di Francesco Bertolino
L’auto italiana non riparte. A dicembre 2021 le immatricolazioni sono scese per il sesto mese consecutivo, con un calo del 27,5% rispetto al 2020. Nell’anno appena concluso, quindi, le vendite complessiva non hanno raggiunto gli 1,5 milioni, con un lieve incremento di 76 mila vetture rispetto al 2020 (+5,5%) ma con 460 mila unità perse rispetto al 2019 (-24%). Sul dato hanno inciso la contemporanea crisi dell’offerta e della domanda. Da un lato, i costruttori non riescono a produrre a pieno regime a causa della mancanza di semiconduttori. Dall’altro, il venir meno degli incentivi pubblici all’acquisto di diesel e benzina di nuova generazione ha rallentato di molto il ricambio del parco circolante. Questi fattori condizioneranno il mercato anche nel 2022 che, secondo le previsioni del Centro Studi Promotor, dovrebbe chiudersi con 1,5 milioni di immatricolazioni. «In questo quadro tutt’altro che rassicurante», sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Csp, «è assolutamente necessario che venga varato un progetto organico di transizione all’elettrico articolato in un piano triennale di incentivi per l’acquisto con rottamazione di vetture euro 6d con emissioni di CO2 contenute e per l’acquisto, con o senza rottamazione, di vetture elettriche. Questa misura non dovrebbe essere stop and go ma strutturale dovrebbe prevedere uno stanziamento di almeno tre miliardi nel triennio». A questo proposito, l’associazione dei costruttori esteri ha espresso «forte sconcerto per la decisione delle Istituzioni di non assegnare nella Legge di Bilancio le risorse economiche necessarie per incentivare il mercato dell’auto con un piano triennale». Finora, osserva il presidente Unrae, Michele Crisci, «le pur scarse risorse destinate con interventi “stop and go” hanno avuto un impatto positivo nel promuovere la mobilità elettrica: le immatricolazioni di veicoli full-electric, plug-in hybrid e hybrid sono, infatti, aumentati del 274% nell’ultimo anno e mezzo, con indubbio impatto positivo sul rinnovo del parco e sulla riduzione emissioni». Nel corso del 2021, infatti, le auto ibride hanno rappresentato il 29% del mercato, mentre le elettriche pure hanno conquistato una quota del 7%. Per quanto riguarda le singole case, le immatricolazioni di Stellantis si sono attestate a 31.687 auto, circa un terzo del totale ma con un calo del 34,8% rispetto allo stesso mese del 2020, superiore a quello del mercato. Nell’intero 2021 il gruppo nato dalla fusione tra Fiat-Chrysler e Peugeot ha immatricolato 549.775 autovetture rispetto alle 535.712 unità endute nei 12 mesi del 2020, con una variazione positiva del 2,6%. (riproduzione riservata)
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