LA DUE DILIGENCE ESAMINA I CONTENZIOSI, TRA CUI QUELLO DA 486 MILIONI CON MALACALZA
di Luca Gualtieri
Bper avrà a disposizione ancora tre settimane per completare la due diligence su Carige e sottoscrivere l’accordo definitivo con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd). L’intenzione del gruppo guidato da Piero Montani è quella di utilizzare quasi tutto questo tempo per analizzare in profondità gli attivi e il perimetro della banca e risolvere ogni criticità prima della firma. Tra i temi sotto la lente dell’istituto (assistito da Mediobanca e Rothschild, mentre Kpmg e Deutsche Bank affiancano il Fitd) c’è anche quello del contenzioso legale. In questo ambito la voce più significativa iscritta a bilancio è quella relativa alla richiesta risarcitoria da 486,6 milioni presentata nel gennaio 2020 dalla Malacalza Investimenti, la holding della famiglia di industriali piacentini per sette anni azionisti di Carige. Entrati nella compagine azionaria all’inizio del 2015 con un investimento da 66 milioni, i Malacalza hanno poi incrementato la partecipazione portandola fino al 27,5%. Il dissesto e il successivo commissariamento del 2019 hanno però messo all’angolo la famiglia che ha pertanto avviato una battaglia legale senza esclusione di colpi con l’istituto e perfino con la Bce. Se non è al momento chiaro quale potrebbe essere l’esito del contenzioso, è plausibile che i futuri proprietari di Carige vogliano disinnescare ogni potenziale rischio prima del passaggio di testimone. Va detto che al momento né il Fitd, né il vertice di Bper hanno ancora preso alcuna decisione sulla strategia da seguire e sono ancora in corso gli approfondimenti nel caso. Sul mercato però circola già qualche ipotesi. Se per esempio volesse neutralizzare il contenzioso in maniera definitiva, Bper potrebbe proporre ai Malacalza un accordo transattivo che chiuda la controversia a fronte del versamento di una cifra inferiore al petitum. Per capire se si andrà in questa direzione bisognerà attendere le prossime settimane. Nel frattempo la due diligence procede anche sugli altri cantieri aperti. Come riportato la scorsa settimana da MF-Milano Finanza, le due aree su cui dovrebbe concentrarsi l’attenzione di Bper sono bancassurance e credito al consumo, mentre il risparmio gestito non dovrebbe presentare grossi problemi. Sulle polizze oggi Carige si appoggia ad Amissima, che nel 2015 aveva rilevato Carige Assicurazioni, mentre i due partner storici di Bper sono UnipolSai (la compagnia è anche primo socio al 18,9%) e Arca Vita. Qualche intervento è insomma più che plausibile. Lo stesso vale per il credito al consumo, dove Genova lavora da qualche anno con Chenavari Investment Managers, il fondo inglese che nel 2019 ha comprato Creditis Servizi Finanziari e che ora è vincolato da un accordo distributivo. Modena al contrario sviluppa queste attività sia internamente che grazie alla collaborazione con Bologna. Non si vedono invece sovrapposizioni sul wealth management visto che entrambi gli istituti hanno una storica relazione con il gruppo Arca. Quanto alla lavorazione dei crediti deteriorati, se Bper ha sinora confermato una strategia di gestione in casa, negli anni scorsi Carige ha stretto alleanze con operatori specializzati del settore. Questo intreccio di partnership andrà razionalizzato per favorire l’integrazione tra le due realtà. Sul fronte dei crediti invece durante la due diligence di Bper si assisterà alla classica review campionaria delle posizioni (quasi 12 miliardi di impieghi di cui 622 milioni di deteriorati) per valutare la qualità complessivo dell’attivo e il livello degli accantonamenti. È possibile che su diverse posizioni l’asticella venga alzata, anche se per il momento non è chiaro se si andrà verso una cessione di posizioni, come già accaduto in passato. (riproduzione riservata)
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