente del Leone di Trieste senza peritarsi nemmeno per sbaglio di pronunciare una parola italiana.
  • Helvetia: «La nostra ricetta? Bancassurance e tecnologia»
L’obiettivo è ambizioso. «Vogliamo diventare uno dei leader sul fronte della qualità nel mercato delle piccole e medie imprese italiane, facendo leva su competenze riconosciute e sulla capacità di coniugare polizze con servizi di prim’ordine». Quando l’estate scorsa, in occasione della convention degli agenti di Helvetia, Roberto Lecciso all’epoca chief operating officer del ramo italiano del gruppo assicurativo svizzero, definiva alcuni dei punti fermi del prossimo operare del gruppo, non pensava ancora alla nomina arrivata a metà novembre quale nuovo responsabile e ceo delle attività italiane di Helvetia in sostituzione di Francesco La Gioia, che ha lasciato il gruppo dopo averlo guidato per 11 anni. Salentino di Lecce, classe 1960, laurea in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, Lecciso ha un passato nella consulenza aziendale, un percorso iniziato con Arthur Andersen management consulting e conclusosi come amministratore delegato di Nomos, sempre all’interno del gruppo che nel frattempo era diventato Accenture e di cui è stato partner dal 2000. Oggi Lecciso si trova alla guida di un «gruppo assicurativo completo», sia nella classica ripartizione tra Danni e Vita, che nella distribuzione, differenziandosi tra circa 500 agenzie, broker, partner bancari.
  • Polizze, gli agenti in cerca di assicurazioni
Demozzi: “Serve trasparenza nei contratti e i risparmi in calo degli incidenti vanno divisi con gli intermediari”

  • Danni medici, arriva la polizza obbligatoria
Dopo quasi cinque anni, sta per sbloccarsi una parte fondamentale della riforma della responsabilità sanitaria del 2017. È pronta una nuova bozza del regolamento che attua l’obbligo di assicurarsi, sia per le strutture sanitarie sia per i professionisti, stabilendo i requisiti minimi delle polizze. Ci si arriva dopo un lungo dibattito tra istituzioni, categorie e imprese. Il percorso non è finito: deve ancora passare in Conferenza Stato-Regioni e al Consiglio di Stato. Ma l’intesa, almeno tra i ministeri coinvolti (Sviluppo economico, di concerto con Economia e Salute) c’è. Il compromesso è stato favorito dallo stralcio del punto che subordinava l’operatività della copertura per i professionisti all’assolvimento degli obblighi di formazione periodica. Vincolo comunque introdotto per legge a dicembre, ma inapplicabile.
  • Liberi professionisti coperti a proprie spese
Al di là degli obblighi di copertura della responsabilità verso i prestatori d’opera (Rco), la bozza pare confermare che l’oggetto delle garanzie a carico delle strutture è circoscritto a responsabilità connesse ad attività di cura, senza estendersi a rischi diversi. Per chi svolge professioni sanitarie risolve un dubbio sul perimetro soggettivo dell’obbligo: fermo restando che tutti dovranno assicurarsi in proprio, e a proprie spese, per il rischio di rivalsa/regresso (in caso di colpa grave), l’articolo 3, comma 1 chiarisce che la copertura di quelli che lavorano per conto della struttura (dipendenti o collaboratori autonomi) è a carico di quest’ultima, con idonee polizze o autoritenzione. Ma i liberi professionisti che abbiano rapporti contrattuali con propri pazienti dovranno invece assicurarsi in proprio, anche se svolgono l’attività “appoggiandosi” a una struttura. In caso di responsabilità solidale, la copertura va comunque prestata per l’intero (salvo surroga). All’assicuratore è sostanzialmente vietato recedere in corso di rapporto. I massimali minimi sono suddivisi per classi di rischio e distinguendo tra strutture e liberi professionisti.
  • Il padre della riforma: «Profilo penale da rivedere»
«Il decreto sulle polizze è un tassello cruciale, che sancisce una mediazione accettabile tra aziende sanitarie e Regioni, imprese assicuratrici e cittadini. E fa chiarezza in un panorama eterogeneo. Poi a mio avviso ci sono parti della legge 24 che necessitano di un tagliando già nella prossima legislatura». Federico Gelli, padre della riforma su gestione del rischio sanitario e responsabilità e oggi direttore della Sanità in Toscana, passa in rassegna luci e ombre nell’attuazione della legge.

  • AXA frena sull’assicurazione vita tradizionale
La compagnia ha annunciato venerdì un calo dei rendimenti dei fondi in valuta e una crescita dei tassi dei contratti eurocroissance, concepiti per unire redditività e sicurezza. Una scelta strategica per il ceo Patrick Cohen
  • AXAcede un portafoglio in Belgio
La controllata belga di AXA ha ceduto un portafoglio vita di 2,6 mld a Monument Re a dicembre. L’operazione rientra nella strategia di ridistribuzione dei portafogli in un contesto di tassi di interesse bassi