Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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Furti in condomino? Se al ladro ha fatto comodo l’impalcatura, sono responsabili impresa edile e condominio. Con la proliferazione dei cantieri indotta dal superbonus 110% e dalle altre agevolazioni fiscali sulla casa occorre prestare ancora più attenzione al problema dei furti facilitati dalla presenza di ponteggi. Infatti, nel caso in cui i ladri abbiano utilizzato le installazioni montate attorno all’edificio condominiale per introdursi in uno o più appartamenti, sia l’impresa incaricata dei lavori sia il condominio possono essere chiamati a risarcire il danno subito, qualora non abbiano adottato tutte le necessarie cautele atte a evitare il verificarsi dell’evento.
Consulente in manette per crediti inesistenti: c’è concorso da parte del professionista anche se materialmente non ha compilato e trasmesso l’F24 perché quel che conta è la consapevolezza di partecipare a un illecito. È quanto emerge dalla sentenza n. 44939 del 6 dicembre 2021, con cui la Cassazione si è pronunciata sul concorso nel reato di indebita compensazione del consulente fiscale accusato di aver agevolato l’omesso versamento dell’Iva da parte della società mediante la compensazione dell’imposta indiretta con crediti inesistenti.
Il 60% delle imprese, a livello globale, utilizza sistemi di intelligenza artificiale ma non sono pochi i timori derivanti dall’incertezza sui criteri di attribuzione della responsabilità per le conseguenze che possono derivare dalle decisioni e dalle eventuali omissioni dei sistemi stessi, nonché le incertezze riguardanti la tutela dei dati personali e le discriminazioni che possono derivare dalle decisioni dei dispositivi intelligenti. È uno scenario in chiaroscuro quello che scaturisce dagli esiti della ricerca condotta dallo studio legale internazionale Dentons in cui i vantaggi e le potenzialità dell’intelligenza artificiale si intrecciano con considerazioni di ordine morale ma anche giuridico.
Emergenza liquidità per quasi 700 mila aziende italiane che, a inizio 2022, rischiano il default a causa della fine della moratoria dei finanziamenti concessi dalle banche introdotta con il decreto legge Cura Italia nella primavera del 2020. Un crac che potrebbe costare oltre 27 miliardi di euro. Si tratta del possibile scenario delineato dagli analisti del Centro studi di Unimpresa derivante dal rischio insolvenza, considerato che la moratoria si è conclusa lo scorso 31 dicembre e non è stata rinnovata per evitare una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea nei confronti dell’Italia per aiuto di stato illegittimo.
La cessazione della carica di rappresentante legale di una società non esclude la legittimità di un avviso di accertamento, pur notificato nel momento in cui il destinatario non ricopriva più quella qualifica, laddove relativo a responsabilità dello stesso per periodi d’imposta in cui la società veniva da lui amministrata.

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  • La sorpresa della Rc auto tariffe ancora in discesa ma il business resta redditizio
Vissuta dagli automobilisti come una costosa tassa, dal 2013 a oggi la polizza per la responsabilità civile è scesa del 30 per cento. A differenza di quanto accade altrove, le compagnie però continuano a guadagnarci, seppure non molto, grazie a una contemporanea riduzione dei costi generali e del costo dei sinistri

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  • Generali, la stretta di Caltagirone sui nomi per il vertice a Trieste
Lo scontro per il controllo di Generali, il primo gruppo assicurativo italiano, si inabissa ma la guerra sottomarina tra Francesco Gaetano Caltagirone con accanto Leonardo Del Vecchio e Fondazione Cassa di risparmio di Torino (Crt) — uniti in un «patto di consultazione» che raccoglie il 16% circa del capitale — e, dall’altra parte, il consiglio della compagnia e il suo primo azionista Mediobanca (17,2% circa) continua senza sosta. Sul mercato e anche sul fronte legale e regolatorio. Caltagirone, Del Vecchio e Crt affinano un piano industriale alternativo a quello del ceo Philippe Donnet, con i consulenti di Bain e come advisor l’ex ceo di Cassa depositi e prestiti (Cdp) Fabrizio Palermo. Altri advisor finanziari si dovrebbero affiancare ai «pattisti» nei prossimi giorni. Per la campagna elettorale presso i fondi d’investimento è stato assoldato il proxy advisor internazionale Georgeson, già scelto da Del Vecchio in EssilorLuxottica. In pole position per la presidenza c’è il nome di Patrizia Grieco, già numero uno dell’Enel per sei anni e ora a Mps, esperta di corporate governance e figura di garanzia che potrebbe coagulare il consenso di azionisti e investitori. Nei giorni scorsi sono circolati anche i nomi degli ex ministri del Tesoro Vittorio Grilli e Domenico Siniscalco. Come capo azienda la ricerca punta a figure di alto profilo assicurativo come Giulio Terzariol (Allianz), Giacomo Campora (Allianz Italia), Sergio Balbinot (ex Generali) e top manager come Matteo Del Fante (Poste Italiane).

  • Soci e strategie di Generali. Cento giorni di passione
I fuochi d’artificio non hanno acceso l’incendio. Le dimissioni notturne di Francesco Gaetano Caltagirone dalla vicepresidenza delle Assicurazioni Generali sono state accolte con cautela in Borsa, dove il titolo del Leone venerdì scorso ha chiuso in flessione (-1,52 per cento), sacrificando più dell’indice di Piazza Affari (-1,08 per cento), ma senza particolari scivoloni e rimanendo sempre al di sopra di quota 18 euro (18,44 la chiusura). La reazione dei mercati è un termometro fedele del sentiment dominante. Che tra Caltagirone e la compagnia di Trieste ci fossero da mesi marcate divergenze di vedute era più volte emerso. Addirittura, nella seduta del consiglio di amministrazione del 2 agosto scorso, il presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola, diede lettura di una lettera di alcuni consiglieri in cui si stigmatizzavano i toni frequentemente usati nel consiglio. Ma è stata soprattutto l’annunciata presentazione di una lista alternativa a quella composta dal consiglio di amministrazione uscente a marcare la differenza tra il board della compagnia di Trieste e il fronte composto dagli azionisti Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt. E oggi, consumata una rottura che sancisce la distanza tra le parti, al punto che secondo alcuni le dimissioni sono da vedere come possibile mossa tesa a evitare future accuse di «concerto» al momento della presentazione di una lista alternativa, tutti guardano con maggiore preoccupazione al domani, a quell’assemblea del 29 aprile che sarà decisiva per il futuro prossimo della compagnia, del suo presidente e dell’amministratore delegato Philippe Donnet.

  • Nella riforma penale la sfida per riparare il dolore delle vittime