Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Dopo le dimissione di giovedì 13 del vicepresidente vicario Francesco Gaetano Caltagirone, anche Romolo Bardin, rappresentante di Leonardo Del Vecchio, ha deciso ieri di lasciare il consiglio di amministrazione Generali. Una decisione motivata «dalle modalità operative e ad alcune scelte del consiglio e dei comitati a cui partecipa, con particolare riguardo anche al processo di formazione della lista del consiglio di amministrazione», si legge nel comunicato della compagnia.
Oggi nel cda Generali si discuterebbe la formazione di una long list di candidati agli organi deliberativi e di controllo nelle votazioni assembleari di aprile, dopo la decisione dei mesi scorsi di presentare una lista del consiglio stesso. Ma è probabile che, dopo le improvvise dimissioni dal cda di Franco Caltagirone, finora vicepresidente del Leone, e di Romolo Bardin (rappresentante di Leonardo Del Vecchio), non si mancherà di riflettere su tale decisione e di definire una posizione -dopo quella sintetica che ha respinto le contestazioni- nei confronti delle dure critiche rivolte dall’imprenditore romano all’operare dell’organo nei propri confronti.
La corsa del carovita non si ferma. Lo scorso anno l’inflazione in Italia è cresciuta in media dell’1,9%, dopo la flessione (-0,2%) del 2020 e ha registrato l’aumento più ampio dal 2012, quando i prezzi al consumo avevano fatto registrare un incremento medio del 3%. Lo ha certificato l’Istat, segnalando che il ritorno dell’inflazione nel 2021 è stato trainato, come noto, soprattutto dall’andamento dei prezzi degli energetici (+14,1%), che erano invece diminuiti dell’8,4% nel 2020. Al netto di questi beni, nel 2021, la crescita dei prezzi al consumo è la stessa registrata nell’anno precedente (+0,7%).
Sorpasso storico in Europa. Stando ai dati raccolti da Schmidt Research, a dicembre le vendite di auto elettriche pure hanno superato per la prima volta quelle di vetture diesel. Nell’ultimo mese del 2021 i veicoli a batteria hanno conquistato oltre un quinto del mercato Ue, mentre il diesel si è attestato al 19%. Un crollo verticale se si considera che solo nel 2017 questa motorizzazione era responsabile per il 44% delle immatricolazioni europee.
  • Raccolta assicurativa in calo del 3,9%
Nel 2020 la raccolta complessiva dei rami vita e danni è stata di 134,8 miliardi di euro, in calo del 3,9% rispetto al 2019. La diminuzione ha interessato tutte le regioni, ad eccezione di Friuli-Venezia Giulia, Calabria, Molise e, in misura minore, dell’Umbria. Lo rende noto l’Ivass, precisando che la raccolta assicurativa è localizzata per l’80,5% nel Centro-Nord del Paese e in particolare per poco più del 61% nelle regioni del Nord. In particolare, nel settore vita la raccolta, pari a 101,3 miliardi di euro, diminuisce del 4,4% rispetto al 2019. La riduzione e’ generalizzata in tutto il territorio nazionale, ma più intensa nel Nord Italia (-6,9%, 4,4 miliardi). La spesa pro-capite media a livello nazionale e’ di 1.704 euro con valori piu’ elevati nel Nord Italia (2.243 euro nel Nord-Ovest e 2.079 euro nel Nord-Est) e piu’ contenuti nel Sud (955 euro) e Isole (873 euro). Nel settore danni, continua l’Ivass, la raccolta è stata di 33,5 miliardi, in calo del 2,2% rispetto al 2019 soprattutto per effetto della contrazione registrata nel Centro-Nord cui fa capo il 66,4% dei premi raccolti. La spesa pro-capite media, a livello Paese, è di 564 euro; anche in questo settore, valori maggiori si rilevano nelle aree del Nord Italia e inferiori in quelle del Sud e nelle Isole.

Il risarcimento richiesto dalla collaboratrice scolastica, caduta nel piazzale ghiacciato adibito a parcheggio della scuola, si riduce qualora l’uscita sia avvenuta da una porta secondaria utilizzabile solo in caso di emergenza. Secondo la Cassazione (ordinanza n.36865/2021), infatti, l’inadempimento datoriale agli obblighi di prevenzione non è in sé incompatibile con l’esistenza di un comportamento del lavoratore qualificabile come colposo.
Dopo Francesco Gaetano Caltagirone, uscito dal cda di Generali la scorsa settimana, anche Romolo Bardin, a.d. di Delfin, ha rassegnato le dimissioni dal board e dai vari ruoli nel Leone di Trieste. Bardin, consigliere indipendente, era membro dei comitati per le nomine e la remunerazione, per gli investimenti, per le operazioni strategiche e per le operazioni con parti correlate. Le dimissioni sono state motivate riferendosi alle «modalità operative e ad alcune scelte del consiglio e dei comitati a cui partecipa, con particolare riguardo anche al processo di formazione della lista del cda».
Usain Bolt è nuovamente protagonista della nuova campagna di Allianz Direct, la compagnia assicurativa diretta del Gruppo Allianz. Nella nuova campagna europea, che inaugura la comunicazione del 2022 della società, l’atleta più veloce del mondo sottolinea la convenienza e la semplicità dell’offerta assicurativa di Allianz Direct. Lo spot della durata di 15 secondi è stato realizzato in due versioni nelle quali Bolt si destreggia con la sua consueta ironia, in discipline sportive per lui inusuali, come il golf e il basket. Il nuovo flight della campagna di Allianz Direct sarà on air nelle prossime settimane sulle principali reti televisive nazionali, satellitari e radiofoniche, sul web e sui social network. Lo spot è stato realizzato dall’agenzia olandese Alfred e la pianificazione media è curata da Carat. In Italia Allianz Direct (in passato Genialloyd) è guidata dall’amministratore delegato Alessandra Valentini ed è leader di mercato nelle assicurazioni online con oltre un milione e mezzo di clienti.
Nel 2020 la raccolta assicurativa nei rami vita e danni è ammontata a 134,8 miliardi di euro, in calo del 3,9% rispetto all’anno precedente. La diminuzione ha interessato tutte le regioni..

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  • Lista Generali, si dimette anche Bardin
La rottura è completa dentro Generali: dopo il vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone — dimessosi dal consiglio giovedì sera dopo 12 anni come numero due della compagnia — ieri la lasciato anche Romolo Bardin, il manager fedelissimo di Leonardo Del Vecchio, della cui holding di partecipazioni Delfin è amministratore delegato. La mossa dei due ex consiglieri di Generali va nella stessa direzione, tanto che non ha colto di sorpresa il mercato e il titolo (+0,75%) ha chiuso in linea con Piazza Affari. Anche Bardin nella lettera di dimissioni ha criticato il modo in cui compagnia presieduta da Gabriele Galateri ha gestito gli aspetti più cruciali della vita recente del gruppo: per esempio il piano industriale, che sarebbe stato illustrato ai consiglieri appena poche ore prima del board che l’avrebbe approvato (e per questo Bardin non si è presentato) e così pure le modalità con le quali il consiglio sta predisponendo una lista di candidati al rinnovo delle cariche sociali all’assemblea del 29 aprile.

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  • Caltagirone e Del Vecchio alla guerra delle liste Ecco il piano per Generali
Il consiglio di amministrazione di Generali incassa anche le dimissioni di Romolo Bardin, ad di Delfin, la finanziaria di Leonardo Del Vecchio che del Leone è il terzo azionista con il 6,6%. Davanti a lui ci sono Francesco Gaetano Caltagirone (8%), dimessosi giovedì scorso dal cda, e Mediobanca (12,8%, con opzioni di voto fino al 17,2%). A questo punto è chiaro che la procedura della prima lista del management, che i soci industriali non hanno votato e condiviso (e che inizia oggi con l’esame di una lunga rosa di candidati per il prossimo cda di Generali), finirà con uno scontro tra liste in assemblea tra Mediobanca e il gruppo guidato da Philippe Donnet e i soci industriali. Caltagirone e Del Vecchio insieme alla Fondazione Crt hanno siglato un patto di consultazione (che racchiude il 16,6% del Leone), con l’obbiettivo di proporre un management e un piano alternativo a quello di Donnet, e dopo a lungo aver cercato invano una sintesi, ora sono determinati a vincere una guerra all’ultimo voto.
  • I super ricchi del mondo raddoppiano i patrimoni In Italia ora sono 49
Ogni 26 ore un nuovo miliardario entra nella ambita lista di Forbes , ogni 4 secondi una persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame o per violenza di genere. In un mondo dove le differenze fra ricchi e poveri sono sempre più marcate, l’Italia non fa eccezione: secondo il Rapporto di Oxfam a fine 2020 il 5% più ricco degli italiani deteneva una ricchezza superiore a quella dell’80% della popolazione. E anche la lista Forbes dei miliardari italiani si allunga: tra marzo 2020 e novembre 2021 il numero è passato da 33 a 49 e il valore dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56%, toccando quota 185 miliardi di euro. E ancora, i 40 italiani più ricchi posseggono l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani meno abbienti (18 milioni di persone). Tra i nuovi ingressi 2021 non ci sono sorprese, i cognomi vanno dai Caprotti di Esselunga ai Marcegaglia dell’acciaio ai Benetton a Elkann e Della Valle. Forse il meno conosciuto è Sergio Stevanato, uno dei principali produttori mondiali di fiale di vetro per la farmaceutica. Nel mondo i miliardari sono arrivati a 2755, in un anno se ne sono aggiunti 660. I dieci più ricchi hanno raddoppiato i loro patrimoni da 700 a 1.500 miliardi di dollari, in testa Elon Musk, Jeff Bezos e Bernard Arnault. I 49 italiani sono più dei miliardari francesi, 41 su una popolazione di 67 milioni di persone, ma molto meno dei tedeschi, più di 130 su una popolazione di 83 milioni.

  • Generali, in cda i primi nomi Parte la scalata al buio del patto
  • Ivass e Consob ancora latitanti
Le dimissioni di Romolo Bardin, rappresentante di Leonardo Del Vecchio, dal consiglio di amministrazione delle Generali ricalcano il gesto clamoroso compiuto dal vice presidente Francesco Gaetano Caltagirone la scorsa settimana. Anche le ragioni che hanno spinto Bardin al passo indietro sono le medesime addotte dall’imprenditore romano. Dunque sollevano una tematica di governance. Aspetto che chiama nuovamente in causa le autorità di vigilanza. Ivass, in particolare, che ha specifici poteri di controllo in materia. Allo stato attuale, però, la posizione dell’Authority è la medesima dello scorso venerdì: «Seguiamo con attenzione questa fase, interessati al buon funzionamento della compagnia e del mercato».

  • Generali, passaggio di armi intorno alla successione di Donnet
Il cda della compagnia ha registrato due importanti dimissioni in meno di una settimana. I due azionisti si oppongono alla riconferma del ceo Philippe Donnet per un terzo mandato

Handelsblatt

 

  • Allianz: i cyberattacchi rappresentano la più grande minaccia per le aziende di tutto il mondo

    I manager e gli esperti di sicurezza di tutto il mondo vedono gli attacchi informatici come il più grande pericolo per le aziende. Nell’attuale “Barometro dei rischi” dell’assicuratore industriale AGCS, gli hacker sono al primo posto con le loro attività. Interruzioni di attività, disastri naturali e pandemie seguono dal secondo al quarto posto. La società ha intervistato un totale di 2650 professionisti in 89 paesi lo scorso autunno. Questi includevano più di 1.200 dirigenti di grandi aziende con più di 500 milioni di dollari di fatturato annuo. Anche gli esperti di Allianz hanno partecipato al sondaggio. Anche le precauzioni di sicurezza IT molto buone non proteggono al cento per cento contro gli attacchi degli hacker.

  • Come gli assicuratori affrontano i portafogli indesiderati 
La notizia è arrivata poco prima della fine dell’anno e ha fatto scalpore: Zurich sta prendendo in considerazione la cessione di un portafoglio parziale di assicurazioni vita. Zurich non è affatto l’unico assicuratore che cerca una soluzione per i suoi vecchi portafogli; dopo tutto, i contratti ad alto tasso d’interesse del tempo prima dell’era dei tassi minimi sono un peso per l’intero settore. Ma molti sono cauti nell’affidare le polizze vita a società specializzate in run-off. Le compagnie hanno paura della cattiva pubblicità, ma anche gli ostacoli economici sono causa di moderazione. Ecco perché sempre più assicuratori si rivolgono alle alternative: “La concorrenza al run-off esterno sta crescendo”, osserva Hermann Weinmann, professore all’Università di Scienze Applicate di Ludwigshafen.